- L’accusa formulata a sette giorni dal voto a carico di Marine Le Pen parte dall’OLAF, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, braccio operativo della Commissione europea
- La mossa dell’Unione europea per cercare di indebolire Marine Le Pen, più che una dimostrazione di forza sembra una manifestazione di debolezza. Forse potrebbe addirittura favorire la candidata della destra francese anti-globalista
L’accusa formulata a sette giorni dal voto a carico di Marine Le Pen parte dall’OLAF, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, braccio operativo della Commissione europea
A quanto pare marine Le Pen sarebbe in vantaggio su Macron. La finanza, le banche e tutto l’armamentario europeista-ultra-liberista-globalista è entrato in fibrillazione. Lo schema “Al ballottaggio tutti contro i fascisti” non starebbe funzionando. Altrimenti, a sette giorni dal voto he dovrà decidere chi sarà il nuovo presidente della Francia tra Emanuel Macron e Marine Le Pen la solita Europa delle banche e della finanza non avrebbe messo in camp il “Piano B”: una bella accusa di appropriazione indebita per Marine Le Pen, per suo padre e per altri due esponenti del partito della destra francese. Accuse un po’ ridicole: né Marine Le Pen, né sua padre, Jean-Marie Le Pen, né i due dirigenti del partito si sarebbero messi soldi in tasca: li avrebbero utilizzati per finalità diverse da quelle previste dalla legge. Così dicono i ‘filosofi’ dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), braccio operativo della Commissione europea. Di fatto, questa sembra una mossa disperata: il tentativo di convincere tanti elettori francesi a non votare per Marine Le Pen. Di fatto, una manifestazione di debolezza di una Commissione europea che, tra gestione fallimentare del Covid e presenza ridicola nella guerra in Ucraina, mostra ancora una volta la propria scorrettezza.
La mossa dell’Unione europea per cercare di indebolire Marine Le Pen, più che una dimostrazione di forza sembra una manifestazione di debolezza. Forse potrebbe addirittura favorire la candidata della destra francese anti-globalista
Ricordiamo che i ‘sondaggi’ – che ormai da anni fanno sorridere – danno in vantaggio Macron di 10-12 punti. Ma questi, più che ricerca delle intenzioni di voto sembrano tentativi tragicomici di condizionare il voto. Fino ad oggi lo schema per bloccare la destra francese contraria al liberismo economico globalista ha funzionato: al ballottaggio tutti si coalizzano contro la Le Pen e i candidato dei ‘predoni’ europei vince non perché la gente lo vuole, ma perché la maggioranza degli elettori francesi vota in favore del meno peggiore. Cinque anni fa Macron ha vinto così. E dovrebbe andare così anche questa volta: così, ribadiamo, dicono i sondaggi. Ma gira voce che i francesi si sarebbero rotti i cabbasisi e starebbero facendo un altro ragionamento: Macron l’abbiamo messo alla prova e la Francia, piuttosto che andare avanti è andata indietro e, soprattutto, ha penalizzato le fasce più deboli. A questo punto proviamo l’alternativa e vediamo he succede… Così tanti francesi che votano a sinistra (non più per i socialisti, che in Francia sono scomparsi proprio per fare i ‘camerieri’ dell’Europa dell’euro, ma i comunisti) potrebbero decidere di votare per la Le Pen. Attenzione: è lo stesso meccanismo che, cinque anni fa, ha portato all’elezione di Macron: voterebbero la Le Pen non perché la pensano come lei, ma per provare un’alternativa a Macron. Da qui l’intervento pseudo-giudiziario – ribadiamo, molto disperato – della Commissione europea per cercare di gettare ombre su Marine Le Pen a sette giorni dal voto. Non è da escludere che possa sortire l’effetto contrario, ovvero rafforzare la voglia di cambiare da parte degli elettori che hanno le scatole piene di una sempre più fallimentare Unione europea.
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