Il Parlamento europeo ha approvato l’embargo “totale e immediato” sulle importazioni di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas naturale dalla Russia. Non sappiamo quanto conti questo voto, dal momento che a comandare è la Commissione europea, ma sarebbe veramente ridicolo se – non diciamo domani, ma almeno dalla prossima settimana – tale provvedimento non venisse messo in atto. Di più: il Parlamento europeo ha manifestato la volontà di escludere la Russia dal G20, dall’Unesco, dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, dall’Organizzazione internazionale della polizia criminale (Interpol), dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unchr) e chi più ne ha più ne metta. Insomma, la mancata adesione dell’Ucraina alla Nato, onde consentire agli americani di andare a mettere i missili ‘sotto il culo’ degli americani, deve aver ferito il Parlamento europeo, che ormai rispecchia in pieno il pensiero della Nato. Se a qualcuno non fosse ancora chiaro, si va verso lo scontro totale contro la Russia e la Cina voluto dall’Occidente industrializzato. Sarà interessante capire come si schiererà il resto del mondo, dall’India all’Africa, fino al Sudamerica.
Anche il Parlamento europeo – che non ha mai fatto storie sulle guerre nella ex Jugoslavia e sulle armi segrete di Saddam, adesso scopre che i russi avrebbero “crimini di guerra”: peccato che la strage dell’ospedale pediatrico di Mariupol sia una bufala, mentre sulla strage di Bucha i veri inviati di guerra nutrono molto dubbi. Interessante un post del giovane economista siciliano, Luca Pinasco: “Spesso sentiamo dire la ‘stampa internazionale’ ha visto, ha raccontato, ha testimoniato. Ma come funziona questa ‘stampa internazionale’? Oggi gli inviati delle varie testate giornalistiche e telegiornali stanno in una ‘safe zone’, con specifico riferimento alla vicenda ucraina, in un hotel a Kiev. E da lì non possono muoversi. Quando le autorità ucraine danno il via libera, allora e solo allora potranno andare sul campo a scattare qualche foto, poi si torna in hotel. Questo avviene sempre qualche giorno dopo lo svolgersi dei fatti da documentare. Da dove arrivano allora le informazioni ‘in diretta’? Semplice, dall’ufficio stampa del governo ucraino, dai ministeri degli esteri e della difesa. Fino a ieri invece, prima della spettacolarizzazione della guerra che stiamo subendo, era il reporter di guerra la fonte delle informazioni sulla cronaca di un conflitto in quanto stava al fronte, o vicino ad esso, accompagnando direttamente i militari. Oggi, i pochi (veri) reporter di guerra rimasti sono freelance, ovvero fanno reportage e li vendono ai giornali. Dallo scoppio della guerra ucraina questi coraggiosi giornalisti si trovano in seria difficoltà in quanto sembra che alle testate non interessino più quei reportage, i fatti documentati non contano più, non li vuole più nessuno”.
Interessante una dichiarazione del segretario di Stato Usa Antony Blinken: “Abbiamo visto per molti anni crescere in Europa la dipendenza dal gas e dal petrolio russo. La Russia usa le forniture come leva, come arma. Ora l’Europa ha deciso di mettere fine a questa dipendenza e crediamo che lo farà. Ma servono passi graduali, mettere in campo delle alternative. Gli Usa faranno la loro parte con l’aumento delle forniture di Gnl. Ma questo ci dice anche quanto sia importante accelerare la transizione alle rinnovabili”. Se abbiamo ben capito, i russi dovrebbero essere così rimbambiti da dare il tempo all’Unione europea e agli Stati Uniti di organizzarsi per fornire il gas ai Paesi dell’Unione europea, Germania e Italia in testa. E se invece Putin dovesse decidere lui di bloccare le forniture di gas alla Ue? E’ evidente che i governanti europei non hanno molta contezza dello scenario internazionale del gas. Rileggiamo un articolo che abbiamo pubblicato lo scorso 25 Febbraio. A scriverlo è l’autore della preziosa e molto informata Nota Diplomatica che abbiamo il grande piacere di ospitare ogni Venerdì: “Nella Nota di oggi (ribadiamo; era il 25 Febbraio scorso ndr), faccio riferimento a un gigantesco contratto appena firmato per una fornitura trentennale di gas naturale russo alla Cina. Colpisce molto che la valuta in cui l’affare verrà regolato è l’euro. Due ‘pesi massimi’ mondiali evidentemente si aspettano che il futuro dell’Europa – senza potenza militare propria e priva di unità d’intenti – dovrà essere quello di una neutrale piazza di mediazione”. Questo articolo ci dice che meno di due mesi fa Russia e Cina tutto si spettavano, tranne di ritrovarsi contro l’Unione europea! Così abbiamo tre notizie, tutte negative per la Ue: 1) il gas che la Russia non darà più all’Unione europea andrà alla Cina; 2) ovviamente, il pagamento non verrà più regolato in euro e questa è un’altra perdita notevole per l’Unione europea; senza gas russo la Ue perderà il 40% circa del proprio fabbisogno con danni all’economia che oggi è impossibile calcolare (una stima è stata fatta per l’Italia che dovrebbe perdere il 16% del PIL).
Intanto sul fronte di guerra registriamo una novità non secondaria: i russi hanno capito che gli ucraini e i loro alleati utilizzano la strategia del ‘fango’, così hanno deciso di anticiparli. Stamattina abbiamo ripreso un post di Sputnik Italia dove si racconta che Kiev starebbe preparando “una provocazione nella città di Pervomaisky dove c’è un deposito di cloro”, ovvero la solita musica: i ‘cattivi’ russi che commettono “crimini contro l’umanità” e bla bla bla. Ora Sputnik Italia ci regala una news: “Il DPR non esclude la diffusione di storie false con ‘membri dell’equipaggio uccisi’ delle navi a Mariupol per screditare la Russia. Secondo la milizia popolare della DPR, i nazionalisti ucraini continuano la distruzione mirata di navi nel porto di Mariupol. Dopo aver dato fuoco alla nave turca ‘Azburg’, su cui c’erano 12 cittadini ucraini, i militanti hanno organizzato un’altra provocazione: questa volta hanno dato fuoco alla nave di controllo ‘Donbass’. ‘Attualmente, a bordo di entrambe le navi continua un incendio, si osserva del fumo. Non escludiamo che nel prossimo futuro i media ucraini e stranieri inizieranno a distribuire videoclip con membri uccisi degli equipaggi delle navi per screditare l’esercito russo’, ha osservato il NM DPR”. Ultima domanda al capo del Governo italiano, Mario Draghi: visto che la fine del gas russo è questione di giorni, se nei prossimi mesi ci sarà bisogno di raffrescare l’ambiente – leggere cambiamenti climatici – e non ci sarà l’energia disponibile per i condizionatori (sui quali lo stesso Draghi ha ironizzato) che si farà?