“Nella nostra recente analisi sul biennio 1992-1993 che decretò il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, abbiamo toccato il tema della mafia, smontando la tesi dominante sul quel cruciale periodo della storia italiana: alla base delle stragi in Sicilia e “sul continente”, non ci fu il braccio di ferro tra malavita e Stato sul 41 bis, ma un più ampio ed ambizioso progetto con cui “le menti raffinatissime” vollero ridisegnare la mappa economica e politica dell’Italia, inserendola nella più vasta cornice del Nuovo Ordine Mondiale. L’omicidio dell’eurodeputato Salvo Lima va collegato alla cruciale elezione del Presidente della Repubblica di quell’anno; gli omicidi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono analoghi ammonimenti lanciati al Parlamento, ma allo stesso tempo sono anche un avvertimento alla giustizia italiana affinché si fermi al livello “insulare” delle indagini, senza approfondire i legami tra Cosa Nostra ed i servizi segreti della NATO; le bombe del 1993 sono un “lubrificante” per consentire agli anglofili del Britannia di smantellare a prezzi di saldo l’IRI e l’industria pubblica.” E ancora: “Cosa sono dunque la mafia, la camorra e la ‘ndragheta? Perché affiorano in tutti i passaggi della storia italiana a fianco di Londra e Washington? Perché sono sovente associate ad un’altra organizzazione segreta di matrice anglosassone, la massoneria speculativa?
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