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Il mare si ritira in Sicilia, in Puglia e in Campania: che sta succedendo nel Mediterraneo? Un fenomeno inquietante (VIDEO)

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  • La nota che il WWF Sicilia Area Mediterraneo ha inviato alle autorità
  • Emergono anche i canali di alaggio dell’antica città di Eraclea Minoa
  • Il mare si ritira anche nel Salento e nei Campi Flegrei
  • Il Marrobbio di Agrigento nel 2020
  • Andando indietro nel tempo: Sciacca 1951
  • Il Mediterraneo essiccato oltre 5 milioni di anni fa e tornato grazie a una spaventosa inondazione

La nota che il WWF Sicilia Area Mediterraneo ha inviato alle autorità

Da poco meno di una settimana ci si interroga su uno strano fenomeno che ha colpito il Mar Mediterraneo, una specie di bassa marea che, in realtà, bassa marea non è, perché le maree non durano per giorni e giorni. Il fenomeno è oggetto di una nota che lo scorso 25 Marzo il WWF Sicilia Area Mediterranea ha inviato ad alcune autorità: al Comandante Capitaneria di Porto – Porto Empedocle, al Comandante Ufficio Circondariale Marittimo – Sciacca, all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), all’Istituto Idrografico Militare, all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e alla Stazione Zoologica “Anton Dohrn”. Oggetto della nota: “Segnalazione di fenomeno naturale anomalo lungo la costa meridionale della Sicilia”. In questa nota viene illustrato quanto sta accadendo:

Emergono anche i canali di alaggio dell’antica città di Eraclea Minoa

“Nello spirito di collaborazione che ha sempre caratterizzato i rapporti con gli Enti in indirizzo, si rappresenta quanto segue. Mercoledì 23 Marzo 2022 ci è stata segnalato un inconsueto fenomeno manifestatosi nel mare di Sciacca, in località San Giorgio, Coordinate geografiche 37°29’07.0″N 13°10’30.8″E. Un ampio tratto di scogliera antistante la battigia, è emerso per circa 50 centimetri, mettendo in secca rocce coperte da alghe e soprattutto degli scogli tappezzati da Posidonia oceanica, seccatasi in seguito all’esposizione al sole. A dire non soltanto della nostra segnalatrice, ma anche di diversi residenti del luogo, il fenomeno era più accentuato il giorno precedente e questa scogliera non era mai emersa in 60 anni di osservazione, pertanto sembra debba essere escluso che possa trattarsi di un evento legato alle maree, anche perché, da oltre tre giorni questo tratto di fondale non è tornato sott’acqua come avverrebbe con l’alternarsi del flusso e reflusso della marea, ma soprattutto in quanto l’escursione del livello del mar Mediterraneo, lungo le coste sud-occidentali della Sicilia, sarebbe di pochi centimetri e non di decine, come nel caso della presente segnalazione. A nostro umile parere, sarebbe da escludere anche il fenomeno del cosiddetto Marrobbio, in quanto l’abbassamento del livello del mare è costante e si protrae da diversi giorni. Inoltre, molti animali marini (ricci di mare, oloturie, granchi anemoni e gamberi),
sono stati sorpresi da questo fenomeno, rimanendo uccisi dal ritiro del mare, oppure rimanendo intrappolati in sacche di acqua destinata ad evaporare: questa
moria non avverrebbe durante i flussi di marea. Un altro singolare effetto di questo abbassamento del livello del mare, è l’affioramento dell’isolotto di San Giorgio, riportato in alcune carte del seicento e del ‘700 sommerso in seguito all’innalzamento del livello del mare, tant’è che non risulta mai emerso nel corso del 1900: le riprese con un drone da noi effettuate, mostrano scogli affioranti per decine di centimetri, sui quali stazionano dei gabbiani. Per escludere che potesse trattarsi di un fenomeno locale, abbiamo chiesto di verificare l’eventuale manifestazione di un analogo abbassamento del livello del mare, in aree lontane dal mare di Sciacca.
I nostri volontari ci hanno comunicato che questo fenomeno si è registrato anche ad ovest rispetto a Sciacca, cioè a Mazara del Vallo, come anche ad est, nel porto di Licata. Inoltre, osservando il mare che lambisce il marnoso capo Bianco di Eraclea Minoa, è stato possibile notare che l’abbassamento del livello delle acque, ha
fatto affiorare ed ha esposto le strutture prima sommerse, scavate ab antiquo nella marna, da mettere in relazione con dei canali di alaggio dell’antica città di
Eraclea. Si resta a Vostra disposizione per ulteriori informazioni, qualora possano essere utili a meglio comprendere la natura di questo fenomeno”. La nota porta la firma del Direttore Scientifico del WWF Sicilia Area Mediterranea, Domenico Macaluso (grande conoscitore dei fondali del Mediterraneo, che noi abbiamo più volte intervistato) e del Presidente del WWF Sicilia Area Mediterranea, Giuseppe Mazzotta (QUI IL VIDEO).

