Ormai Matteo Renzi è alle battute finali. Si arrabatta a destra (ma non troppo), al centro, a sinistra 8senza esagerare). Ma la verità è che Italia Viva – la sua creatura – politicamente parlando, più che vivere sembra sopravvivere. Come diciamo noi in Sicilia, chiddru chi sta cumminannu u sapi sulu iddru… A Genova appoggia il sindaco di centrodestra uscente, Marco Bucci. A Verona i renziani, insieme con Forza Italia, appoggiano l’ex leghista Flavio Tosi. Ma a Palermo no, il centrodestra non gli piace. Come si usa sempre dire in siciliano, si c’è vucciria, cioè se ci sono baruffe e divisioni, a Renzi la destra va bene; se la cosa è lineare – come nel caso di Palermo dive il centrodestra si presenta unito (o quasi) – a Renzi non va più bene. “A Palermo – dice l’ex presidente del Consiglio a Radio Leopolda, dichiarazione che leggiamo su la Repubblica – se su Lagalla si ricostruisce il centrodestra noi non ci saremo. Le candidature civiche sono un film, ma se si ricostruisce il centrodestra, come potrebbe accadere, anche attorno a un nome perbene come quello di Lagalla, noi non saremo in quella coalizione. Rivendico le candidature di Genova e Verona, ma noi non sosterremo il centrodestra unito a Palermo”.
Peccato che a Palermo i candidati di Italia Viva al Consiglio comunale sono già in campagna elettorale già da un paio di settimane. Con tanto di manifesti. Dove gli esponenti renziani scrivono che appoggiano Roberto Lagalla sindaco. Dovrebbero ritirare i manifesti? O dovrebbero direttamente ritirarsi? La confusione è massima. Da quello che si capisce Giulia Noera, Luisa La Colla e Dario Chinnici resteranno in lista e continueranno ad appoggiare Lagalla. Anche se il danneggiamento che stanno subendo è oggettivo. Anche perché la dichiarazione di Renzi è politicamente incomprensibile. Per almeno due motivi. In primo luogo perché lui, Renzi, non è un uomo politico di sinistra, ma un esponente dell’europeismo globalista e ultra-liberista: non a caso è stato segretario del PD, partito che in Italia rappresenta la destra economica e finanziaria che oggi governa l’Unione europea. In secondo luogo, perché – come già accennato – a Genova Italia Viva appoggia un candidato di centrodestra, a Verona un ex leghista e rimane incomprensibile perché a Palermo non dovrebbe appoggiare un candidato come Lagalla che sembra un esponente di centro più che di centrodestra. Sono i ‘misteri’ di Renzi che, con molta probabilità, sta gestendo male la sua uscita di scena dal Parlamento… Non è che, alla fine, Davide Faraone resterà l’unico renziano della Sicilia?