- Non è un fatto negativo: dal nostro punto di vista la fine dell’Unione europea dell’euro sarà una liberazione per tutti
- Con il ritorno alla Casa Bianca dei Democratici sono tornate le armi e le guerre. E gli utili a nove zeri per le industrie delle armi
- Le guerre, gli americani, le vanno ad attizzare nelle case degli altri, non certo in casa propria!
- Con la guerra in Ucraina e con lo scontro tra Russia e Unione europea si completa la ‘vendetta’ americana contro l’euro che, nella testa degli ‘lungimiranti’ europeisti degli anni ’90, avrebbe dovuto sostituire il dollaro negli scambi internazionali
Non è un fatto negativo: dal nostro punto di vista la fine dell’Unione europea dell’euro sarà una liberazione per tutti
Guerre significano soldi per le industrie che fabbricano armi. Soldi, tanti soldi. Ed è quello che sta succedendo in questo momento storico. Quanti sono, infatti, i Paesi che portano armi in Ucraina? Stati Uniti e Unione europea sono in prima fila. I Nuovi Vespri, in tempi non sospetti, ha scritto che con il ritorno dei Democratici alla Casa Bianca sarebbero ricominciate le guerre e, con le guerre, il grande affare delle armi. Sappiamo tutti come sono andate le elezioni presidenziali americane del Dicembre 2020: Donald Trump, presidente uscente, ha preso una barca di voti veri – cica 75 milioni, quasi 14 milioni di voti in più rispetto al 2016. Mai nella storia delle presidenziali USA un presidente degli Stati Uniti d’America ha perso le elezioni successive prendendo più voti rispetto alla prima elezione: invece Trump ha perso perché, ‘magicamente’, in barba alla statistica, Joe Biden ha preso ‘magicamente’ tutti i voti ‘postali e ha battuto Biden. Un ‘miracolo’ al quale mezza America non crede, se è vero che in tanti pensano che i Democratici abbiano ‘taroccato’ le elezioni. Ora stiamo capendo tutti perché: per le guerre e per gli affari che si sviluppano con le guerre, argomento che i Democratici americani padroneggiano dal Vietnam ad oggi. Già nel Maggio dello scorso anno i Democratici presentavano il biglietto da visita guerrafondaio. Ecco cosa scrivevamo il 17 Maggio del 2021:
Con il ritorno alla Casa Bianca dei Democratici sono tornate le armi e le guerre. E gli utili a nove zeri per le industrie delle armi
“Quando qualche giorno fa abbiamo scritto che, con il ritorno alla Casa Bianca dei Democratici, sono tornate le guerre e che il nuovo conflitto tra israeliani e palestinesi serve per fare acquistare costosissime armi e fare guadagnare montagne di soldi alle multinazionali che producono, appunto, armi, non sono mancate le critiche. Alcune critiche sono arrivate, mettiamola così, dalle vittime dell’informazione che ha accompagnato Donald Trump a partire dalla sua elezione, avvenuta alla fine del 2016; in quattro anni su Trump ne hanno dette di tutti i colori: che è matto, che è un puttaniere, che è un evasore fiscale e hanno trovato persino parenti che hanno parlato male di lui. Tutte bugie, ovviamente. Altre critiche sono arrivate da chi non conosce bene la storia degli Stati Uniti d’America: né quella del passato ormai lontano (la guerra in Vietnam la iniziò il presidente americano Lyndon Baines Johnson, Democratico), né quella del passato recente (il ‘premio Nobel per la pace’ Barack Obama, anche lui del partito Democratico, che durante gli otto anni della sua presidenza degli Stati Uniti ha riempito il mondo di guerre). Piaccia o no, Trump, nei quattro anni della sua presidenza ha lasciato le multinazionali delle armi a bocca asciutta. Non altrettanto può dirsi del suo successore, il presidente ‘postale’ Joe Biden che, stando a una rivelazione di queste ore del Washington Post “ha autorizzato la vendita di armi a Tel Aviv per un valore di 735 milioni di dollari. (qui per esteso il nostro articolo del 17 Maggio dello scorso anno).
