- Il segretario regionale del Pd siciliano pone un problema serio: la Regione non può proseguire senza Bilancio
- Non ci convincono le spiegazioni del parlamentare regionale Sergio Tancredi: lo stimiamo, ma stavolta è un po’ troppo ‘pindarico’ sotto il profilo contabile e istituzionale
- I danni alle finanze della Regione siciliana li ha provocati il PD ed è semplicemente assurdo che ci siano ancora siciliani che votino per questo partito e, in generale, per i partiti politici nazionali
Il segretario regionale del PD siciliano pone un problema serio: la Regione non può proseguire senza Bilancio
Stasera ci siamo impegnati con i nostri lettori per raccontare cosa sta succedendo nei conti della Regione siciliana. Abbiamo deciso di rimandare rimandare al MATTINALE di domani. Anche per fare ai nostri lettori contezza del dibattito – in verità un po’ scadente – sulla situazione finanziaria della Regione. Cominciamo con la dichiarazione del segretario regionale del PD siciliano, Anthony Barbagallo, che, essendo giovane, probabilmente non sa cosa ha combinato il suo partito nel 2014, nl 2015 e nel 2016. Leggiamo insieme cosa dice oggi Barbagallo: “Nonostante gli accorati appelli delle opposizioni e delle parti sociali a pochi giorni dallo spirare del termine previsto per legge, non vi è ancora nessuna traccia della Finanziaria. A questo punto ci sono, in sostanza, tutte le condizioni per avviare il procedimento di scioglimento dell’Ars per gravi violazioni dello Statuto”. Il riferimento è al fatto che il Governo di Nello Musumeci non ha ancora presentato il disegno di legge di stabilità 2022 (leggere Bilancio e Finanziaria 2022). E non può presentarlo perché, come illustreremo domani mattina, all’appello mancano poco più di 600 milioni di euro (in realtà. ne mancavano 400, ma a quanto pare negli uffici dell’assessorato regionale all’Economia hanno fatto male i conti. Torniamo a Barbagallo: “Musumeci, infatti, è fuori tempo massimo: rispettando le procedure regolamentari interne, i passaggi nelle commissioni di merito e in commissione Bilancio, i termini di garanzia per la formulazione degli emendamenti anche in Aula, calendario alla mano, non ci sono più margini per approvare entro il 30 aprile il Bilancio e la Finanziaria da parte dell’Ars. In momenti così complicati per le tante emergenze che attendono risposte da parte del Governo regionale, Musumeci non può permettersi di tergiversare, riflettere, rimuginare su atti fondamentali, come il Bilancio e la Finanziaria da discutere e approvare all’Ars. Il tutto soltanto per decidere il suo destino: ricandidarsi contro il volere di tutti, in primis dei suoi ex alleati. Questo è il tragico epilogo di una legislatura disastrosa, trascorsa tra impugnative e nodi irrisolti, per un governo che è oramai alla frutta – conclude Barbagallo -. Il tutto mentre ci sono intere categorie che attendono risposte dal governo e dall’Aula come i Comuni, i precari, i forestali, i lavoratori Esa, i Consorzi di bonifica, le famiglie, i disabili e le emergenze legate alla sanità”.
Non ci convincono le spiegazioni del parlamentare regionale Sergio Tancredi: lo stimiamo, ma stavolta è un po’ troppo ‘pindarico’ sotto il profilo contabile e istituzionale
A Barbagallo replica il parlamentare regionale di Attiva Sicilia, Sergio Tancredi, uno dei pochi deputati dell’Assemblea regionale siciliana che conosce non soltanto il Bilancio, ma anche gli scippi operati dal Governo nazionale alla Regione. “Nel gioco a chi la spara più grossa – dice Tancredi – stavolta arriva il segretario del PD Barbagallo, che fa finta di non ricordare che la Regione ha deciso un lungo esercizio provvisorio con il fine di concludere gli accordi con Roma. Non esiste alcuna possibilità di violazione dello Statuto, circostanza che dovrebbe essergli nota se solo ripassasse un minimo di diritto, ma la politica lo ha portato da molti anni fuori dall’esercizio della professione e deve essersi arrugginito un po’. Il decreto 118 (si tratta della riforma della contabilità pubblica che risale al 2011 ndr) fissa il principio dell’esercizio pluriennale e, quindi, l’Assemblea ha il tempo di approvare il bilancio già esitato dal Governo, mentre la Regione è garantita in ogni caso dalla possibilità di ricorrere alla gestione provvisoria, che salvaguarda tutte le spese fisse. Quindi, ancora una volta Barbagallo pecca di ignoranza e malafede, due doti che in questi anni non lo hanno mai abbandonato”.
I danni alle finanze della Regione siciliana li ha provocati il PD ed è semplicemente assurdo che ci siano ancora siciliani che votino per questo partito e, in generale, per i partiti politici nazionali
Noi abbiamo stima dell’onorevole Tancredi, ma questa volta – stando alle nostre conoscenze – abbiamo la sensazione che abbia ragione il segretario del PD siciliano. Il fatto che il decreto 118 fissi il principio dell’esercizio pluriennale non significa che il Bilancio annuale può non essere approvato nei termini previsti dalla legge o, addirittura non approvato! Domani mattina cercheremo di illustrare quello he sta succedendo in termini contabili e in termini politici. Ma affermare che si può andare avanti senza Bilancio approvato, facendo finta che non esista la violazione persistente dello Statuto. Semmai qualcuno dovrebbe ricordare all’onorevole Barbagallo che se la Regione siciliana, ogni anno, presenta un disavanzo fisso di circa 900 milioni di euro, ebbene, ciò succede perché tra il 2014 e il 2016 il Governo nazionale di Matteo Renzi e il Governo siciliano di Rosario Crocetta hanno siglato accordi finanziari disastrosi per la Regione. Manifestare preoccupazione per i “Comuni, i precari, i forestali, i lavoratori Esa, i Consorzi di bonifica, le famiglie, i disabili e le emergenze legate alla sanità” come fa l’onorevole Barbagallo è solo ipocrisia politica allo stato puro, perché è stato il suo partito a provocare il disavanzo fisso di 900 milioni di euro nei conti della Regione. Il resto è solo demagogia buona per consentire al PD di continuare a prendere i voti che lo stesso PD – al pari degli altri partiti politici nazionali – utilizza per colpire i Siciliani. Il PD e gli altri partiti politici nazionali esistono perché ci sono ancora tanti Siciliani che sono i peggiori nemici di se stessi.
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