Claudio Fava presenta dopodomani la sua candidatura alla presidenza della Regione siciliana. Non dovrebbe essere una novità, perché il rimo annuncio della sua candidatura risale allo scorso Dicembre. Poi tutto si è interrotto perché, a parole, si è stabilito di celebrare ‘fantomatiche’ primarie del centrosinistra dell’Isola per designare il nome del candidato alla presidenza della Regione siciliana. Noi non abbiamo mai creduto a questa favola, perché siamo convinti che il PD siciliano, alla fine, ‘chiuderà’ il solito inciucio con la parte trasformista di Forza Italia che fa capo a Gianfranco Miccichè e con gli Autonomisti-trasformisti di Raffaele Lombardo, provando, magari, a trascinarsi una Lega che nella nostra Regione sembra non avere né arte, né parte. E’ per questo che Fava ha rotto gli indugi e ha deciso di presentarsi alla guida della Sicilia? Chissà. Intanto, oggi, c’è il suo comunicato: “Si terrà Venerdì 13 Maggio, con inizio alle ore 18, presso il ‘Bastione degli infetti’, a Catania, in via torre del Vescovo l’iniziativa di apertura della campagna elettorale per le regionali 2022 di Claudio Fava, candidato presidente. All’iniziativa saranno presenti molti dei firmatari dell’appello a sostegno della candidatura di Fava e segnerà la nascita di una fitta rete di comitati “Fava Presidente” nel territorio della regione”.
La notizia è importante perché lancia un segnale politico preciso: Claudio Fava, la sinistra che rappresenta e altri possibili alleati (i grillini siciliani che non si ‘stricano’ con il PD e con Miccichè?) non faranno parte di eventuali schieramenti neo-milazziani (da Silvio Milazzo, presidente della Regione siciliana dal 1958 al 1960, sostenuto da uno schieramento politico eterogeneo, dai comunisti ai fascisti). Al massimo, il PD potrebbe decidere di appoggiarlo. Tirando le somme, fino a questo momento i candidati sicuri alla presidenza della Regione siciliana sono tre: il presidente uscente Nello Musumeci, l’ex sindaco di Messina, Cateno De Luca e, per l’appunto, Claudio Fava. E il PD, Forza Italia targata Miccichè e gli Autonomisti di Lombardo che faranno? Micciché e i lombardiani dovrebbero restare un altro po’ di tempo nel centrodestra siciliano per mettere ‘inferno’ e cercare di sfasciare quanto più possibile questo schieramento politico. Col favore del caldo agostano o ai primi di Settembre il ‘Gatto’ (Miccichè) e la ‘Volpe’ (Lombardo) dovrebbero annunciare la ‘rottura’ con il centrodestra e l’alleanza con il PD e con altri ‘disperati’ della politica che cercheranno di raccattare qua e là. Per candidare chi alla presidenza della Regione? Qui lo scenario si complica.
Miccichè, Lombardo, il PD e i grillini potrebbero decidere di appoggiare Fava. A noi sembra improbabile, ma in politica tutto è possibile. Altro possibile scenario: Miccichè, Lombardo e il PD, oltre portare dalla propria parte un ‘pezzo’ del Movimento 5 Stelle, proveranno a trascinare la Lega di Salvini, partito che in questo momento, in Sicilia, è una specie di ‘vela’ che va dove va il vento: in questo caso il candidato potrebbe essere Luca Sammartino, un ex democristiano catanese multiforme che, come il dio Giano dei latini, può guardare al passato (è stato nel PD e poi con i renziani) e al futuro (nella Lega dove milita da qualche tempo). Questa è solo un’ipotesi, perché i leghisti siculi, visto che sarebbero in campo quattro candidati (Musumeci, De Luca, Fava e il candidato di PD-Miccichè-Lombardo, che potrebbe essere Caterina Chinnici), potrebbero decidere di andare da soli. E siccome con cinque candidati alla presidenza della Regione (in realtà, i candidati potrebbero essere sei e anche sette), dove vince chi prende più voti, senza ballottaggio, Luca Sammatino potrebbe anche prendere il 27-28% dei voti e vincere le elezioni. Perché diciamo che i candidati alla presidenza della Regione potrebbero essere sei o sette? Perché un candidato sicilianista-indipendentista spunterà e perché la DC di Totò Cuffaro, in presenza di un centrodestra spaccato, potrebbe presentare un proprio candidato: magari una donna. Insomma, come si direbbe a Sciacca, un pocu ‘i burdellu c’è, va…
Foto tratta da L’Opinione della Sicilia