Finalmente il centrodestra siciliano ha raggiunto l’accordo su tutto: tutto andrà a Gianfranco Miccichè: il sindaco di Palermo, il sindaco di Messina, la presidenza della Regione siciliana, la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana, Mondello, Sferracavallo, il castello di Carini con tutta la baronessa, il Chiostro di Monreale, Alicudi, il Gonzaga con tutta l’associazione degli ex studenti, tre gesuiti professi a scelta insindacabile dell’attuale coordinatore di mezza Forza Italia in Sicilia, il futuro Tram di via Libertà con le foto dell’assessore comunale Giusto Catania nei vagoni, tutte le arance di Paternò e anche la cittadina di Caltabellotta dove lo stesso Miccichè potrà siglare la pace con Marcello dell’Utri, che fino ad 13 Giugno resterà comunque confinato nella biblioteca Lucchesiana di Agrigento insieme con Roberto Lagalla che, ovviamente, ritira la sua candidatura a sindaco del capoluogo siciliano per dedicarsi alla teosofia senza risonanza magnetica. L’accordo è stato siglato nella Cappella Palatina di Palermo tra lo stesso Miccichè e ‘Gnazio, al secolo Ignazio la Russa. Ed è stato proprio quest’ultimo a dare la notizia: “Miccichè – ha detto la ‘Gnazio – non ci ha dato alcuna garanzia per la riconferma di Nello Musumeci alla presidenza della Regione siciliana. A questo punto non abbiamo potuto fare a meno di ripensare alla Consolazione della filosofia di Severino Boezio e, in accordo con lo stesso Musumeci, abbiamo deciso non di tirare i remi in barca, ma di affondare direttamente la nostra barca: Musumeci partirà per una crociera nei Caraibi, poi si stabilirà a Formentera e, infine, si auto-confinerà ad Ustica con a disposizione un catamarano; la nostra Carolina Varchi, invece, comincerà ad occuparsi di entomologia”.
Il nuovo presidente della Regione verrà scelto, senza passare dal voto, da Miccichè, Raffaele Lombardo e il PD, partito che, ancora una volta, verrà rappresentato da Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia. Ognuno di loro – cioè Miccichè, Lombardo, Cracolici e Lumia – avrà diritto a tre assessorati. Non sarà della partita, per motivi ‘tecnici’, Confindustria di Antonello Montante, ma qualcosa si troverà. A Palermo rimarranno solo due candidati: Franco Miceli e Francesco Cascio che, come per la guida della Sicilia, diventeranno sindaci entrambi senza passare dal voto con l’impegno solenne di distruggere via Libertà con il Tram. Quanto alla Lega di Salvini versione siciliana, i suoi adepti si impegnano a studiare perché a Catania i lupini si chiamano lupini, mentre a Palermo si chiamano luppini, con due p. “Abbiamo offerto a Miccichè, per la sua intelligenza, anche la corona di imperatore della Sicilia con l’impegno, quando sarà, di seppellirlo nella Cattedrale di Palermo accanto a Federico II – conclude ‘Grazio -. Ma Miccichè con grande stile ha rifiutato e ha detto che si accontenterà di fare il presidente dell’Assemblea regionale siciliana a vita. Noi di Fratelli d’Italia usciamo vittoriosi dalla trattativa difficilissima: lasciamo a Miccichè la Regione e la presidenza del Parlamento siciliano, il Comune di Palermo, il Comune di Messina e tutto il resto. Giorgia Meloni sarà fiera di noi…”.
Foto tratta da TURISMO.it