Tutto è bene quel che finisce bene, si usa dire. Questa volta è finita bene, nel senso che la Regione Veneto del leghista Luca Zaia ha modificato un post un po’ offensivo non soltanto contro la Calabria, ma contro tutto il Sud, Sicilia compresa. A noi la notizia era sfuggita e dobbiamo ringraziare il nostro amico Alessandro Nobile che ci ha informati su questa storia con un post su Facebook che riprende un articolo di La C News 24. Ma andiamo con ordine. Intanto cominciamo col dire che tutto comincia con un pessimo esempio di pubblicità comparativa pubblicato nei giorni scorsi – per la precisione il 5 Aprile – sulla pagina ufficiale della Promozione turistica della Regione Veneto. Dove i nostri amici di una Regione bellissima – noi non abbiamo ad affermare che il Veneto è bellissimo e non soltanto per Venezia, ma anche per tutto il resto – promuovono il ritrovamento di una colonia romana: “No, non sei in cima all’Acropoli di Atene, e neppure a passeggio, accaldato e a rischio insolazione tra qualche rovina della Magna Grecia. Questo è il Veneto che sa sorprendere. La sua collezione conserva materiali provenienti quasi esclusivamente dall’antica colonia romana di Iulia Concordia, rinvenuti grazie a scoperte del tutto fortuite da parte dei ‘cavatori’ di pietre della zona. Non te lo aspettavi vero?”. Non è facile capire perché i veneti, nel promuovere un luogo di sicuro interesse storico e culturale, debbano per forza di cose denigrare e screditare le “rovine della Magna Grecia”, che tutti sappiamo essere nel Sud Italia, Calabria e Sicilia in testa. Denigrando – forse non senza una punta di invidia – anche il sole del Sud e della Sicilia. Perché?
“In effetti una caduta di stile – scrive La C News 24 – con allusioni al limite del denigratorio alle poche aree archeologiche, secondo il social media manager colpevolmente esposte al sole, sparse lungo la fascia ionica calabrese tra Locri e Monasterace, Capo Colonna e Sibari se l’aspettavano in pochi. La gaffe non è passata inosservata agli occhi dei circa 300 mila followers della fanpage ‘Visit Veneto’, i quali hanno espresso tutto il loro disappunto per quello che a tutti è apparso come un clamoroso colpo basso. ‘Riportateci la refurtiva’ scrive un utente. E poi ancora: ‘Noi in Sicilia abbiamo un museo a cielo aperto, reperti greci a non finire e vengono da tutto il mondo, anche con il caldo. Pretendiamo un post di scuse’. Gli addetti ai lavori la chiamano pubblicità comparativa. Di certo promuovere i propri siti cercando maldestramente di screditare quelli altrui non sembra a naso una strategia di marketing che porta lontano. Ne sa qualcosa il massmediologo col gusto della provocazione Klaus Davi, che due anni fa in piena pandemia realizzò uno spot promozionale per la Calabria facendo infuriare proprio Zaia. Senza dimenticare un post del 2020 comparso sulla pagina Facebook della compagnia aerea Easy Jet, secondo cui la Calabria «soffre di un’evidente assenza di turisti a causa della sua storia di attività mafiosa e di terremoti». Seguirono rimozione del contenuto con tanto di scuse. Accadrà anche stavolta?
Sì, è accaduto anche stavolta. Perché il post è stato cambiato. E’ scomparso il “rischio di insolazione”. Tutto rientrato. Con una punta di ironia da parte della Calabria. Scrive sempre La C News 24: “La direzione regionale dei musei della Calabria ha risposto con le stesse ‘armi’, attraverso un post su Facebook che ritrae il parco archeologico dell’antica Kaulon baciato dal sole e poche righe. «Non siete in qualche assolato sito della Magna Grecia? E cosa aspettate a venirci?» è scritto sulla pagina social. Prima di un’altra domanda: «Magna Grecia… lo senti lo iodio?»”. Polemica chiusa. Anche se qualche considerazione l vogliamo fare anche noi. A cominciare dalla meteorologia. Per ricordare ai nostri amici leghisti che quest’anno il Sole qualche scherzetto lo sta tirando anche a loro. Eh sì, perché a furia di denigrare il Sole del Sud e della Sicilia il Sole, quest’anno, ha deciso di passare le vacanze invernali nel Nord Italia, lasciando il fiume Po quasi in secca, mettendo in difficoltà – in grande difficoltà – una buona parte dell’agricoltura dello stesso Nord Italia. La verità è che i leghisti, appena li lasci soli provocano enormi danni. Guardate cosa hanno combinato Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti a Roma, dove appoggiano il peggiore Governo della storia della Repubblica italiana presieduto dal banchiere promosso statista, Mario Draghi. E guardate cosa stanno combinando i leghisti a Palermo, dove sono finiti tra le braccia di Gianfranco Miccichè e di Leoluca Orlando. Del resto, Zaia è noto per una bizzarra promozione dell’olio extra vergine italiano. Quando era Ministro delle Politiche agricole e si decise di promuovere l’olio extra vergine d’oliva italiano, lui decise che in Canada sarebbe andato – sembra incredibile! – lo 0,000004% di olio etra vergine d’oliva prodotto in Veneto e non l’extra vergine di Puglia, Calabria e Sicilia che producono il 90% dell’extravergine in Italia. Noi siamo sempre stati felici di questa scelta: perché un Paese – il Canada – che ci rifila da oltre un quindicennio il grano al glifosato e alle micotossine grazie alla ‘Grande’ Unione europea merita senz’altro, per ‘castigo’ l’olio d’oliva veneto! E poi, volendo, Zaia aveva ragione: era richiesto l’olio d’oliva italiano e Puglia, Calabria e Sicilia dell’Italia hanno sempre fatto parte fino a un certo punto…