Il mare si ritira anche nel Salento e nei Campi Flegrei

Quanto sta accadendo è un fenomeno solo siciliano? No. Un articolo dell‘ANSA racconta quanto sta accadendo nel Salento, in Puglia: “Una bassa marea da record si sta registrando in queste ore a Porto Cesareo (Lecce): nel tratto di costa della riviera di Ponente il mare si è ritirato di circa 30 metri, con decine di imbarcazioni da diporto e per la piccola pesca rimaste improvvisamente spiaggiate. I pescatori della zona ricordano che 60 anni fa la cosiddetta Isola dei Conigli, di fronte alla costa di Porto Cesareo, era separata dalla terra ferma da uno specchio acqueo profondo solo alcune decine di centimetri”. Sempre nel Salento non mancano i video (qui ad esempio). Anche in Campania il mare si è ritirato. Un articolo molto informato de Il Riformista fa il punto della situazione su quanto sta avvenendo a Pozzuoli, nel Campi Flegrei. “Negli ultimi mesi – si legge nell’articolo – il livello del mare è sceso sempre di più, tanto che nella darsena al centro di Pozzuoli le barchette dei pescatori sono quasi arenate. Questo si aggiunge anche che i terremoti sempre più spesso fanno saltare dalle sedie i puteolani e anche gli abitanti di Bagnoli, Fuorigrotta, Quarto e Pianura. Tra bassa marea, bradisismo e terremoti, cosa sta succedendo nei Campi Flegrei?”. E’ noto che l’area dei Campi Flegrei è una zona sismica. l’autrice dell’articolo Rossella Grasso, ha intervistato Giuseppe de Natale, ricercatore dell’Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia, che ha un po’ tranquillizzato gli animi: “Questa – dice lo scienziato – è un’area dove un’eruzione vulcanica futura può avvenire in un raggio di circa 3 km attorno a Pozzuoli. Come ricercatore non credo che questi episodi (terremoti o il livello basso del mare, ndr) preludano ad un’eruzione vulcanica”. Un articolo da leggere, quello de Il Riformista.

Il Marrobbio di Agrigento nel 2020

Insomma, non è un fenomeno solo siciliano. Ricordiamo un fenomeno simile avvenuto poco meno di due anni fa ad Agrigento, per la precisione nel porto turistico di Agrigento. Ne abbiamo scritto riportando le parole e un video di Mareamico: “Le acque sono state come ‘aspirate’ verso il mare aperto. Ben presto il livello delle acque all’interno del porto si è abbassato di circa 1 metro rispetto al normale livello, rendendo visibili scogli che normalmente appaiono sommersi e si sono visti diversi gorghi d’acqua impressionanti. E’ la prima volta che questo fenomeno si registra ad Agrigento e secondo l’associazione Mareamico, questa repentina, imprevedibile e sensibile variazione del livello del mare potrebbe trattarsi di Marrobbio. Da quello che si conosce, il Marrobbio o Marrùbbio è una repentina ed imprevedibile variazione del livello dell’acqua. Gli innalzamenti e gli abbassamenti possono creare onde alte oltre il metro e mezzo. Si tratta di un fenomeno dovuto probabilmente al veloce cambiamento di vento, in particolare, dallo scirocco al maestrale o a variazioni della pressione atmosferica. Un fatto simile si è verificato nel 2017 nell’isola di Lampedusa (qui trovate il video con il Marrobbio di Agrigento e il ritiro delle acque a Lampedusa).

