Com’era prevedibile, la vecchia politica appaltista di Palermo sta lasciando la città in ginocchio. A due mesi dalle elezioni comunali perfino gli attori e, in generale, i lavoratori del Teatro Massimo e del Teatro Biondo Stabile si sono accordi ca i picciuli finieru. Tutto ora si stracciano le vesti: la cultura di qua, la cultura di là e bla bla bla. Le organizzazioni sindacati che fino a qualche settimana fa volevano gli appalti del Tram ora favellano e parlano addirittura di crisi finanziaria. Poco più di cinque anni fa, quatto mesi prima delle elezioni comunali del 2017, annunciavamo il fallimento di Palermo: “Il Comune di Palermo sta andando al voto con un rating finanziario ‘E’, che significa rischio default!“. Oggi, di fatto, il Comune di Palermo è alla frutta. Tutto quello che si sono potuti ‘mangiare, se lo sono ‘pappato’. Anche se hanno accordi sottobanco con mezza Forza Italia, gli esponenti del centrosinistra sanno che perderanno le elezioni. E così come hanno fatto con la Regione siciliana cinque anni fa – dove hanno lasciato un ‘buco’ di 2 miliardi di euro che i Siciliani pagano con una riduzione di servizi – stanno lasciando il Comune di Palermo finanziariamente ‘svuotato’. E’ il loro stile. Come stanno facendo in Assemblea regionale siciliana, tra qualche anno, in Consiglio comunale, accuseranno chi governa la città di averla ridotta senza soldi…
“Se entriamo nei particolari, ci accorgiamo che lo Stato ha ridotto i trasferimenti di circa 14 milioni di Euro, mentre la Regione li ha aumentati di 8 milioni di Euro, In più, sempre nel 2015, al Comune di Palermo sono entrati 860 milioni di fondi europei (e questi dovrebbero essere soldi che i palermitani non hanno visto, trattandosi, quasi sicuramente, di appalti ferroviari) e altri 435 milioni di Euro di da parte di altri enti pubblici”. Che fine ha fatto questa montagna di soldi?Palermo 2015: “… in tre anni, si registra un aumento delle entrate extratributarie del 45% circa. Se entriamo nel dettaglio, notiamo che i proventi del Comune per l’erogazione dei servizi pubblici, nel 2013, ammontano a un po’ più di 30 milioni di Euro. Nel 2014 i proventi del Comune per servizi pubblici resi ai cittadini sono passati a 41 milioni e 270 mila Euro, con un aumento di quasi 11 milioni di Euro pagati da famiglie e imprese della città. Nel 2015 si registra ancora una crescita: i proventi del Comune per i servizi resi passano a 76 milioni e mezzo circa. Ne consegue che, in tre anni, i palermitani hanno pagato, per i servizi offerti dal Comune, 46 milioni di Euro circa in più. E poiché, negli ultimi anni, i servizi del Comune sono peggiorati, ne deduciamo che i palermitani hanno pagato di più per avere servizi più scadenti”. Che fine hanno fatto questi soldi?
Palermo 2017: “Il rating di Bilancio del Comune di Palermo è debolissimo, ovvero tendente al default (quindi, come già accennato, segnato con E). Il rating del bilanci delle società partecipate è indicato con C4: quindi sufficiente. Il rating complessivo torna ad essere debolissimo, tendente al default, cioè segnato con la E. Per completezza d’informazione va detto che il rating del Bilancio del Comune di Palermo, nel 2011 era C4. Nel 2012 era C3. Nel passaggio dal 2012 al 2013 si registra un salto di ben quattro classi in negativo: da C3 si passa a D2. Nel 2014 il rating rimane D2. Nel 2015 si passa a E: rischio default”. Perché avviene tutto questo?
