Ieri, 8 Aprile, a Palermo, intorno alle 13,00, la temperatura oscillava tra 26 e 28 gradi centigradi. Ci siamo chiesti che cosa succederà – ovvero che temperature avremo – tra due mesi. Oggi ci chiediamo: in Sicilia si sta facendo qualcosa per evitare che finisca come lo scorso anno, quando le fiamme, tra fine Primavera ed Estate, hanno ‘inghiottito’ quasi 80 mila ettari di boschi? Lo abbiamo chiesto a Giuseppe Fiore, segretario regionale del Sifus Confali, l’unica organizzazione sindacale che si batte veramente per la stabilizzazione degli operai forestali (e che non sfrutta gli operai forestali…). Fiore ci ha detto che solo la provincia di Trapani ha già avviato gli operai forestali al lavoro con fondi extra regionali, nelle atre otto province si aspetta l’approvazione del Bilancio 2022 della Regione siciliana. Poiché – questo è lo scenario che noi ipotizziamo – il Bilancio regionale verrà approvato non prima del 10-15 Maggio, abbiamo la sensazione che fino a metà Giugno – e dovrà andare bene – non ci saranno operai forestali nei boschi di otto province della nostra Isola. Una follia, perché con i cambiamenti climatici in corso da qui a metà Giugno potrebbe succedere di tutto.
Non ce la sentiamo, questa volta, di dare tutta la responsabilità all’attuale Governo regionale. Il Governo di Nello Musumeci, a causa degli scippi finanziari voluti dai Governi regionali di centrosinistra nella stagione di Rosario Crocetta in Sicilia e di Matteo Renzi a Roma – eredita ogni anno un disavanzo fisso di circa 900 milioni di euro. Tra entrate forzate e risparmi, per ora mancano circa 500 milioni di euro. Forse altri 200 milioni di euro arriveranno da qualche parte. rimane da coprire un ‘buco’ di 300 milioni di euro. lo scorso anno il Bilancio regionale è stato approvato con 900 milioni di euro di “accantonamenti negativi”, che significa, detto in soldoni, con 900 milioni di euro di ‘buco’, cioè con capitoli riempiti di soldi falsi. Tutto normale, per il Governo nazionale che ha rubato e continua a rubare fondi alla Regione siciliana per portarli nel Nord Italia. In questi casi delle leggi sinni futtinu. Quest’anno il ‘buco’ è di un terzo, rispetto all’anno scorso. Qualcosa la inventeranno. Sia chiaro: anche la Regione ha le proprie responsabilità: a Roma non va già l’idea che sì, è vero, mancano 300 milioni di euro per chiudere il Bilancio regionale: ma con i soldi della Regione – che in questo caso si ‘materializzano’ – si pagano vagonate di precari nei Comuni e negli uffici della stessa Regione. Nelle scorse settimane, nel silenzio quasi generale, il Governo nazionale ha impugnato gli articoli di ben due leggi regionali che prevedono stabilizzazioni di precari e rinnovo di contratti ai precari. Il ragionamento di Roma è semplice: a noi voi siciliani venite a dire che vi mancano 300 milioni di euro, però pagate una barca di soldi per tenere in vita i precari e li volete addirittura stabilizzare. Avete rotto le scatole!
Dopo di che, però, Roma, non ha detto nulla, anzi ha sollecitato il rinnovo dei contratto ai circa 9 mila addetti alla cosiddetta emergenza Covid, tra i quali tanti ammutta-carte! E, addirittura, si parla anche di stabilizzazione di questo personale. Ma come: i precari dei Comuni e della Regione non vanno bene e dovrebbero andare bene i precari del Covid, peraltro con i vaccini anti-Covid ormai ‘fuori-moda’? Insomma, il migliore, tra Roma e la Sicilia, ha la rogna… Il problema è che mentre si discute del futuro degli ammutta-carte – alla Regione, nei Comuni e sotto il segno del Covid – il personale che serve veramente alla Sicilia, ovvero gli operai forestali, rimangono a casa. A noi tutto questo sembra una follia bell’e buona. Non sappiamo quello che succederà da qui a due mesi: però sappiamo che, da qui a due mesi o giù di lì, non ci saranno operai forestali al lavoro: quindi non ci saranno tutti gli apprestamenti necessari per prevenire gli incendi estivi nelle aree verdi della nostra Isola. Tutto questo perché non si trovano 200 milioni di euro e anche meno per avviare al lavoro gli operai forestali nei primi giorni di Aprile. Tutto questo avviene mentre, contemporaneamente, si ‘bruciano’ centinaia e centinaia di milioni di euro per grandi appalti che non arrivano a nulla e che servono solo ad alimentare progettisti, imprese, lavoro clientelar-sindacale e ‘altro’ ancora. Non abbiamo problemi a dire di quali opere si tratta: gli eterni appalti ferroviari di Palermo, dal Passante ferroviario all’Anello ferroviario, gli appalti, altrettanto eterni, del porto di Palermo, l’eterna Circumetnea di Catania, la strada Palermo-Agrigento, la Palermo-Catania, la Siracusa-Gela e tra un po’ arriverà anche la Catania-Ragusa, altra appalti milionari per i prossimi vent’anni. vergogne senza fine passate, presenti e future. Stiamo parlando di 3, 4 forse 5 miliardi di euro di opere pubbliche che chissà quando verranno completate. ma non si trovano 200 milioi di euro per proteggere la Sicilia dagli incedi boschivi e dalle alluvioni. Follia allo stato puro. E se nel frattempo, da qui a fine Giugno, arriveranno sciroccate o temperature proibitive? Noi ribadiamo quello che scriviamo da sei mesi: alla Sicilia servono – subito – almeno 30 mila operai forestali che dovrebbero già essere al lavoro per occuparsi del verde, della prevenzione degli incendi e della regimazione di fiumi e corsi d’acqua. Sbagliatissimo arrivare a metà Giugno senza avere fatto nulla.