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In Sicilia stanno togliendo altri soldi alla sanità pubblica per pagare i 9 mila addetti dell’emergenza Covid/ MATTINALE 619

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  • Fino al 31 Marzo il personale dell’emergenza Covid lo ha pagato lo Stato. Per Roma l’emergenza è finita, dovrebbero tornare a casa, invece le ASP stanno prorogando i contratti fino al 31 Dicembre
  • Per la cronaca, non è personale precario da mille euro al mese cadauno, ma personale pagato molto di più
  • La politica continua a togliere soldi alla sanità pubblica siciliana tagliando servizi ai cittadini 

Fino al 31 Marzo il personale dell’emergenza Covid lo ha pagato lo Stato. Per Roma l’emergenza è finita, dovrebbero tornare a casa, invece le ASP stanno prorogando i contratti fino al 31 Dicembre

Nel silenzio generale sta passando una notizia che, invece, meriterebbe grande risonanza: il rinnovo del contratto ai circa 9 mila dipendenti dell’emergenza Covid in Sicilia a spese di una già esangue sanità siciliana. Ci spieghiamo meglio. Fino al 31 Marzo, nel nome dell’emergenza pandemica, i 9 mila addetti alla gestione dell’emergenza Covid – che poi non è altro che la gestione delle vaccinazioni con i celebrati hub vaccinali – li ha pagati lo Stato. L’emergenza Covid – così ha deciso il Governo dei ‘Migliori’ di Mario Draghi – è finita il 31 Marzo. Però il personale è rimasto. Se è finita l’emergenza, ebbene, questi signori dovrebbero tornare a casa. Invece è stata decisa la proroga dei loro contratti, sulla carta fino al 3 Dicembre di quest’anno. C’è, però, un piccolo problema: i soldi per pagare questo personale non li tirerà fuori lo Stato ma la sanità pubblica siciliana. Pensate un po’: la sanità pubblica siciliana dove oggi mancano medici e infermieri, la sanità pubblica siciliana con i Pronto Soccorso in affanno per mancanza di medici e infermieri, la sanità pubblica siciliana dove la prenotazione di una visita con i CUP (Centri Unici per le Prenotazioni) è un terno al lotto, la sanità pubblica siciliana che, nel nome del Covid, ha chiuso interi reparti, la sanità pubblica siciliana che cade a pezzi, ebbene, la sanità pubblica siciliana, dall’1 Aprile di quest’anno dovrà pagare anche i 9 mila addetti degli hub vaccinali e, in generale, il personale assunto in frett’e furia nel nome del Covid. Dovrebbero essere medici, infermieri e altre figure (le ‘altre figure’ sono la maggioranza).

Per la cronaca, non è personale precario da mille euro al mese cadauno, ma personale pagato molto di più

A noi questa storia – lo diciamo subito – sembra una follia. Anche perché non si tratta di precari da mille euro al mese cadauno, ma di personale che, fino ad oggi, è stato pagato ‘a tutti i soldi’, come si usa dire. Da quello che sappiamo, la retribuzione più bassa ammonta a circa 2 mila euro; le retribuzioni più elevate le lasciamo alla vostra immaginazione. Sunnu picciuli, si usa dire in Sicilia. Soldi, tanti soldi. Che verranno tolti alla sanità pubblica siciliana già esangue. Una follia. Non a caso le nove Aziende Sanitarie Provinciali della Sicilia (ASP) – che sono le strutture deputate dall’1 Aprile a pagare questo personale – procedono in ordine sparso. Qualcuna ha contrattualizzato questo personale fino a Dicembre; ma ci sono ASP che hanno siglato contratti per cinque mesi, per tre mesi, anche per due mesi. Motivazione: non hanno i soldi. Ma non si deve fare sapere. Soprattutto non bisogna dire in giro che il Governo dei ‘Migliori’ ha scaricato i costi di questo personale sulla sanità siciliana. Noi qui non vogliamo formulare giudizi sulla validità delle vaccinazioni anti-Covid, non è questa la sede. Ci limitiamo solo a osservare la follia di una politica siciliana al gran completo che sta sacrificando la sanità pubblica siciliana per pagare un servizio aggiuntivo sulla pelle dei medici e degli infermieri che lavorano negli ospedali siciliani. Gli ospedali pubblici siciliani sono già in affanno dopo due anni di Covid; i Pronto Soccorso della nostra Isola – che erano già in affanno prima del Covid per mancanza di personale medico e infermieristico e che sono sempre più in affanno, adesso saranno ulteriormente in affanno perché dal Fondo sanitario regionale dovranno essere tolti altri soldi – tanti soldi – per pagare anche i 9 mila addetti all’emergenza Covid. Ora, se si dovesse trattare di medici e infermieri la cosa potrebbe anche andare. Il problema è che la maggioranza di questo personale non è composta né da medici, né da infermieri. Nella sanità pubblica siciliana il numero di ammutta-carte è già elevato; quello che non serve è aumentarlo a dismisura.