Andando indietro nel tempo: Sciacca 1951

“Nel Canale di Sicilia… pericolose onde anomale possono avere origine anche da fenomeni gravitativi in quanto l’insieme del contesto descritto costituisce un sistema tendenzialmente instabile, con possibilità di cedimenti dei fianchi e/o collassi di settore, comuni nei rilievi vulcanici sottomarini, nelle isole vulcaniche e nei vulcani prospicienti le coste’. Ed a fronte dei negazionisti, ecco cosa è successo a Sciacca, non nel 1908, ma il 12 Novembre del 1951, quando, dopo un forte boato, il mare si ritirò improvvisamente, lasciando scoperti i fondali del porto e determinando la rottura degli ormeggi delle imbarcazioni; l’onda anomala con la quale le acque riaffluirono, danneggiò le strutture portuali, alcune case e diversi magazzini, comportando la dispersione di parte della flottiglia peschereccia di Sciacca, con danni stimati da una Commissione parlamentare superiori ai 40 milioni di lire (stiamo parlando del 1951)… “L’evento è da mettere in relazione con l’esplosione di una sacca di gas, in quanto il maremoto non era stato anticipato da alcun terremoto, ma soltanto dalla violenta esplosione avvertita prima del ritiro delle acque del mare. L’evento fu così disastroso da fare intervenire il Governo in aiuto alla popolazione, come si evince dalle cronache parlamentari del 1951. La descrizione di questo maremoto venne riportata anche in diversi quotidiani dell’epoca, ma in particolare, la corrispondenza dell’inviato di Palermo del 12 Novembre 1951 per La Stampa è utile a comprendere l’entità del fenomeno ed i suoi devastanti effetti: ‘Ieri, verso la mezzanotte e mezza nell’interno del porto di Sciacca, improvvisamente il mare si sollevava fino a raggiungere l’altezza di oltre tre metri e, con una gigantesca ondata sovrastante le banchine, si abbatteva con violenza sull’abitato. Le circostanze con cui il fenomeno si è manifestato fanno pensare ad un autentico maremoto. Le barche, che in numero di oltre 150 nell’angusto specchio d’acqua formavano quasi un ponte, all’urto tremendo dell’onda, rotti gli ormeggi, sono state trasportate via dal risucchio. Uno spettacolo desolante si presentava nelle prime ore dell’alba nella sconvolta marina e lungo il litorale: barche affondate, rottami alla deriva, motopescherecci dalle fiancate squarciate a cavallo delle distrutte banchine. Mancano una trentina di battelli; circa duecento metri di banchina sono stati divelti dalla furia delle acque’”.

Il Mediterraneo essiccato oltre 5 milioni di anni fa e tornato grazie a una spaventosa inondazione

Fin qui la cronaca di questi giorni e i fatti degli anni passati. Resta da capire perché sta avvenendo tutto questo. C’è una spiegazione semplice: la causa potrebbe essere una forte alta pressione presente sul Mediterraneo che sta “premendo” sulla superficie del mare facendolo “arretrare”. Il fenomeno tra pochi giorni sparirà (così scrive il quotidiano La Sicilia). Tutto semplice, allora? Qualche dubbio rimane. Anche perché di cose strane, in questo periodo, non ne mancano. Qualche giorno fa abbiamo riportato la notizia che nell‘Antartide la temperatura è salita di 40 gradi centigradi. Così come non va sottovalutato il fiume Po in secca da Gennaio. Qui parliamo di temperature che si alzano, di ghiacciai che si sciolgono e di fiumi che, per le alte temperature e per la mancanza di piogge, vanno in secca. I cambiamenti climatici in corso, con lo scioglimento dei ghiacciai presenti nel nostro Pianeta, provocano un innalzamento del livello del mare. Nel Mediterraneo siamo in presenza di un fenomeno inverso: le acque che, invece di salire di livello, si ritirano. E allora? Siamo sicuri che è solo una questione di pressione sul Mediterraneo? La scienza ci dice che il Mare Mediterraneo subisce una costante evaporazione, al ritmo di oltre un metro all’anno. E ci dice anche che le piogge e le acque dei fiumi che arrivano in mare non riescono a bilanciare l’acqua che evapora. L’equilibrio viene assicurato dal costante afflusso di acqua che proviene dall’Oceano Atlantico dallo Stretto di Gibilterra. Sono state formulate varie teorie sull’esistenza stessa del Mediterraneo. Si ipotizza che il Mediterraneo si sia essiccato e che oltre 5 milioni di anni fa sia tornato in seguito a una gigantesca inondazione…

Foto tratta da Corriere di Sciacca

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