La storia è venuta fuori a metà Marzo, anche se tra Porto Empedocle e Sciacca c’è chi sostiene che la strana bassa marea sia iniziata a Febbraio. Prima il fenomeno è stato sottovalutato, poi se n’è parlato per qualche giorno. Ne abbiamo scritto anche noi in questo articolo. Non sono mancate le spiegazioni: la Luna, il Sole, i venti, le correnti e via continuando. Tutti davano per scontato che il fenomeno sarebbe rientrato. Invece la strana bassa marea persiste: dalle parti di Sciacca il mare, in certi tratti di costa, si è ritirato per 40-41 centimetri: un tratto di mare che perde quasi mezzo metro di acqua non è una cosa da niente. In alcuni tratti di costa, a Porto Empedocle, mancano all’appello 35 centimetri di mare. Il fatto che la situazione sia così da un mese e forse più deve fare riflettere. E’ evidente che tutte le spiegazioni fornite fino ad ora non sono convincenti. E allora? E allora forse sarebbe opportuno porsi qualche domanda. Per esempio: e se non si trattasse di una marea? Ci spieghiamo meglio con una domanda: e se fosse la terra a rialzarsi? Se la terra si alza, ovviamente, la parte di fondale che prima stava sotto il mare emerge. L’impatto visivo è lo stesso: si vede il mare che si ritira: ma in realtà non è il mare che si ritira ma la terra che si solleva. Tale fenomeno succede? Sì, succede nelle zone vulcaniche: è successo a Pantelleria – isola di origine vulcanica – nel 1891 e succede in questi giorni a Pozzuoli, che si trova nel cuore dell’area vulcanica dei campi Flegrei.
Cominciamo con Pantelleria. “Improvvisamente, il 14 ottobre del 1891 – leggiamo su ISOLA di Pantelleria PARCO nazionale – cominciò una lunga sequenza di terremoti che stavolta furono direttamente risentiti nell’abitato di Pantelleria. Questi terremoti, che durarono per oltre dieci giorni praticamente senza interruzione, gettarono nel panico gli abitanti dell’isola, che abbandonarono le case per riversarsi nelle campagne. In realtà i danni furono contenuti: solo 5 case furono lesionate e per una sola fu necessario l’abbattimento. Ma, come spesso succede in questi casi, si cominciarono a diffondere tra gli isolani voci legate a leggende che raccontavano che l’isola, dopo un iniziale sollevamento, era destinata a sprofondare in mare. E’ facile rendersi conto che l’atmosfera in paese era molto tesa, e la situazione si aggravò in seguito all’improvviso abbassarsi del livello delle acque nei pozzi di acqua dolce ed al prosciugamento delle buvire (polle di acqua salmastra) che si trovavano lungo la costa dell’isola. Il culmine della crisi si raggiunse il 17 ottobre, quando, intorno alle 11 e 30, in direzione Nord-Ovest rispetto al porto di Pantelleria, il mare si alzò improvvisamente di livello, agitato da una strana ebollizione. Qualcuno credette che si trattasse dell’agitarsi di un grosso cetaceo, ma ogni dubbio sparì quando si cominciò a levare una colonna di vapore e furono uditi i primi sordi boati. Non c’era più alcun dubbio. Era cominciata una eruzione vulcanica sottomarina (qui potete leggere l’articolo per esteso).
Si parla, come si può notare, di “sollevamento” dell’isola e di “improvviso abbassarsi del livello delle acque nei pozzi di acqua dolce ed al prosciugamento delle buvire (polle di acqua salmastra) che si trovavano lungo la costa dell’isola”. E di innalzamento del suolo si parla in questi giorni anche a Pozzuoli, perché il fenomeno del mare che fa i capricci non è presente solo in Sicilia, ma anche in Puglia e in Campania, per la precisione – come già ricordato, nell’area dei Campi Flegrei. Scrive Pozzuoli mania: “Il livello del mare nel porto di Pozzuoli sta scendendo. Stando ai dati dell’osservatorio vesuviano, il livello di allerta del vulcano dei Campi Flegrei è in uno stato di allerta giallo, in quanto sono state riscontrate alcune variazioni nelle dinamiche dell’attività. Solo a febbraio ci sono stati più di 240 terremoti con una magnitudo massima di 2.2 gradi della scala Richter. Le reti di monitoraggio sulle deformazioni del suolo confermano un sollevamento di circa 13 millimetri al mese, testimoniato anche da alcune evidenze come ad esempio l’abbassamento del livello del mare nella darsena al molo Caligoliano e nei pressi del mercato del pesce. Il bradisismo degli anni ’80 portò Pozzuoli ad un sollevamento massimo di 180 cm. Nel 1985 poi la città tornò a scendere provocando la decisione di evacuare il Rione Terra. Il sollevamento complessivo di Pozzuoli da quando è ripresa la risalita ha portato il suolo a 176 centimetri e col ritmo attuale di 13 millimetri al mese, si ipotizza che entro l’estate si raggiungerà il livello di sollevamento degli anni 80”.
Quindi il fenomeno del mare che si ritira non è nuovo. E si verifica nelle aree vulcaniche. Ci sono dalle parti di Sciacca e Porto Empedocle e, in generale, nella costa dell’Agrigentino delle aree vulcaniche? Sì, ci sono tanti vulcani sottomarini. Noi sentiamo spesso Domenico ‘Mimmo’ Macaluso, che un grande conoscitore dei fondali del Mediterraneo (qui una sua intervista). E non mancano vulcani sottomarini che vengono piano piano individuati e altri che on sono ancora stati scoperti. Ecco il titolo di un articolo dell’ANSA del 31 Luglio 2019: “Scoperti 6 vulcani sottomarini al largo della Sicilia“. L’articolo racconta della scoperta di sei vulcani sottomarini a pochi chilometri dalle coste della Sicilia sud-occidentale, tra Mazara del Vallo e Sciacca. “Il ritrovamento si deve all’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs), nel corso di due campagne condotte a bordo della nave da ricerca Ogs Explora. Lo studio, pubblicato sulla rivista Marine Geology, ha confermato le precedenti ipotesi sulla presenza di tre vulcani e ne ha individuati per la prima volta altri tre, uno dei quali è a soli sette chilometri dalla costa. Grazie a mappe dei fondali ad alta risoluzione e a indagini sismiche e magnetiche, i ricercatori guidati da Emanuele Lodolo hanno ricostruito in dettaglio la morfologia del fondo marino, scoprendo i sei vulcani: ‘sono tutti localizzati entro 22 chilometri dalle coste della Sicilia; uno in particolare si trova a soli sette chilometri da Capo Granitola”, spiega Lodolo”. E ancora: “I vulcani si trovano circa 14 chilometri a Nord di quelli già noti del Banco Graham. Qui è presente la famosa isola Ferdinandea, l’isola generata nel 1831 da un’eruzione sottomarina e che, dopo essersi elevata fino a 65 metri, si è immersa; la sua sommità oggi si trova a circa 7 metri sotto la superficie del mare. ‘La scoperta di vulcani sommersi così vicini alla costa della Sicilia – conclude Lodolo – dimostra che ci sono ampie aree vicino al litorale che sono ancora poco conosciute e studiate'”. Per carità, la nostra è solo un’ipotesi. Considerato, però, che questi fenomeni – il possibile sollevamento della terra che otticamente appare come una bassa marea – annunciano o si accompagnano a terremoti non sarebbe il caso di approfondire la questione? Qualcuno se ne sta occupando?
Foto tratta da Corriere di Sciacca
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