La politica continua a togliere soldi alla sanità pubblica siciliana tagliando servizi ai cittadini 

Già con il centrosinistra al Governo della Regione il Fondo sanitario regionale della Sicilia è stato depauperato prima per pagare disavanzi inventati di ASP e Aziende ospedaliere; poi, nel 2016, è stata addirittura approvata una legge regionale che, per cinque anni, ha tolto dalla sanità pubblica siciliana 280 milioni di euro all’anno – quasi un miliardi e mezzo di euro! – per pagare spese dell’amministrazione regionale che nulla hanno a che spartire con la sanità pubblica siciliana! Questa legge, se fosse stato operativo l’Ufficio del Commissario dello Stato per la Regione siciliana sarebbe stata impugnata e bloccata. Ma il centrosinistra, lo ricordiamo, ha ‘sterilizzato’ l’Ufficio del Commissario dello Stato: e i risultati si vedono. E’ stata la Corte dei Conti, lo scorso anno, a bloccare questa porcata. Sembrava che, a partire da quest’anno, la sanità siciliana avrebbe recuperato la metà di queste somme (per il 2022 lo scippo è stato dimezzato, dal prossimo anno in poi lo scippo non ci sarà più). Invece sono arrivati i 9 mila addetti all’emergenza Covid che i politici e i sindacalisti siciliani – e ti pareva! – vorrebbero addirittura stabilizzare. Peccato che il Governo nazionale ha impugnato le ultime due leggi regionali (anche una parte della legge sull’Esercizio provvisorio) nelle parti che prevedono stabilizzazioni di precari e rinnovo dei contratti ai precari. Sono saltate figure storiche, come i precari ASU, per i quali il Governo nazionale ha fatto sapere che non ci saranno mai stabilizzazioni. Per chi ancora non l’avesse capito, il Governo nazionale sta togliendo i soldi alla Regione siciliana e ai Comuni della nostra Isola per costringerli a liberarsi dei precari, che invece continuano ad essere pagati togliendo servizi ai cittadini siciliani che pagano le tasse. E’ chiaro che anche i 9 mila addetti all’emergenza Covid non potranno essere stabilizzati, perché si creerebbe una condizione di disparità con altri precari che operano in Sicilia. Intanto, fino a Dicembre – almeno in alcune ASP, perché ci sono ASP che non hanno i soldi per pagarli fino a Dicembre – questo personale verrà pagato con i soldi della sanità pubblica siciliana. Tanto chi è che spiegherà ai cittadini siciliani che debbono aspettare sei mesi e talvolta anche un anno per un esame diagnostico – o che debbono aspettare sei, otto ore o un giorno intero prima di essere visitati in un Pronto Soccorso – che tutto questo dipende dalla mancanza di personale medico e infermieristico? Chi è che spiegherà ai cittadini siciliani infuriati che tutto questo succede perché la politica, con i soldi della sanità pubblica, fa il cazzo che vuole sulla pelle di medici, infermieri e comuni cittadini?

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