da Mario Di Mauro
de La Comunità di TerraeLiberAzione
riceviamo e pubblichiamo
Sicilia. Mentre va in avaria una petroliera nel nostro Mare siculo-tunisino, nell’impianto di gassificazione Isab, che fa capo al gruppo russo Lukoil di Priolo, è avvenuta una forte esplosione seguita da un incendio: due operai sono rimasti feriti. “Dai primi accertamenti emerge che il principio di incendio si è verificato all’interno dello stabilimento, e solo l’immediato l’intervento delle squadre di soccorso interne ha impedito il peggio. A Febbraio lo stesso impianto di gassificazione ha subito un altro scoppio” (fonte operaia). Il 18 Marzo, da informazioni operaie, abbiamo diffuso una nota ripresa da vari giornali:
“LASCIATE IN PACE LA LUKOIL DI PRIOLO! – La Lukoil siciliana sta subendo attacchi isterici e sabotaggi demenziali da parte di fornitori vari ubriacati dalla propaganda di guerra. Esprimiamo, come Siciliani consapevoli, la nostra Solidarietà alla Lukoil di Priolo, al suo magnifico management, ai suoi lavoratori e al loro grande impegno tecno-scientifico nella modernizzazione eco-sostenibile delle raffinerie e della generazione elettrica (in sinergia con ERG). La ristrutturazione è stata avviata -con grandi investimenti- dalla nuova proprietà euro-russa: dopo decenni di devastazioni ambientali e di attentati alla Salute umana. E se la benzina in Sicilia costa il doppio di quanto dovrebbe, la colpa è di uno Stato colonialista con capitale a Roma e di un ceto pseudo-politico siciliano ascaro e mercenario. Sigonella City dovremmo chiudere, non la Lukoil!”. Sicilia. Esplosione alla Lukoil: e se fosse un sabotaggio?
Foto tratta da New Sicilia.it