Mattinale

Il bluff di Miccichè a Palermo e il sogno ‘milazziano’ alla Regione con Cateno De Luca appoggiato da tutti gli anti-Musumeci/ MATTINALE 634

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  • Ieri, a Palermo, Francesco Cascio ha ufficializzato la propria candidatura a sindaco di Palermo. Una forzatura che è segno di debolezza del suo sostenitore, Gianfranco Miccichè 
  • La verità è che gli appelli alla cosiddetta “Unità del centrodestra” a Palermo da parte di Miccichè e dei suoi alleati altro non sono che tentativi di nascondere le proprie debolezze elettorali. L’attendismo di Cuffaro
  • Attenzione alla candidatura di Cateno De Luca alla presidenza della Regione siciliana: su di lui potrebbe convergere lo schieramento contrario al presidente uscente Musumeci: ‘pezzi’ del centrodestra e del centrosinistra e ‘pezzi’ di ciò che resta del Movimento 5 Stelle
  • Cosa direbbero Miccichè e i suoi nel caso in cui dovessero decidere di non presentare un proprio candidato al Comune di Palermo 

Ieri, a Palermo, Francesco Cascio ha ufficializzato la propria candidatura a sindaco di Palermo. Una forzatura che è segno di debolezza del suo sostenitore, Gianfranco Miccichè 

Nella elezioni comunali di Palermo – dove tutto è chiarissimo e semplicissimo – c’è chi cerca di rendere tutto oscuro e complicato. La dichiarazione che merita il plauso per il più elevato tasso di tragicomicità l’ha rilasciata ieri Gianfranco Miccichè, leader di mezza Forza Italia siciliana, sponsor di un improbabile candidato sindaco del capoluogo siciliano, Francesco Cascio, sostenuto, fino ad ora, dalla mezza Forza Italia di Miccichè, da una Lega in caduta libera e da un paio di mezzi ‘prefissi telefonici’ elettorali: “Non voglio neanche immaginare – ha detto Miccichè – che se vinciamo Fratelli d’Italia sia all’opposizione in Consiglio comunale”. Quindi con 11 candidati sindaci (forse potrebbero essere 12, perché l’unica, vera sinistra di Palermo – Potere al Popolo! – lavora a una lista per il Consiglio comunale e dovrebbe anche presentare un candidato sindaco), Cascio, con mezza Forza Italia, con la Lega in caduta libera e con due formazioni dell’ultima ora (che in realtà sono solo due liste male affastellate a sostegno dello stesso Cascio) dovrebbe vincere le elezioni a Palermo? Ma per favore! la dichiarazione di Miccichè è arrivata ieri, nel corso della presentazione del ‘suo’ candidato sindaco di Palermo, il citato Francesco Cascio. Ufficializzazione che è stata una forzatura, se è vero che Fratelli d’Italia, per bocca di Ignazio la Russa, aveva consigliato prudenza. Poiché siamo ancora in democrazia diamo la nostra chiave di lettura di questi fatti politici, che è diametralmente opposta a quella di Miccichè, di Cascio e delle due sigle che si sono accodate a questa compagnia di scombiccherati. Ebbene, noi pensiamo che se il candidato sindaco dell’UDC, con forte valenza civica, Roberto Lagalla, e se Fratelli d’Italia con la propria candidata sindaco, Carolina Varchi, terranno le proprie posizioni, restando candidati sindaci, a ritirarsi – e anche di corsa – saranno Miccichè e i suoi accoliti. Proviamo a illustrare perché Miccichè e i suoi, se Lagalla e Fratelli d’Italia manterranno la barra del timone dritta, si ritireranno di corsa.

La verità è che gli appelli alla cosiddetta “Unità del centrodestra” a Palermo da parte di Miccichè e dei suoi alleati altro non sono che tentativi di nascondere le proprie debolezze elettorali. L’attendismo di Cuffaro

Il ragionamento che fanno ancora oggi Miccichè e i suoi è sempre lo stesso: prima vinciamo le elezioni comunali a Palermo con un ‘nostro candidato’ (dove il ‘nostro candidato’ non è il candidato del centrodestra, ma il candidato di Miccichè) e poi parliamo delle elezioni regionali siciliane di Novembre. Che è come anticipare al presidente uscente della Regione, Nello Musumeci, la sua fine politica. Quello di Miccichè e dei suoi è un bluff. Forza Italia, alle ultime elezioni europee, ha preso il 5% e non era ancora spaccata. Il candidato di Forza Italia alle elezioni europee nel collegio Sicilia-Sardegna era – oltre a Berlusconi capolista, unico eletto – Giuseppe Milazzo, diventato eurodeputato proprio perché Berlusconi gli ha lasciato il posto. Milazzo – il più votato nella lista – oggi è candidato al Consiglio comunale di Palermo con Fratelli d’Italia, non con Forza Italia. Miccichè e i suoi ‘rilanciano’ con una coppia di 8 nelle mani nella speranza che gli altri ‘giocatori’ si ritirino. Ma non sarà così. Gli appelli alla cosiddetta “Unità del centrodestra” a Palermo di Miccichè e dei suoi alleati altro non sono che tentativi di nascondere le proprie debolezze elettorali. E’ questo il motivo per il quale, a nostro modesto avviso, se Lagalla e Carolina Varchi terranno la barra dritta e resteranno candidati, Miccichè e i suoi si ritireranno. Perché nella ‘conta’ della forza elettorale del centrodestra a Palermo loro – Miccichè e i suoi – sarebbero perdenti, perché ormai rappresentano solo la vecchia politica cittadina che in questi anni ha retto il gioco di Leoluca Orlando. Lo sanno anche i leghisti di Palermo, che in questi anni hanno fatto opposizione all’amministrazione Orlando e che, adesso, in alcuni casi loro malgrado, si ritrovano alleati di un partito – Forza Italia targata Miccichè – che da cinque anni a questa parte (in realtà anche da prima) ha sostenuto il sindaco uscente. I leghisti di Palermo sanno benissimo che questa alleanza li danneggerà, ma ormai non possono più tornare indietro. Questo spaccato della politica palermitana spiega anche perché la nuova DC di Totò Cuffaro fino ad ora è rimasta alla finestra. Politico molto ‘navigato’, Cuffaro, che rimane nel centrodestra, prima di muovere le proprie pedine preferisce aspettare l’evoluzione, perché qualcosa dovrà succedere. Potrebbe succedere, per esempio, che Fratelli d’Italia, Lagalla e renziani ‘chiudano’ un accordo provare a vincere al primo turno e porre fine alla ‘pupiata’ di Forza Italia…

