Forse a Palermo per cercare di capire quello che succederà alle elezioni comunali bisognerà partire dal voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare un candidato sindaco di uno schieramento politico e il candidato al Consiglio comunale di uno schieramento politico opposto. Solo così si può spiegare quello che sta succedendo nel centrodestra e, per certi versi, anche nel centrosinistra. La partita è complicata e non è facile venirne a capo. Nel nostro MATTINALE DI OGGI abbiamo cercato di illustrare il ‘suicidio’ politico della Lega di Matteo Salvini a Palermo, ma forse serve un supplemento di illustrazione, perché. in realtà, l’obiettivo è duplice: garantire i vecchi equilibri di Palermo e, soprattutto, consentire alla vecchia politica siciliana di riprendersi la Regione, non ha importanza se on il centrodestra o con il centrosinistra. Perché il vero problema della legislatura che volge verso la fine è che l’attuale presidente della Regione uscente, Nello Musumeci, fa parte solo indirettamente della vecchia politica siciliana: e la vecchia politica siciliana non si fida più di Musumeci, probabilmente perché non è riuscita a mettere le mani su alcuni settori, sanità in testa (ma non soltanto la sanità). In tanti, in questo momento, si chiedono che senso ha, per la Lega di Palermo – che in questi anni ha fatto opposizione all’attuale amministrazione comunale di Leoluca Orlando – ‘chiudere’ un accordo politico con Gianfranco Miccichè, il ‘capo’ dimezzato di Forza Italia in Sicilia. Questo perché, in questi anni, tutto il gruppo di Miccichè a Palermo non ha certo fatto opposizione all’attuale amministrazione comunale uscente. E’ evidente che non tutte le ‘carte’ sono state scoperte. Proviamo, adesso, a scoprire qualche ‘carta’ nel gioco della Lega di Palermo e in Sicilia.
Da quello che sta venendo fuori è chiaro che le adesioni alla Lega in Sicilia avvenute negli ultimi tempi andrebbero visionate con il ‘microscopio politico’. Luca Sammartino, ad esempio. Di estrazione moderata, prima passato al PD, poi con i renziani e, poi, con la Lega. Domanda: che ci fa Sammartino nella Lega? A parte le sue vicissitudini giudiziarie, il personaggio, a Catania e dintorni, è sicuramente molto forte sotto il profilo elettorale. E non sembra esattamente il tipo disposto a regalare il suo consenso al primo che passa. Si sa che la sua ambizione è la candidatura alla presidenza della Regione siciliana. Ma nel centrodestra – a meno che il presidente Musumeci non decida di ritirarsi – non c’è molto spazio. E allora? Sorge un dubbio: magari le adesioni alla Lega di questi ultimi tempi potrebbero essere state una sorta di preparazione ad un’ “Opa” su questo partito politico? Per prendersi il partito o per abbandonarlo al momento opportuno, non prima di averlo danneggiato, come sta succedendo a Palermo? Perché va da sé che a Palermo, per come si stanno mettendo le cose – con il partito che, da anti-orlandiano, ha ‘chiuso’ un accordo con Gianfranco Miccichè, eterno alleato di Orlando su cose ‘concrete’ – la Lega avrà un crollo elettorale, nel senso che si salveranno solo quelli che hanno i voti, a prescindere dal simbolo Lega-Prima l’Italia. Resta da capire che cosa ci guadagnerà il leader della Lega, Matteo Salvini, da questa operazione politica un po’ ‘suicida’ di Palermo. In ogni caso il nume tutelare del Papete di Rimini, Massimo Casanova, eletto nel Parlamento europeo, qualcosa ci guadagnerà, se è vero che Radio tam tam sussurra di una sua presenza anche in Sicilia… Del resto, Casanova è un uomo del Sud, eletto nella Circoscrizione dell’Italia meridionale. Tra meridionali le cose si capiscono…
Detto questo, non è facile capire il ‘gioco’ in corso nella Lega versione Sicilia. Le ‘carte’ le danno Salvini e Casanova o altri? Ribadiamo: le ipotesi sono tante. Il parlamentare nazionale della Lega, Nino Germanà, per le elezioni comunali di Messina ha ‘chiuso’ un accordo con Cateno De Luca, fino ad oggi candidato alla presidenza della Regione siciliana (in politica, si sa, tutto può succedere). L’accordo finirà lì o andrà avanti? Si vocifera – ma sono solo indiscrezioni – che sia nato nella Lega siciliana uno schieramento alternativo: e non si capisce se si tratti di un’alternativa all’attuale coordinatore regionale, Nino Minardo, o alternativa alla stessa Lega, cioè un gruppo pronto a ‘fare qualche altra cosa’ in occasione elle elezioni regionali. Di Germanà abbiamo detto, ma è anche interessate capire cosa stanno combinando l’europarlamentare Annalisa Tardino, il parlamentare nazionale Alessandro Pagano, i parlamentari regionali Carmelo Pullara, Giovanni Cafeo e Marianna Caronia e il consigliere comunale di Palermo, Igor Gelarda. Sul ruolo di Sammartino non abbiamo molti dubbi_ è molto ma molto abile e l’ha già dimostrato. C’è solo lui? Alleati della Lega – almeno fino ad oggi, poi si sa, in politica può succedere di tutto – sono l’ex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, e il parlamentare regionale Roberto Di Mauro. Non esattamente vicini al presidente della Regione uscente Musumeci, Lombardo e i suoi sono invece da sempre in ottimi rapporti con Gianfranco Miccichè: che guada caso, come già ricordato, ha ‘chiuso’ l’accordo con la Lega alle elezioni di Palermo sul nome di Francesco Cascio candidato sindaco di Palermo. E il cerchio si chiude. Ma è una ‘chiusura’ da verificare sul campo. E qui torniamo all’inizio di questo articolo: il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare un candidato sindaco di uno schieramento politico e il candidato al Consiglio comunale di uno schieramento politico opposto. E con il voto disgiunto, come si direbbe a Sciacca, aggia aperta, aceddru mortu… Come avvenuto nel 2012 e nel 2017, considerato che ci sono di mezzo le stesse facce, non è da escludere il caos nello spoglio per le elezioni del Consiglio comunale.