Le guerre, gli americani, le vanno ad attizzare nelle case degli altri, non certo in casa propria!
Poi è arrivata la ritirata dall’Afghanistan con il ritorno dei Talebani. Poi guerre di qua e armi di là fino a quando è esplosa la guerra in Ucraina. E perché è esplosa la guerra in Ucraina? Perché – come stiamo vedendo in questi giorni – il Governo che gli americani hanno piazzato in Ucraina, dopo il colpo di Stato ‘pilotato’ dagli stessi USA nel 2014, hanno cominciato a riempire di armi l’Ucraina (che volevano fare? togliere ai russi la possibilità di utilizzare il Mar Nero per danneggiarli sul piano commerciale?). A un certo punto il presidente-attore, Zalensky, ha detto che l’Ucraina sarebbe entrata nella Nato. Obiettivo: dare la possibilità agli americani di mettere i missili alle porte della Russia. Da qui l’invasione russa. E mentre ci si divide tra chi sostiene che il presidente russo, Putin, sia ‘cattivo’ e chi sostiene che sia ‘buono’, le grandi industrie che producono armi – comprese quelle italiane i cui proprietari sono anche editori di giornali – si stanno praticamente arricchendo. La grande maestria degli americani – questo bisogna riconoscerlo – è quella di creare le guerre per fare guadagnare montagne si soldi a chi produce armi. E tutti sappia che se c’è una cosa che negli Stati Uniti d’America non mancano sono le armi, che sono quasi ‘utensili’ familiari. In questo gli americani sono geniali, perché le guerre le vanno ad attizzare nelle case degli altri, non certo in casa loro!
Con la guerra in Ucraina e con lo scontro tra Russia e Unione europea si completa la ‘vendetta’ americana contro l’euro che, nella testa degli ‘lungimiranti’ europeisti degli anni ’90, avrebbe dovuto sostituire il dollaro negli scambi internazionali
Quello che hanno fatto in Ucraina gli americani è un capolavoro di politica, geopolitica ed economia. Non solo sono riusciti a far scoppiare la guerra in Ucraina utilizzando ad arte il presidente-attore Zalensky, ma sono anche riusciti a mettere contro Russia e Unione europea, due realtà che non hanno alcun interesse a stare sulle opposte barricate di una guerra ma che, al contrario, hanno interessi a cooperare. Fino ad ora l’Unione europea è riuscita a recitare bene la parte di ‘nemica’ della Russia (ricordiamo che il 45% circa del gas utilizzato in Germania è russo, il 43% circa del gas utilizzato in Italia è russo, la Polonia dipende per quasi il 60% dal gas russo, l’Ungheria dipende dal gas russo per quasi il 95%, Finlandia e Repubblica Ceca per quasi il 100%). Senza il gas russo l’economia europea – già in crisi tra inflazione e recessione (stagflation) – subirebbe un colpo durissimo. L’Italia, per esempio, subirebbe un crollo del 16% circa del PIL. Però l’atmosfera è resa e tanti Paesi dell’Unione europea – con economie che non possono certo essere paragonate a quella tedesca – chiedono di dire basta al gas europeo. E questo è il vero capolavoro degli USA. Nato per scalzare il dollaro come monta di cambio principale in tutto il mondo, l’area dell’euro oggi è in grandissima difficoltà. Gli americani stanno servendo la ‘vendetta’ su un piatto freddo. Ricordiamo che l’euro entra in vigore l’1 Gennaio del 2002, tre mesi dopo l’attentato delle Torri Gemelle di New York, nel momento di massima debolezza del dollaro. Nonostante questo gli Stati Uniti si sono ripresi, sfruttando la voracità dei banchieri e l’ingenuità degli investitori a caccia di guadagni facili (leggere obbligazioni), gli americani hanno incasinato mezzo mondo con la crisi finanziaria del 2008, poi hanno incasinato l’Europa nel 2011 e oggi affondano il colpo mettendo contro Unione europea dell’euro e Russia, chiedendo alla Ue – come Nerone a Seneca – di ‘suicidarsi’ rinunciando al gas russo, ben sapendo che senza il gas russo ‘squaglierebbero’ euro e Unione europea…
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