Sul Titanic

In ricordo di Letizia Battaglia, grande fotoreporter ma anche donna impegnata in politica

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  • Stamattina abbiamo appreso della scomparsa di Letizia Battaglia. Un suo ricordo
  • Letizia Battaglia assessore comunale a Palermo 
  • Letizia Battaglia parlamentare regionale a protagonista di una casa editrice

Stamattina abbiamo appreso della scomparsa di Letizia Battaglia. Un suo ricordo

Letizia Battaglia ha lasciato questa Terra. Scrivo queste note in prima persona per ricordare una persona unica nel suo genere. I ricordi sono tanti. Pur avendo lavorato per il quotidiano L’Ora di Palermo per quasi dieci anni, posso dire che al giornale l’avrò vista, sì e no, due o tre volte. Conoscevo la sua storia. Me l’aveva raccontata da nonna di Valeria, mia amica e compagna di studi. La nonna mi raccontava che negli anni ’50 e ’60 del secolo passato Letizia era una donna bellissima. Quando ho cominciato a bazzicare il giornale, grazie a Vittorio – si era nei primi anni ’80 – a Palermo i mafiosi erano, come dire?, molto impegnati con le armi. Non era l’Ucraina di oggi, questo no, ma un morto al giorno c’era sempre. E sul giornale c’erano le fotografie di Letizia Battaglia e della sua agenzia. Non mi sono mai occupato di cronaca nera. Letizia Battaglia l’ho conosciuta, in realtà, quando a Palermo circolava un periodico ambientalista: Papir. Nel 1986, quando alle elezioni comunali di Palermo venne eletto il primo consigliere comunale Verde – anzi, la prima consigliera comunale Verde, la compianta Marianna Bartocelli, giornalista eclettica – mi occupavo di cronaca politica regionale. E, ovviamente, seguivo, per lo più da lettore, anche le cronache del Comune di Palermo. Se volete conoscere la storia delle sua celebri fotografie potete leggere altri giornali dove troverete notizie precise su una grandissima fotoreporter. Qui troverete qualche ricordo di Letizia in veste di donna impegnata in politica.

Letizia Battaglia assessore comunale a Palermo 

Il 1987 è l’anno della Giunta comunale di Palermo “pentacolore in salsa rossa”. Era successo che nel 1985 i socialisti siciliani ‘comandati’ da Salvatore Lauricella si erano messi d’accordo con i democristiani che non ne volevano sapere di rieleggere sindaco Elda Pucci e avevano deciso di piazzare l’allora giovane democristiano Leoluca Orlando sindaco. Allora i sindaci venivano eletti dai Consiglio comunali. A Palermo i consiglieri comunali erano 80, il doppio dei consiglieri comunali di oggi. Orlando, figlio di un docente universitario della facoltà di Giurisprudenza, in procinto di diventare anche lui docente a Giurisprudenza, appena eletto sindaco comincia a scalciare contro i democristiani romani. A me Orlando non mi ha mai convinto e non piaceva nemmeno a mezzo Pci, mentre l’altra metà del Pci era orlandiana. A Roma e a Palermo – questo l’abbiamo ricostruito dopo – era cominciata l’operazione che avrebbe portato alla scomparsa della DC e del Psi. Ma questo non lo sapevano né Ciriaco De Mita, né Bettino Craxi, che in quegli anni duellavano, non capendo che stavano segando i rami degli alberi dove stavano seduti… A un certo punto nel 1987 Orlando – appoggiato da mezza Dc, compresi gli andreottiani che facevano finta di attaccarlo – decidono di buttare fuori dalla Giunta i socialisti e di dare vita a una Giunta con i comunisti, che ufficialmente non facevano parte della Giunta, ma che nei fatti erano dentro. Se non ricordo male nella Giunta c’erano i democristiani, la Sinistra finto-indipendente dal Pci, i Verdi, gli onnipresenti Socialdemocratici di Carlo Vizzini e i cattolici di Città per l’Uomo, il cui unico obiettivo era la distruzione della DC. Dopo due anni finisce la farsa del Pci che dà l’appoggio esterno e i comunisti formalizzano la loro presenza nell’amministrazione cittadina. Corre l’anno 1989. Ebbene, di questa Giunta – che a me, da socialista metà lombardiano e metà carrista, non piaceva proprio – Letizia Battaglia era assessore comunale al Verde. E’ stata brava? Assolutamente sì. Gli altri assessori non mi piacevano proprio: allora come oggi si occupavano di appalti, con risultati – allora come oggi – disastrosi. Letizia no, Letizia faceva cose molto belle.

Letizia Battaglia parlamentare regionale a protagonista di una casa editrice

Con Letizia abbiamo fatto amicizia quando, alle elezioni regionali del 1991, è stata eletta nella Rete in Assemblea regionale siciliana. Il giornale L’Ora aveva chiuso i battenti – guarda un po’ che combinazione – qualche mese prima delle stragi del 1992: strage di Capaci e strage di via D’Amelio. Alla fine del 1992 Franco Piro – eletto deputato regionale nel 1986 in una lista di sinistra ambientalista e riconfermato nella Rete nel 1991 – mi chiama e mi propone di dirigere Assemblea, il mensile del gruppo parlamentare della Rete in Assemblea regionale siciliana. Per quasi due anni ogni giorno sono stato nel ‘Palazzo’ (il ‘Palazzo è Palazzo Reale, detto anche dei Normanni e secondo me ‘sta cosa dei Normanni la potrebbero anche evitare, sede del Parlamento siciliano). Letizia allora aveva fondato una casa editrice – Le edizioni della Battaglia – e spesso mi regalava i libri assai particolari. Quando non parlavamo di Orlando e del Comune di Palermo eravamo in sintonia e, qualche volta, andavamo persino a mangiare insieme. Nel ‘Palazzo’ allora – oggi non sappiamo, perché non ci mettiamo piede da almeno dieci anni – c’erano due ristoranti: uno per i deputati e uno per i comuni mortali; ogni tanto Letizia mi invitava nel ristorante riservato ai parlamentari. L’esperienza di Assemblea si è interrotta nel 1994. Non andavo a genio a Ninni Terminelli, che allora era il leader dei ‘talebani’ della Rete. Mi licenziò con garbo Franco Piro. Da allora con Letizia ci siamo visti poco. Ma quando ci incontravamo era sempre un piacere.

Foto tratta da Antimafia Duemila

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