Elezioni a Palermo: se Fratelli d’Italia terrà la barra del timone dritta a ritirarsi saranno Lombardo e Miccichè

20 aprile 2022
  • Gianfranco Miccichè, Raffaele Lombardo e la favola della rana e dello scorpione
  • Avete presente i bambini proprietari del pallone che, se non si gioca come dicono loro, prendono il pallone e se lo portano non facendo giocare più nessuno? Ecco, i due – Miccichè e Lombardo – sono così: o si fa come dicono loro sennò…

Gianfranco Miccichè, Raffaele Lombardo e la favola della rana e dello scorpione

Forse il nodo del centrodestra siciliano – ironia a parte – si va sciogliendo. Nel senso che dalle parti di Fratelli d’Italia hanno capito che dialogare con Gianfranco Miccichè e con Raffaele Lombardo è tempo perso. I due – Miccichè e Lombardo – vogliono lo ‘scalpo’ del presidente della Regione uscente, Nello Musumeci. I due – Miccichè e Lombardo – non sono tipi da mantenere impegni, soprattutto se alle elezioni regionali si voterà a Novembre. I due – Miccichè e Lombardo – se dovessero riuscire a conquistare il Comune di Palermo grazie all’eventuale ritiro della candidata di Fratelli d’Italia, Carolina Varchi, a Novembre si inventerebbero una ‘tragedia’ per non fare rieleggere Musumeci. I due – Miccichè e Lombardo – non lo fanno apposta: è la loro natura politica. Avete presente la favola della rana e dello scorpione? Lo scorpione deve attraversare un fiume e chiede alla rana di ospitarlo sulla schiena; la rana in un primo momento rifiuta, ma lo scorpione insiste e argomenta che, pungendo la rana durante il tragitto, la stessa rana morirebbe, ma morirebbe anche lo scorpione che non sa nuotare. La rana si convince e fa salire sulle proprie spalle lo scorpione e, a metà strada, punge la rana, che prima di morire chiede allo scorpione: “Perché l’hai fatto?”. “E’ la mia matura”, risponde lo scorpione…

Avete presente i bambini proprietari del pallone che, se non si gioca come dicono loro, prendono il pallone e se lo portano non facendo giocare più nessuno? Ecco, i due – Miccichè e Lombardo – sono così: o si fa come dicono loro sennò… 

Già, la loro natura. I due – Miccichè e Lombardo – sono ‘vinciusi’: s’avi a fare chiddru di dicinu iddri. Avete presente i bambini proprietari del pallone che, se non si gioca come dicono loro, prendono il pallone e se lo portano non facendo giocare più nessuno? Ecco, i due – Miccichè e Lombardo – sono così: o si fa come dicono loro sennò… I due – Miccichè e Lombardo – hanno deciso di prendersi il Comune di Palermo: Carolina Varchi si deve ritirare, Roberto Lagalla si deve ritirare, del centrodestra deve restare solo Francesco Cascio che deve essere eletto per la legge della caduta dei gravi. Perché dovrebbe finire così? Perché lo hanno deciso i due – Miccichè e Lombardo – che sono due fenomeni elettorali. E’ vero? Ma quannu mai! I due – Miccichè e Lombardo – ormai i voti li vedono con il lanternino. Lombardo a Catania e dintorni ‘rutulia’ con quattro desaparesidos della vecchia politica: poca ‘roba’, direbbe il Verga; va un po’ meglio il suo fido Roberto Di Mauro, che ad Agrigento e dintorni si mangia ancora quattro fili; ma nelle altre province gli Autonomisti arrancano: più che altro, quello di Lombardo è un partito di reduci. Quanto a Forza Italia, alle ultime elezioni europee il partito di Berlusconi, in Sicilia, un poteva stari addritta: se non era per i voti dell’ex Cavaliere capolista, gli azzurri, tra Sicilia e Sardegna, avrebbero ‘leccato la sarda’: non avrebbero preso nemmeno un europarlamentare. Tra l’altro, l’unico europarlamentare eletto in Forza Italia a Strasburgo – Giuseppe Milazzo – ha fatto Marameo! a Miccichè e se n’è andato con Fratelli d’Italia: ed è candidato al Consiglio comunale e di Palermo prenderà una bella barca di voti. I due – Miccichè e Lombardo – millantano una forza elettorale che non hanno. Uno ha una coppia di 8, l’altro una coppia di 10 e rilanciano a chi ha tris d’assi e scala. Ma unn’hannu a ghiri? Il pericolo che vinca al primo turno il candidato di centrosinistra? Con sette-otto candidati sindaci – alcuni ‘pesanti’ come Roberto Lagalla targato UDC, Carolina Varchi per Fratelli d’Italia, Franco Miceli per il centrosinistra, Francesco Cascio per mezza Forza Italia e mezza Lega, più Ciro Lomonte per Italexit (partito in crescita), Siciliani Liberi e popolo delle famiglie, Francesca Donato che ‘corre’ già da almeno due mesi  – nessuno raggiungerà il 40% e si andrà al ballottaggio. Ci sarebbe anche l’autonomista Totò Lentini, che a nostro avviso resterà candidato se Miccichè e Lombardo, ormai ‘sgamati’, ritireranno il loro candidato.  Il resto sono chiacchiere e cucchiteddr ‘i lignu…   

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