- Diventa sempre più pesante in Italia il ruolo di chi produce e vende armi anche nel mondo dell’informazione
- I movimenti neo-nazisti nell’Ucraina di Zelensky appoggiati con l’invio di armi dai Paesi dell’Unione europea
- Tra qualche giorno ricorderemo Pio La Torre, il segretario del Pci siciliano che, nel 1980, non si sentiva affatto sicuro “sotto l’ombrello della NATO”
- La lotta alle speculazioni nei centri Aima per il ritiro degli agrumi in eccesso e la lotta ai missili Cruise all’ombra della mafia
Diventa sempre più pesante in Italia il ruolo di chi produce e vende armi anche nel mondo dell’informazione
Oggi dedichiamo il nostro MATTINALE cominciando col segnalare una contraddizione. Due nostri amici siciliani presenti ieri a Roma alla manifestazione del 25 Aprile ci raccontano una versione dei fatti che stride un po’ con i racconti della televisione. I nostri amici ci dicono che il “No” all’invio di armi in Ucraina è stato generale, idem per il “No” alla corsa agli armamenti (la Germania ha annunciato investimenti in armi impressionanti, l’Italia del Governo di Mario Draghi, invece di ridurre le bollette di luce e gas. aumenta la spesa per armi da inviare in Ucraina). Invece a sentire ciò che racconta la televisione – e soprattutto leggendo certi giornali – la guerra e le armi non vengono affatto ripudiate (in Italia abbiamo anche editori di giornali cartacei e on line che producono e vendono armi…) e la guerra in Ucraina è la “conseguenza di un’aggressione”. Peccato che due giorni fa abbiamo riportato una notizia che mette a vivo le contraddizioni degli Stati Uniti d’America. Di scena le isole Salomone, nell’Oceano Pacifico, non esattamente a due passi dal territorio USA. E’ successo che Martedì scorso la Cina ha firmato un accordo sulla sicurezza con i governanti delle Isole Salomone. Ma, a quanto pare, i governanti delle Isole Salomone non sono liberi di intrattenere rapporti con i cinesi, perché questo irrita gli americani. E meno che mai sono liberi di ospitare basi militari cinesi, perché ciò “intaccherebbe l’area di influenza americana” che a quanto pare si stende fino alle isole Salamone. Da qui la minaccia: se i cinesi dovessero piazzare basi militari nelle isole Salomone scoppierebbe la guerra, perché gli americani agirebbero “di conseguenza”. Ma allora perché gli americani, ancor prima che scoppiasse la guerra in Ucraina, hanno riempito di armi la stessa Ucraina che si trova al confine con la Russia “intaccando l’area di influenza russa”? E perché è legittimo che la stessa Ucraina entri nella NATO, “intaccando l’area di influenza russa?”. Come possiamo notare, due pesi e due misure.
I movimenti neo-nazisti nell’Ucraina di Zelensky appoggiati con l’invio di armi dai Paesi dell’Unione europea
Ieri era la festa del 25 Aprile. Ma si è parlato poco di un fenomeno che invece dovrebbe suscitare preoccupazione: la rinascita del nazismo in Europa e, segnatamente, in Ucraina. scrive su Facebook il giovane economista siciliano, Luca Pinasco: “Alle elezioni del 2012 il partito nazional-socialista (nazista) ucraino Svoboda ha preso il 10,45%, cioè ben oltre due milioni di voti, ed è solo una delle principali organizzazioni neo-naziste, solo che le altre non si sono organizzate politicamente per partecipare alle elezioni. Queste formazioni sono oggi confluite nel partito di Zelensky. Numeri cresciuti esponenzialmente oggi, dopo che il battaglione Azov è stato osannato in tutto il mondo occidentale e il suo leader Denis Prokopenko, accusato dall’OCSE e da Amnesty International di aver commesso crimini di guerra, è stato insignito da Zelensky con la massima onorificenza ucraina: ‘eroe della patria’. Il neo-nazismo è tipico delle repubbliche baltiche e dei paesi di Visegrad in quanto essendo stati in qualche modo vittime dell’URSS diventa per loro più facile simpatizzare con lo storico nemico del comunismo: il nazismo. In Ucraina però tale ‘simpatia’ è arrivata al governo. In Ucraina sono state abbattute le statue di Lenin (comprensibile) e sono state erette al suo posto statue del leader nazista Bandera (inaccettabile per noi europei). Il governo ucraino ha attualmente una lista di proscrizione chiamata Myrotvoretz nel quale inserisce il nome di giornalisti e personaggi scomodi da eliminare. Il reporter italiano Andrea Rocchelli, ucciso dai militari ucraini, era proprio in quella lista e oggi è segnato come ‘liquidato’. Il governo ucraino ha reso illegali gli undici partiti di opposizione ed ha fatto arrestare i leader di alcuni di essi. Non possiamo dunque stupirci se gli austriaci (proprio ieri) hanno posto il veto all’ingresso dell’Ucraina in UE o se i tedeschi e i partigiani dell’ANPI si oppongono alla consegna di armi”.
