Lo dobbiamo ammettere: al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e agli assessori regionali all’Agricoltura e al Territorio e Ambiente, rispettivamente, Tony Scilla e Toto Cordaro, come usiamo dire noi in Sicilia, “a testa ci camina“. A quanto pare, non sono così disattenti rispetto ai cambiamenti climatici in corso. Per esempio, sanno il prossimo Autunno (ma anche la prossima Estate, come avvenuto a Palermo il 15 Luglio del 2020 e come avvenuto nel Luglio dello scorso anno in alcune zone dell’Europa del Nord), le alluvioni sono in agguato. E che fa allora il Governo regionale? Invece di assumere almeno 30 mila operai forestali per mettere in sicurezza i boschi da eventuali incendi e fiumi e corsi d’acqua – compresi ovviamente i fiumi e i corsi d’acqua che passano dai centri abitati grandi e piccoli – scarruzzia (cioè scarica) sui Comuni e sui gestori dell’acqua in Sicilia la gestione, e di conseguenza la responsabilità, del cosiddetto rischio idraulico. E lo fa attraverso l’Autorità di bacino, la cui unica autorità su tale materia, a quanto pare, si riassume nel messaggio indirizzato ai Sindaci del Comuni della nostra Isola e ai gestori dell’acqua. “Picciotti, viritivilla fra ‘i vuautri“. Che stile! Che lungimiranza tecnica e, in fondo, anche politica! Che grande ‘respiro’ amministrativo! Bernardo Tanucci, al cospetto degli attuali governanti siciliani, era uno spiccia-faccende.
Insomma, tutta la prevenzione della Regione siciliana, in materia di prevenzione del rischio idraulico – per essere brutali: in materia di prevenzione delle inondazioni – si concentra in “Linee guida” per occuparsi di fiumi e corsi d’acqua in generale, ponti, attraversamenti, fiumi interrati (a Palermo prima o poi finirà come sognato nel Piano particolareggiato esecutivo di fine anni ’80 del secolo passato, quando architetti-veggenti ipotizzavano di rendere di nuovo navigabili i fiumi sepolti della città…), tombini, acque reflue e tuttu chiddru che avi a chi fari cu l’acqua. Quello che dovrebbero fare gli operai forestali – da dirottare nei Comuni ora, non il prossimo Autunno: ora! – lo dovrebbero fare i Comuni siciliani senza soldi, ovvero i Comuni dove ormai si risparmia su tutto, persino sull’illuminazione pubblica, perché gli imbroglioni che stanno facendo pagare bollette di luce stratosferiche a famiglie e imprese stanno facendo la stessa cosa con i Comuni già da almeno due anni, come ha spiegato per filo e per segno il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta. I Sindaci siciliani ne sanno sicuramente più di noi. Però, a nostro modesto avviso, a scanso di equivoci e giusto per fare chiarezza ora sul futuro – che potrebbe anche essere non lontano con i cambiamenti climatici che incombono – l’ANCI Sicilia farebbe bene a intervenire per dire agli ‘scienziati’ della Regione: “Picciotti, un babbiamu cu ‘i cosi serie. Circamu ‘i finilla e chiamate la Forestale ora, senza perdere altro tempo. Anche sui gestori idrici, beh, un po’ di realismo. I gestori idrici che oggi operano in Sicilia, a primo mezzo diluvio universale, sarebbero i primi a infilarsi di corsa nell’Arca di Noè…
Foto tratta da 3B Meteo