Alla fine in Cina, per la precisione a Shanghai, una delle città più popolose del mondo, i morti per Covid-19 sono tre: uno aveva 89 anni e gli altri due 91 anni. Tutt’e tre erano malati cronici. Basta questo per giustificare il lockdown rigido? Da quello che si legge sui giornali, i cinesi non hanno mai adottato la strategia di convivenza con il virus SARS-COV-2, ma una strategia basata sul cosiddetto zero-Covid: tracciamento sistematico di tutte le persone positive, che vengono confinate a casa. In realtà, a Shanghai ad essere confinate in casa sono i circa 25 milioni di abitanti: bloccati nelle rispettive abitazioni da circa tre settimane. Ora, noi rischiamo di essere ripetitivi, ma troviamo un po’ strano il ricorso a un lockdown duro con tutto quello che comporta: a cominciare dalla scarsità di cibo che sta creando disagi e speculazioni. Leggendo le notizie qua e là si parla della variante Omicron e le sub-varianti del virus. Da quello che si conosce, la variante Omicron è molto contagiosa e potrebbe creare enormi problemi in una grande città se dovesse schizzare all’insù il numero delle persone da ricoverare. Se ciò che teme il Governo cinese è questo e cerca di evitarlo bloccando in casa circa 25 milioni di persone, ebbene – sul piano logico – significa che la variante Omicron potrebbe infettare e mandare in ospedale un gran numero di persone. In Occidente si dice che i vaccini utilizzati in massa in Cina sarebbero poco efficaci; ma anche noi, in Occidente abbiamo visto vaccini anti-Covid il cui effetto non va oltre i 5-6 mesi. E, in ogni caso, non si tratta di vaccini, perché non danno alcuna immunità, ma dovrebbero impedire di finire in ospedale, anche se non sempre è così. Come ripete dai primi di Febbraio il professore Andrea Crisanti, in Italia la stragrande maggioranza dei malati di Covid che finisce in ospedale è vaccinata e i deceduti sono in maggioranza vaccinati contro il Covid e sono – sempre in maggioranza -fragili (come potete leggere qui).
Ma il tema di questo articolo non è l’Italia, ma la Cina. Giusto evitare la diffusione dell’infezione, anche se i metodi non sono molto democratici. Dopo di che un paio di domande ci sembrano opportune: siamo sicuri che l’impegno che il Governo cinese sta mettendo nel contenimento di questa variante Omicron sia legato solo alla grande trasmissibilità di tale variante? Non è che i cinesi sanno qualcosa che noi non sappiamo? Non dobbiamo dimenticare che questo virus non è naturale, ma è ‘fuggito’ da un laboratorio cinese e lo questo virus lo conoscono molto bene. Basti ricordare il caso di Li-Meng Yan, la virologa che ha lavorato per anni a Hong Kong. La scienziata, fuggita dalla Cina, ha rivelato informazioni scioccanti sulla diffusione nel mondo del virus Sars-CoV-2 (Coronavirus di Wuhan) e anche sulla gestione dell’epidemia da parte della Cina (come potete leggere qui). Già un mese fa askanews scriveva che la Cina avrebbe continuato “ad attuare le sue severe politiche anti-Covid ma deve prepararsi a una diffusione della variante Omicron e delle sue sub-varianti difficile da controllare anche con le strategie di tolleranza zero, confinamenti e test di massa adottate finora nel Paese”. Già allora si parlava di una situazione “progressivamente più grave e complicata”. Oggi la situazione sembra peggiorata.
Anche in India lo scenario – sempre a giudicare da quello che si legge sui giornali desta qualche preoccupazione. Anche se non possiamo non segnalare una stranezza. Scrivendo su Google le parole “Covid India” la situazione appare sotto controllo con meno di 2 mila e 200 casi al 17 Aprile. Sui giornali, invece, si legge che nelle ultime 24 ore in India i casi sarebbero aumentati del 90%. Tutto, insomma, in un paio di giorni. Le autorità indiane hanno segnalato 214 decessi legati al Covid-19. La città più colpita è Nuova Delhi. Su Il Fatto Quotidiano si legge che i nuovi positivi sono 517 e 1.518 ricoverati, “il dato più alto dallo scorso 3 Marzo. Il ministero della Salute dello Stato di Delhi, però, rassicura sul fatto che il tasso di ospedalizzazione resta sotto controllo. Da qualche settimana l’India aveva eliminato le restrizioni per arginare il virus, ma a causa dell’incremento dei contagi alcuni Stati hanno ripristinato delle misure anti-Covid. Lo Uttar Pradesh, per esempio, ha reso nuovamente obbligatorio l’utilizzo della mascherina nei luoghi pubblici delle principali città”.
Foto tratta da Il Mattino