- Sulla strage di Portella è come se gli studi del compianto Giuseppe Casarrubea non esistano…
- Nella strage di Portella da chiarire il ruolo di un politico democristiano ancora oggi protetto dagli archivi del Viminale inaccessibili
- Sandro Attanasio e Giuseppe Montalbano
- Le verità occultate sulla strage di Odessa
Sulla strage di Portella è come se gli studi del compianto Giuseppe Casarrubea non esistano…
Ieri 1 Maggio, anniversario della strage di Portella della Ginestra. Oggi 2 Maggio, anniversario della strage di Odessa. La prima celebrata ogni anno con il racconto delle solite bugie di Stato. La seconda quasi dimenticata e, là dove ricordata, raccontata senza citare i veri responsabili, che sono i gruppi di estrema destra che, on i servizi segreti americani, sempre nel 2014, hanno effettuato un golpe. Cominciamo con la strage siciliana, considerata la prima strage di Stato dell’Italia repubblicana. Se provate a leggere i giornali di ieri – per esempio, l’articolo pubblicato dal quotidiano La Sicilia di ieri – a sparare sui contadini che si erano riuniti a Portella della Ginestra sarebbero stati Salvatore Giuliano e la sua banda. Solo che negli atti del processo di Viterbo – e siamo negli anni ’50 del secolo passato – si certifica che i colpi che uccisero 11 persone più tanti feriti erano colpi “radenti”, sparati da chi si trovava alla stessa altezza dei morti e dei feriti, mentre Giuliano e la sua banda si trovavano sui monti che sovrastano Portella. Ma a quanto pare il processo di Viterbo non è mai piaciuto ai teorici della verità ufficiale. Chi ha studiato la strage di Portella della Ginestra e il rapporto tra americani e mafiosi in ordine a questa strage (oltre ad altri studi sui tanti omicidi di sindacalisti avvenuti in quegli anni) è stato Giuseppe Casarrubea, che ha dato vita anche a un blog. Purtroppo, Giuseppe Casarrubea è deceduto e non non riusciamo più a collegarci con il suo blog. Ne approfittiamo per chiedere notizie a chi ne sa qualcosa. Gli studi di Casarrubea sono interessantissimi, anche perché ha avuto accesso agli archivi degli Stati uniti d’America, che non hanno problemi a chiarire anche eventuali loro responsabilità. Invece, in Italia, ancora oggi, gli archivi del Viminale, sono sono custoditi i documenti ufficiali della strage di Portella delle Ginestre sono ancora inaccessibili. Ci sono gli atti della prima Commissione Antimafia, istituita dal Parlamento nazionale nel 1962 che ha concluso i lavori nel 1976.
Nella strage di Portella da chiarire il ruolo di un politico democristiano ancora oggi protetto dagli archivi del Viminale inaccessibili
Oggi sembra che gli studi di Casarrubea non esistano. Ci sono, è vero, i sui libri, e fino a quando è stato in vita noi consultavamo spesso il suo blog. Per la cronaca, l’1 Maggio del 1947 Giuliano e la sua banca vennero mandati a Portella della Ginestra per coprire un’operazione stragista della quale erano a conoscenza tante persone: funzionari dello Stato e politici. Giuliano non aveva alcun motivo per sparare sui contadini. Era stato mandato a Portella dopo aver incontrato un politico democristiano. Giuliano era stato ingannato da questo politico, tant’è vero che nelle settimane, nei mesi e negli anni successivi, fino a poco prima di essere ammazzato, ha provato in tutti i modi ad uccidere questo politico, che morirà nei primi anni ’70 in circostanze poco chiare. Sempre per la cronaca, non tutti sono convinti che l’uomo trovato morto a Castelvetrano, nel Cortile Di Maria, il 5 Luglio del 1950, era Giuliano: Casarrubea è sempre stato convinto che si trattava di un sosia. Di questo era convinto anche uno scrittore che la mafia siciliana e americana la conosceva molto bene: Mario Puzo, l’autore de Il Padrino.
