Sul Titanic

La guerra in Ucraina si annuncia senza fine. Unione europea sempre più in crisi con Germania e Francia che prendono le distanze da Zelensky

Condividi
  • E’ inutile girarci attorno: per come si stanno mettendo le cose, la guerra in Ucraina durerà anni e bisogna sperare che non degeneri in una guerra nucleare 
  • Mentre in Italia Draghi dice che presto l’Italia rinuncerà al gas russo, Germania e Francia si preparano a trattare con la Russia di Putin a prescindere da una sempre più assente e fallimentare Unione europea
  • Dopo i fatti di Bucha – che i russi considerano una messa in scena – Putin non ha intenzione di credere alle parole di Zelensky

E’ inutile girarci attorno: per come si stanno mettendo le cose, la guerra in Ucraina durerà anni e bisogna sperare che non degeneri in una guerra nucleare 

A leggere quanto scrivono i giornali italiani e le fonti russe si desume che in Ucraina non c’è alcuna possibilità di far tacere le armi. Il presidente ucraino, Zelensky, è categorico: “Non vogliamo cedere il Dombass a Putin”. Sul fronte russo la proposta è esattamente opposta: “Gli ucraini ritirino le truppe dal territorio delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk”. Pensare alla pace in un’atmosfera di muro contro muro è un’illusione. Al contrario, la sensazione è che i russi si stiano preparando una una sorta di ‘equilibrio dinamico’: prendersi con le armi le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e prepararsi a una guerra che durerà chissà quanto tempo. Una guerra che, in ogni caso, consentirà alla Russia di controllare il Mar Nero, che significa possibilità di continuare a svolgere le normali attività commerciali. Questo lo ha capito Zelensky, sempre più nervoso, la cui unica richiesta all’Occidente industrializzato si materializza in una parola ripetuta ossessivamente: armi, armi, armi. La strategia russa è di lungo periodo: non punta soltanto a logorare l’avversario ucraino, ma anche a mettere l’Europa davanti alla realtà: e la realtà – lo ha ribadito nei giorni scorsi Putin – è che molti Paesi europei non possono fare a meno del gas russo e l’alternativa debbono andare a cercarla con Paesi come l’Algeria e l’Egitto: cosa, questa, che fa piacere allo stesso Putin, dal momento che Algeria e Egitto sono Paesi amici della Russia. Il tempo non gioca a favore dell’ucraina e dei suoi alleati, che hanno già cominciato a dividersi.

Mentre in Italia Draghi dice che presto l’Italia rinuncerà al gas russo, Germania e Francia si preparano a trattare con la Russia di Putin a prescindere da una sempre più assente e fallimentare Unione europea

Gli Stati Uniti, Regno Unito e la Nato insistono nella guerra indiretta alla Russia. Che poi è indiretta fino a un certo punto, perché i russi sono convinti che dietro l’affondamento dell’’incrociatore “Moskva” ci sia, in realtà, lo zampino di americani e inglesi: e infatti hanno iniziato a prendere di mira i satelliti Starlink, che secondo Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza, sarebbero stati utilizzati per colpire l’incrociatore Moskva. Solo che il prolungamento della guerra in Ucraina non va bene ad alcuni Paesi dell’Unione europea: e segnatamene a Germania e Francia. L’economia tedesca dipende per quasi il 50% dal gas russo, l’economia francese per il 30%; a differenza dell’Italia, che si ritrova con un capo del Governo – Mario Draghi – che non vede l’ora di mollare, visto che la situazione economica precipita di giorno in giorno (proprio in queste ore la Coldiretti ha ricordato che in questa Pasqua 2,6 milioni di italiani si sono dovuti arrangiare per mangiare, a causa soprattutto dei provvedimenti anti-Covid adottati dal Governo Draghi – dalle chiusure al Green pass – che hanno provocato danni enormi all’economia), i governanti di Germania e Francia non hanno alcuna voglia di perdere il gas russo e lo hanno fatto capire a chiare lettere a Zelensky, che infatti è sempre più nervoso. Tra l’altro, a differenza di Draghi, che continua a dire che l’Italia molto presto farà a meno del gas russo, i tedeschi e i francesi sanno benissimo che il gas statunitense portato con le navi servirebbe a poco, perché in Europa mancano i rigassificatori (strutture che servono per ricevere il gas liquido trasportato con le navi gasiere per poi distribuirlo nel territorio); e sanno anche che per realizzare un rigassificatore passano, nella migliore delle ipotesi tre anni, mentre l’emergenza gas è oggi (mentre in Italia sono già partite le speculazioni per guadagnare cifre enormi nella realizzazione dei rigassificatori: vedere la sceneggiata di Porto Empedocle in Sicilia). Per dirla in breve, tedeschi e francesi hanno capito che con l’allargamento della nato ad altri Paesi del Nord Europa si andrà verso una militarizzazione che, nei fatti – anche per ragioni economiche – farà venire meno l’Unione europea e stanno cercando autonomamente di trattare con la Russia. Di fatto, sul gas russo, la Commissione europea è stata esautorata.

Dopo i fatti di Bucha – che i russi considerano una messa in scena – Putin non ha intenzione di credere agli alle parole di Zelensky

Insomma, la situazione è complicata. Con un Zelensky sempre più preoccupato, perché l’affondamento dell’incrociatore Moskva provocherà una reazione russa che sarà meditata e dura. I russi fanno sapere che Zelensky ha affermato di essere pronto a discutere con la Russia la questione del rifiuto di aderire alla NATO e lo status della Crimea, ma solo dopo la cessazione delle ostilità e il ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino. I russi non credono al presidente ucraino. Ricordano di aver ritirato le truppe dopo i colloqui in Turchia. Poi è arrivata la storia di Bucha, che secondo i russi è stata una messa in scena. Per i russi, Zelensky è inattendibile. In questo momento – è la tesi russa – il presidente ucraino sta solo guadagnare tempo in attesa che la NATO e l’Unione europea gli inviino altre armi. I russi ricordano che ieri, durante la conquista di Mariupol, si sono arresi 1.464 militari ucraini, mentre altri 2 mila e 500 militari sono rimasti bloccati sul nello stabilimento Azovstal. Le condizioni poste dalla Russia sono due: ritiro delle truppe ucraine dal territorio delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e fissare su base contrattuale gli obblighi di riconoscere la Crimea e lo status di non blocco dell’Ucraina. Zelensky dirà di no e la guerra continuerà.

Pubblicato da