“Andiamo alle società partecipate del Comune. Come rating la peggiore è la Teatro Stabile al Massimo Privato società consortile a responsabilità limitata, partecipata al 15% dal Comune: C5. Un po’ meglio – rating C4 – AMAT e GESAP. La prima – l’AMAT, partecipata al 100% dal Comune – è l’Azienda che gestisce il trasporto delle persone: 76 milioni di Euro di capitale netto, 162 milioni di Euro di capitale investito, 97 milioni e mezzo di Euro circa di costi monetari, 8 milioni e mezzo di Euro circa di debiti finanziari, quasi 65 milioni di Euro di spese per il personale. Sull’AMAT pesa anche la gestione del Tram che, di sola manutenzione, costa circa 10 milioni di Euro all’anno. Forse è la peggiore Azienda del Comune, non per il personale, ma a causa della gestione”. A chi sono andati i soldi per la gestione del Tram? In questi giorni i vertici dell’AMAT hanno rivendicato un credito di oltre 100 milioni dal Comune di Palermo. Come mai solo oggi?
“La GESAP – partecipata al 31% dal Comune – è la società che si occupa dei servizi a terra presso l’aeroporto ‘Falcone- Borsellino’, già Punta Raisi. Presenta un patrimonio netto di 11 milioni e 200 mila Euro; 40 milioni e mezzo circa di capitale investito; 24 milioni e 300 mila Euro di costi monetari; 3 milioni di Euro di debiti finanziari; 8 milioni e mezzo circa di spese per il personale. Ci è mancato poco avrebbero venduto anche la GESAP. In rating C3 si trovano la RAP (Risorse Ambiente Palermo) – la società partecipata al 100% dal Comune che ha preso il posto dell’AMIA e che gestisce (forse non senza qualche conflitto di interessi…) la raccolta dei rifiuti e la discarica di Bellolampo – e l’AMAP, la società partecipata quasi al 100% dal Comune che si occupa della gestione idrica. La RAP presenta un patrimonio netto di circa 15 milioni di Euro; un capitale investito pari a 68 milioni di Euro; costi monetari per quasi 142 milioni di Euro; debiti finanziari per 2 milioni di Euro; e spese per il personale pari a poco più di 90 milioni di Euro. L’AMAP presenta poco più di 35 milioni di Euro di patrimonio netto; poco più di 188 milioni di Euro di capitale investito; costi monetari per 127 milioni di Euro; debiti finanziari per 8 milioni e 800 mila Euro; costi per 45 milioni di Euro. In rating C2 troviamo AMG Energia, la società partecipata al 100% dal Comune che gestisce la distribuzione del gas, con un patrimonio netto di 115 milioni e mezzo circa di Euro; 154 milioni e 300 mila Euro di capitale investito,42 milioni e 300 mila Euro circa di costi monetari, 16 milioni di Euro di debiti, quasi 20 milioni di Euro per spese di personale.
le spese generali di amministrazione di gestione e controllo;
le spese per la Giustizia;
le spese per la Polizia locale;
le spese per l’istruzione pubblica;
le spese per la cultura;
le spese per lo sport;
le spese per il turismo;
le spese per i servizi produttivi;
le spese per lo sviluppo economico;
le spese per viabilità e trasporti;
le spese per la gestione del territorio e dell’ambiente;
la spesa per gli asili nido;
la spesa per la prevenzione e la riabilitazione;
la spesa per le strutture residenziali e di ricovero per anziani;
la spesa per assistenza, beneficenza pubblica e servizi diversi alla persona.
Sono questi i temi che interessano i cittadini. A cui si aggiungono i problemi che sono invece sotto gli occhi di tutti: la pessima gestione del cimitero, la pessima gestione delle strade e dei marciapiedi, la pessima gestione delle strutture sportive, la pessima gestione della raccolta dei rifiuti, l’abbandono delle periferie, la pessima gestione delle opere pubbliche che hanno solo alimentato sperperi e ‘premi’ per la politica. Mettendo insieme questi dati i cittadini di Palermo si accorgeranno che la riduzione della spesa in tanti settori è stata provocata dall’enorme spesa clientelare per il personale e dall’enorme spesa per i fallimentari 15 Km di Tram.
Foto tratta da NewSicilia