Tra qualche giorno ricorderemo Pio La Torre, il segretario del Pci siciliano che, nel 1980, non si sentiva affatto sicuro “sotto l’ombrello della NATO”
Sulla rete si possono trovare immagini delle manifestazione di ieri in tutta l’Italia con bandiere italiane, bandiere della NATO, bandiere ucraine. Ci sta la NATO con la festa della Liberazione? Sarebbe da ipocriti rinnegare il fatto che sono stati gli americani insieme con gli inglesi, a liberare l’Italia dai nazi-fascisti. Polemiche inutili, tipiche di un anti-americanismo fuori luogo. Però, tra qualche giorno, quando si ricorderà Pio La Torre, il segretario regionale del Pci siciliano trucidato insieme con il suo autista Rosario Di Salvo la mattina del 30 Aprile del 1980 c’è il rischio di qualche contraddizione. La Torre, del resto, nel suo partito, era una contraddizione. era in contraddizione con chi, nel Pci siciliano di quegli anni, operava con una certa disinvoltura nel vorticoso giro dei contributi dei fondi Cee (Comunità economica europea) per il ritiro degli agrumi in eccesso dai mercati, o per le finte esportazioni di agrumi in vari Paesi del mondo, sostenute sempre da lauti contributi comunitari. anche se allora eravamo molto giovani bazzicavamo già nel mondo del giornalismo e ci capitò di occuparci di queste truffe, che continuarono dopo l’omicidio di La Torre per per meno di un decennio. Un’altra contraddizione di La Torre era proprio verso gli americani, se è vero che l’allora segretario del Pci della nostra Isola non si sentiva affatto protetto “sotto l’ombrello della NATO”. E ne aveva i motivi.
La lotta alle speculazioni nei centri Aima per il ritiro degli agrumi in eccesso e la lotta ai missili Cruise all’ombra della mafia
La storia dei rapporti problematici tra Pio La Torre e gli americani li abbiamo raccontati in un articolo di quattro anni fa. Riprendiamo qualche passo del nostro articolo: “Su La Torre e su Dalla Chiesa le equazioni sono state semplici. Entrambi conoscevano la mafia sin dagli anni del secondo dopoguerra. Entrambi erano tornati per combattere la mafia. Ed entrambi sono stati uccisi a Palermo. Naturalmente dalla mafia. Questa è la prima tesi. Ma c’è una seconda tesi che, per certi versi, accomuna La Torre e Dalla Chiesa. La Torre era tornato in Sicilia per combattere la mafia e per mettere, come dire?, un po’ d’ordine nel suo partito – il Pci siciliano – che negli anni precedenti non aveva esitato a chiudere accordi di varia natura con la Dc di Salvo Lima. La Torre, però, oltre a mettere ordine nel suo partito, aveva dato vita a un grande movimento di massa nel nome della pace. In Sicilia erano gli anni dei missili Cruise. E l’allora segretario regionale del Pci siciliano riuscì a portare nelle piazze dell’Isola migliaia e migliaia di persone, coinvolgendo il mondo cattolico. Cosa, questa, che non piaceva affatto agli americani”. Forse la parte più importante della nostra ricostruzione è la seguente: “La Torre, negli ultimi mesi della sua vita, era entrato in sintonia con l’allora segretario del Psi siciliano, Anselmo Guarraci, esponente della sinistra socialista, favorevole a un’alleanza politica tra Pci e Psi. La sera prima di essere assassinato La Torre volle parlare con Guarraci. Si incontrarono a Palermo, sotto i portici di Piazza Ungheria. Parlarono per alcune ore. La Torre disse a Guarraci che in quei giorni aveva avuto la sensazione di essere seguito. In quei giorni – e questo l’ha ricordato qualche tempo fa l’ex parlamentare del Pci siciliano, Nino Mannino – erano tanti i dirigenti del Pci che non si sentivano al sicuro. Alcuni di loro giravano armati. Il movimento pacifista stava dando molto fastidio agli americani. In piazza, per esempio, era sceso anche l’allora presidente del Parlamento siciliano, Salvatore Lauricella, la più alta carica istituzionale dell’Isola. Non mancano gli elementi per affermare che La Torre possa essere stato ammazzato perché aveva creato seri problemi agli americani (qui per esteso potete leggere il nostro articolo di quattro anni fa sui grandi delitti politici avvenuti in Sicilia). Tra qualche giorno ricorderemo Pio la Torre. Forse, in questo caso, sarebbe bene tenere fuori le bandiere della NATO.
Foto tratta da Popoff Quotidiano
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