Sandro Attanasio e Giuseppe Montalbano
Lo scrittore siciliano Sandro Attanasio – che chi scrive ha avuto l’onore di conoscere – sosteneva che un componente della banda Giuliano riuscì a sparare qualche colpo, subito bloccato da Giuliano con un calcio in testa. A detta di Attanasio, il componente della banda Giuliano che riuscì a sparare qualche colpo fu Salvatore Passatempo sul comportamento del quale lo stesso Giuliano nutriva dubbi. Non è questa la sede per parlare della strage di Portella della Ginestra. Per chi ne vuole sapere di più consigliamo il libro di Giuseppe Montalbano, per anni docente di Procedura penale all’università di Palermo, tra i fondatori del Pci in Sicilia, sottosegretario nel Governo Bonomi, eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana nel 1947, nel 1951 e nel 1955. Il libro s’intitola Mafia, politica e storia e racconta dettagliatamente chi sono i mandanti della strage di Portella della Ginestra. Nel libro si parla anche della scia di tantissimi morti – mafiosi e non soltanto mafiosi – che vennero ammazzati negli anni successivi alla strage di Portella. Una scia di morti che arriva fino ai primi anni ’70. Montalbano era molto critico con il Pci siciliano, partito nel quale aveva militato per tanti anni. Se leggerete i libri di Casarrubea, Attanasio e Montalbano tante cose sulla stage Giuliano e sul rapporto tra mafia, politica e americani vi appariranno in un’altra luce. Dopo di che, un rilievo: su Wikipedia, nella biografia che viene dedicata a Giuseppe Montalbano, in chiusura si legge: “Il figlio, Giuseppe jr, ingegnere, fu arrestato nel 2001 e condannato a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa”. Chiediamo ai signori di Wikipedia: cosa c’entra il figlio di Montalbano con il padre? Forse le colpe dei figli, adesso, ricadono sui padri? Perché inserire questo particolare nella biografia del padre?
Le verità occultate sulla strage di Odessa
Anche sulla strage di Odessa le ricostruzioni sono strane. Morirono 42 persone – tra cui bambini – e ci furono 174 feriti. Ricordare questa strage è importante, perché – come tutti sappiamo – è in Ucraina è in corso una guerra. I fatti sono semplici. Non tutti, in Ucraina, nel 2014, gradivano il golpe americano che ha portato al Governo di questo Paese esponenti della destra estrema che, in alcuni casi, si presentavano come nazisti. Ricordiamo che in Ucraina la maggioranza della popolazione è vicina ai russi. scrive su Facebook il giovane economista siciliano Luca Pinasco: “Oggi cade l’anniversario della Strage di Odessa. Fondamentale ricordarla per tenere a mente che l’invasione russa non avviene in una democrazia come raccontano alcuni, ma in un Paese dove oggi vi è un partito unico e sin dal golpe del 2014 gruppi armati di estrema destra partecipano attivamente alla vita istituzionale del Paese e si sono resi complici di efferati crimini come torture e omicidi di massa condannati dall’OCSE, da Amnesty International e dall’ONU. 2 maggio 2014, 300 cittadini ucraini manifestano in piazza Kulykove contro il golpe di Piazza Majdan. Nel pomeriggio dello stesso giorno, 2000 ultras di due diverse squadre e gruppi di estrema destra tra i quali spiccano i Pravyj Sektor vanno nella stessa piazza per picchiare i manifestanti. Questi, per fuggire dalle percosse, si rifugiano nella Casa del Sindacato di Odessa e si barricano dentro. Gli estremisti gli danno fuoco a suon di Molotov. Il palazzo prende fuoco e perdono la vita 42 persone tra cui anziani, bambini, donne in gravidanza e in 174 rimangono feriti”. Ebbene, ancora oggi c’è chi sostiene che i cittadini ucraini che si erano rifugiati nella Casa del Sindacato di Odessa avrebbero dato alle fiamme il locale dove si erano rifugiati…
Foto di prima pagina tratta da Eco Internazionale
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