“Le dichiarazioni dell’amministratore unico di Rap, Girolamo Caruso, confermano la denuncia del M5S e di Legambiente sui milioni di euro andati in fumo per gli impianti di raccolta e gestione dei rifiuti. Un fatto di una gravità inaudita, se si pensa che queste somme erano destinate a realizzare progetti che alla città di Palermo servono più del pane. Ben 8 centri comunali di raccolta, 15 isole ecologiche ‘intelligenti’ e un impianto di trattamento della frazione secca della raccolta differenziata per un ammontare di 30 milioni di euro, persi perché il Comune non ha fatto in tempo a caricare i progetti sul portale del Ministero dell’Ambiente”. Così si legge in un comunicato del deputato regionale del Movimento 5 Stelle e componente della commissione Ambiente dell’Assemblea regionale siciliana, Giampiero Trizzino, che nei giorni scorsi, insieme con la capogruppo al consiglio comunale di Palermo, Viviana Lo Monaco, e parallelamente a Legambiente Sicilia, ha denunciato l’inaccettabile, ennesimo flop progettuale e burocratico nelle procedure di istanza nell’ambito del Pnrr. “Stando alle dichiarazioni di Caruso, infatti – spiega Trizzino – il Comune (e non la Rap) non sarebbe riuscito a caricare sulla piattaforma del Ministero nessun progetto e, a scanso di equivoci, sempre Caruso spiega che per quanto riguarda la piattaforma, questa funzionava regolarmente e ciò è dimostrato dal fatto che poco prima la stessa Rap ne aveva fatto uso, dice l’amministratore unico, ‘senza imbattersi in alcun problema tecnico’. Ora, in questo caos fatto di inefficienze e silenzi almeno una cosa è certa: le spiegazioni da parte dell’amministrazione comunale, che stranamente a Caruso non ha ancora replicato, devono arrivare e devono essere convincenti”.
“La città di Palermo – conclude il deputato – produce ogni mese oltre 25 mila tonnellate di rifiuti ed appena il 16% riesce ad essere differenziato. Tutto il resto, a costi esosi per le tasche dei palermitani vaga per la Sicilia in cerca di una discarica disponibile. Questa situazione disastrosa può essere risolta prioritariamente mettendo i cittadini nelle condizioni di fare la raccolta differenziata. I centri comunali di raccolta, allo stesso modo delle isole ecologiche, sono strumenti fondamentali per raggiungere questo obiettivo ed il fatto che il Comune abbia perso l’occasione di realizzarli praticamente a costo zero, la dice lunga sull’interesse che davvero si ha verso la risoluzione di questo problema che ci trasciniamo da decenni”. La vicenda è stata fra temi dell’incontro organizzato due giorni fa da Legambiente a Palermo, presso i Cantieri culturali alla Zisa, al quale hanno partecipato per il Movimento 5 Stelle la capogruppo Viviana Lo Monaco e Daniela Tumbarello, consigliera della sesta circoscrizione.
Proviamo noi a dare una spiegazione dell’accaduto. Sulla carta, dei 193 miliardi di euro del Pnrr, il 40% dovrebbe andare al Sud e alla Sicilia e il 60% al Nord Italia. In realtà, i 193 miliardi di euro sono stati assegnati all’Italia perché Sud e Sicilia sono economicamente indietro rispetto al Nord. Infatti il 7% delle somme sarebbero dovuti andare a Sud e Sicilia e il 33% al Nord. Il Governo di Mario Draghi ha invece deciso 60% al Nord e 40% al Sud. Poi, però, si è scoperto che il Nord ha bisogno di più risorse. Così è stato deciso, informalmente, che che Sud e Sicilia si dovranno accontentare del 20% dei fondi del Pnrr, per fare in modo che a Nord arrivi l”80% dei fondi. Logicamente è una decisione formale, non giuridica. E allora le amministrazioni locali di Sud e Sicilia debbono farsi ‘bocciare’ o non presentare progetti per fare in modo che Sud e Sicilia perdano il 20% delle somme che verranno ‘recuperate’ dal Nord ‘produttivo’ che ne ha più bisogno dei ‘cafoni’ e ‘terroni’ di Sud e Sicilia. La regione siciliana, ad esempio, ha già ‘immolato’ 400 milioni di euro per progetti irrigui: soldi che andranno al Nord. Ora tocca ai Comuni del Sud e della Sicilia. Sì, Sud e Sicilia debbono contribuire a fare in modo che il Nord raggiunga quota 80% dei fondi Pnrr. Trizzino è un grillino che, in quanto tale, fa parte del partito che, a Roma, sostiene il Governo Draghi: non riusciamo a capire la sue lamentele. E’ giusto che i soldi del Pnrr destinati, sulla carta, agli impianti per la gestione dei rifiuti di Palermo vadano ad un Comune virtuoso’ del Nord Italia.
Lo stesso discorso vale per i Piani Integrati Urbani che riguardano alcuni Comuni della provincia di Palermo. Anche in questo caso, ‘correttamente’, tali Piani non sono stati finanziati. Si parla sempre di fondi a valere sul Pnrr. E’ ‘giusto’ che anche questi fondi vengano dirottati al Nord e i sindaci di questi centri del Palermitano fanno male a lamentarsi, soprattutto se fanno parte dei partiti che, a Roma, sostengono il Governo Draghi: Movimento 5 Stelle, PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva e la ‘Sinistra’ di Liberi e Uguali. E’ stato il Governo Draghi e i partiti politici che lo sostengono a decidere che a Sud e Sicilia non sarebbe andato il 40% dei fondi Pnrr, ma solo il 20%. Ora non si possono lamentare se, ‘correttamente’, una parte dei progetti a valere sul Pnrr destinati a Sud e Sicilia non verranno finanziati. Non possono non sapere che l’obiettivo che farà grande l’Italia consiste nel far convergere nel Nord Italia l’80% dei fondi del Pnrr. I dirigenti del Sud e della Sicilia del Movimento 5 Stelle, del PD, della Lega, di Forza Italia, di Italia Viva e della ‘Sinistra’ di Liberi e Uguali non possono stare nei rispettivi partiti e poi lamentarsi per le decisioni prese, a Roma, dai partiti dei quali fanno parte. Un po’ di ‘coerenza’…