- I carichi di armi verrebbero bombardati non appena entreranno in Ucraina o nei territori dei Paesi della NATO che confinano con l’Ucraina?
- Ungheria, Slovacchia e Bulgaria si dissociano dalle sanzioni alla Russia volute da Ursula la ‘guerriera’
I carichi di armi verrebbero bombardati non appena entreranno in Ucraina o nei territori dei Paesi della NATO che confinano con l’Ucraina?
La guerra in Ucraina cresce di intensità. Bombe in tante città, da Kiev a Dnipro, da Zaporihzjia a Odessa. Ma la vera notizia non è questa. La vera notizia è che i russi si sono rotti i cabbasisi di chi invia armi in Ucraina e hanno deciso di passare al contrattacco. “Consideriamo i trasporti di armi della NATO in arrivo in Ucraina come obiettivi legittimi”. Lo ha detto senza tanti giri di parola il Ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu. I russi potrebbero attaccare le spedizioni di armi dai Paesi membri della NATO in arrivo in Ucraina. I carichi di armi verrebbero bombardati non appena entreranno in Ucraina o nei territori dei Paesi della NATO che confinano con l’Ucraina? Così mentre in Italia ci sono giornali che scrivono che è ormai cosa fatta, il golpe contro Putin è solo questione di tempo, la guerra continua e la tensione cresce. Che succederà quanto i carichi di armi destinati all’Ucraina dovessero cominciare a saltare in aria?
Ungheria, Slovacchia e Bulgaria si dissociano dalle sanzioni alla Russia volute da Ursula la ‘guerriera’
Intanto l’Unione europea mette in cantiere sanzioni, altre sanzioni, nuove sanzioni contro la Russia. Eh sì, l’Europa una e indivisibile (o quasi) vuole bloccare l’importazione di petrolio russo. Sarà vero o finirà come il gas russo che continua ad alimentare l’economia europea? Ormai tra Bruxelles e Strasburgo, il confine fra la tragedia e la farsa si assottiglia. La ‘guerriera’ presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – quella dei vaccini anti-Covid con contratti secretati – annuncia fuoco e fiamme, ovvero “un divieto totale di importazione di tutto il petrolio russo, marittimo e oleodotto, greggio e raffinato. Ci assicureremo di eliminare gradualmente il petrolio russo in modo ordinato, in modo da consentire a noi e ai nostri partner di garantire rotte di approvvigionamento alternative e ridurre al minimo l’impatto sui mercati globali”. La domanda sorge spontanea: e se i russi (e i cinesi) dovessero decidere di bloccare loro il petrolio e il gas russo che arrivano in Europa, non “gradualmente”, come propone l’Ursula ‘guerriera’, ma tutto d’un colpo, a botta di sangue, come si dice in Sicilia, cosa succederebbe? Leggiamo su Il Fatto Quotidiano: “Nel pacchetto c’è poi lo stop a Russia Today e Sputnik: sarà fermata la trasmissione in Ue dei contenuti di tre emittenti russe. Slovacchia e Ungheria saranno esentate per tutto il 2023 dallo stop all’import di petrolio russo. E secondo quanto riportato dall’agenzia Afp anche Bulgaria e Repubblica ceca potrebbero chiedere di non partecipare”. Insomma, la Grande Unione europea va in ordine sparso. Tre Paesi – Ungheria, Slovacchia e Bulgaria – non condividono le sanzioni alla Russia. E ci sarebbero altri Paesi dell’Europa orientale che chiedono ristori. Al di là della stucchevole propaganda contrabbandata come ‘informazione’. l’Unione europea è sempre più divisa: e questa – piaccia o no anche agli algoritmi che fanno sparire gli articoli non allineati dalla rete (si chiama censura ed è il contrario della Democrazia) – è una grande vittoria di Russia e Cina. In tutto questo l’Europa di Ursula ‘guerriera’ – a cominciare dal Paese della stessa Ursula la ‘guerriera’, cioè la Germania – continua a tenersi il gas russo…
Foto tratta da Eunews
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