Attenzione alla candidatura di Cateno De Luca alla presidenza della Regione siciliana: su di lui potrebbe convergere lo schieramento contrario al presidente uscente Musumeci: ‘pezzi’ del centrodestra e del centrosinistra e ‘pezzi’ di ciò che resta del Movimento 5 Stelle

L’obiettivo di Miccichè – cosa che non ci stanchiamo di ripetere – è la sua terza rielezione alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana. Ma se il centrodestra vincerà le elezioni regionali siciliane di Novembre Miccichè non verrà mai rieletto presidente del Parlamento siciliano. Per questo deve provare a mettere su una sorta di ‘ammucchiata milazziana’ contro il centrodestra perdente. Potrebbe essere il solito inciucio classico con il PD, che Miccichè e l’ex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, eterno alleato di Miccichè nelle operazioni politiche trasformiste, hanno già sperimentato direttamente nel 2009 e indirettamente nel 2012, agevolando l’elezione del candidato di centrosinistra, Rosario Crocetta, alla guida della Regione. Ma, attenzione, la soluzione potrebbe essere un’altra, ovvero la convergenza dell’accoppiata Miccichè-Lombardo, della Lega, del PD e di una parte del Movimento 5 Stelle sulla candidatura alla presidenza della Regione siciliana di Cateno De Luca, già da mesi in campagna elettorale nella corsa alla presidenza della Regione. Questa ammucchiata milazziana (da Silvio Milazzo, presidente della Regione siciliana per circa un anno e mezzo, tra la fine del 1958 e i primi mesi del 1960, appoggiato da forze politiche eterogenee, da destra a sinistra) si potrebbe contrapporre al presidente uscente Nello Musumeci. Questo spiegherebbe le indiscrezioni che darebbero soggetti vicini a Berlusconi favorevoli alla candidatura di De Luca. Ma in entrambi i due scenari Miccichè e i suoi debbono ‘catturare’ il Comune di Palermo con i voti degli altri, perché loro di voti ne hanno molto pochi. Il paradosso è che vorrebbero farlo con i voti di coloro i quali verrebbero penalizzati dall’inciucio con il PD o dalla convergenza degli avversari di Musumeci su De Luca candidato alla presidenza della Regione: cioè con i voti di Fratelli d’Italia e di Lagalla, cioè con i voti dello stesso Governo regionale di Musumeci che, è noto, su Palermo, per metà sostiene Lagalla e per metà sostiene Carolina Varchi. In pratica, Fratelli d’Italia con Carolina Varchi, Lagalla e tutto il Governo regionale si dovrebbero ‘auto-incaprettare’ per poi ‘auto-incaprettarsi’ alla Regione per regalare a Miccichè e ai suoi prima il Comune di Palermo e poi la Regione…

Cosa direbbero Miccichè e i suoi nel caso in cui dovessero decidere di non presentare un proprio candidato al Comune di Palermo 

Questa operazione politicamente ‘mefistofelica’ – tipica di Lombardo e Miccichè, abilissimi nella ‘dialettica dei tradimenti politici’ – si regge sul bluff. E proprio perché è un bluff Miccichè e i suoi alleati non possono permettersi di partecipare alla ‘conta’ elettorale del centrodestra a Palermo, perché ne uscirebbero sconfitti e questo pregiudicherebbe l’operazione ‘milazziana’ che hanno in testa di realizzare alla Regione. Dunque, se non ci sarà la convergenza di tutto il centrodestra sul candidato sindaco di Miccichè, ebbene, saranno proprio Miccichè e i suoi a ritirarsi. E vi anticipiamo pure quale scusa prenderanno: siccome non c’è unità nel centrodestra di Palermo e nessuno vuole fare un passo indietro, a fare un passo indietro saremo noi che siamo i più responsabili di tutti… I gesuiti della Palermo di fine anni ’80 non saprebbero fare di meglio. Direte: e la Lega che fine farà? Il leader nazionale di questo partito, Matteo Salvini – dobbiamo dire molto ingenuamente – si è lasciato ‘catturare’ dalle sirene della Catania anti-musumeciana ed è finito in un vicolo cieco. Il suo partito a Palermo, come già accennato, si ritrova alleato con gli alleati storici del disastroso sindaco uscente, Orlando; a Palermo la Lega resisterà perché ha all’interno realtà con i voti veri, ma a Palermo i risultati non saranno comunque esaltanti. Da Palermo, per la Lega partirà quello che in Chimica organica si definisce “processo di alogenazione degli alcani”: una sorta di reazione a catena negativa che farà affondare la Lega in Sicilia, che dovrebbe più che dimezzare i voti rispetto alle elezioni europee…

Foto tratta dalla Gazzetta Jonica         

 

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