Mentre l’attore-statista dell’Ucraina, Zalensky, fa il giro dei Parlamenti del mondo alla ricerca di improbali alleati contro la Russia, mentre si parla di armi chimiche (come se non bastassero quelle normali), mentre gli speculatori in Italia ‘ingrassano’ alla grande speculando sul gas, dall’Antartide arriva una notizia che definire inquietante è poco: qualche giorno fa, rispetto a una temperatura stagionale media di -55 gradi centigradi, la temperatura è salita a -11,5 gradi centigradi. “Il Continente antartico – si legge su METEORED Italia – ha vissuto una ondata di caldo eccezionale che ha portato le temperature al di sopra la media in tutto il territorio. Questa situazione meteorologica, indicano diversi scienziati sul clima in questi giorni, è legata a una concomitanza di fattori, tra cui il trasporto verso i poli di calore e umidità attraverso dei veri e propri ‘fiumi atmosferici’. Il caldo registrato nell’Antartide orientale nei giorni scorsi è stato un evento straordinario, con anomalie di temperatura che, come dicevamo, hanno raggiunto i 40°C rispetto alla media del periodo (la temperatura si è innalzata di 40 gradi ndr)”. METEORED riporta una dichiarazione che il professor Matt King, che guida l’Australian Center for Excellence in Antarctic Science, ha rilasciato al The Guardian, il quotidiano inglese che affronta con grande impegno il problema dei cambiamenti climatici in corso nel mondo: In questo Continente, il più freddo della Terra – ha detto il professor Matt King – mancano registrazioni di temperatura a lungo termine e diventa più difficile contestualizzare storicamente l’ondata di caldo. Anche se è difficile ancora stabilire una correlazione diretta tra questo evento meteo e il cambiamento climatico in atto nel Pianeta, l’impatto della crisi climatica renderà questi eventi sempre più frequenti”.
Le ultime parole del professor Matt King sono importanti: “… l’impatto della crisi climatica renderà questi eventi sempre più frequenti”. Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo da mesi di sensibilizzare il Governo regionale della Sicilia su questo tema. In realtà, affrontiamo questo tema da quado siamo in rete. Nel Luglio del 2017, ad esempi, abbiamo intervistato il professore Silvano Riggio, docente di Ecologia, che già allora ci avvertiva che la Sicilia si trova nel bel mezzo di una bolla sahariana: ““L’ho detto e lo ripeto: la Sicilia va verso la desertificazione… Palermo è al centro di questa desertificazione ormai in atto. Ebbene, non solo non c’è la consapevolezza di quello che sta succedendo, ma si continua a ‘cementificare’ la città, eliminando il poco verde rimasto. Gli oltre mille alberi tagliati per fare posto al Tram sono l’ultima follia di una classe dirigente, o presunta tale, che sta uccidendo Palermo. E ancora più folle è l’acqua del depuratore di Acqua dei Corsari che finisce in mare invece di essere riutilizzata!”. E ancora: “Sì, sembra un forno a microonde. Sta succedendo quello che è stato previsto trent’anni fa: una specie di espansione del clima del deserto del Sahara. La Sicilia, soprattutto la Sicilia occidentale, è investita in pieno da questo fenomeno”. Dieci anni fa c’era una carestia in Siria, ma non ne parlava quasi nessuno, perché tutti erano concentrati sulla guerra contro il ‘cattivo’ Assad. In realtà, la guerra in Siria l’aveva portata il ‘Premio Nobel per la Pace’ Obama, allora presidente degli Stati Uniti, che stava provando a ‘sfondare’ in Siria per arrivare in Russia: in pratica, la stessa cosa che ha provato a fare l’attuale presidente USA, Biden, in Ucraina. Il professore Riggio non parlava solo della guerra: “Penso a quello che è successo in Siria. Anche se si parla della Siria solo per la guerra, va detto che in questo Paese ci sono state vere e proprie carestie dovute alla desertificazione. Milioni di persone hanno abbandonato le zone agricole colpite dalla siccità per riversarsi nelle città. In Sicilia il fenomeno è già in atto. Ma a Palermo si continuano a tagliare gli alberi per fare posto agli appalti milionari del Tram, si continua a ‘cementificare’ il territorio a colpi di varianti urbanistiche. Si pensa solo agli affari e ai soldi. Vuole sapere veramente cosa penso? Che si va verso la catastrofe”.
Noi torniamo a sollecitare il Governo regionale siciliano: guardate che la situazione climatica è brutta, 40 gradi centigradi di temperatura in più nell’Antartide, rispetto alla media stagionale, sono un fatto che deve fare riflettere. A parte Palermo – dove alcune aree, in Estate, sono forni a microonde (Piazza Politeama, via Leonardo Da Vinci, stazione Notarbartolo, per citarne solo alcune) – vanno a tutti i costi tutelati gli alberi. Lo scorso anno la Sicilia ha perso quasi 80 mila ettari di boschi a causa di errori commessi dal Governo regionale. Quest’anno gli incendi boschivi non vanno spenti con i mezzi aerei a 15 mila euro/l’ora: vanno prevenuti. per questo chiediamo l’assunzione – subito – di almeno 30 mila operai forestali ben equipaggiati per sorvegliare in modo ‘militare’ le aree verdi della nostra Isola con un servizio H 24 da Aprile a Novembre. Non si scherza con il caldo che ormai in Estate raggiunge ordinariamente i 40 gradi. Nel Nord Italia è ancora in corso una straordinaria ondata di siccità invernale, ci sono stati incendi e c’è i Po in secca. Non sappiamo che temperature si potrebbero raggiungere la prossima Estate. La politica siciliana, invece di pensare solo alle elezioni comunali di Giugno e alle elezioni regionali di Novembre, comincia a pensare anche a cosa potrebbe succedere a Luglio e ad Agosto con il caldo e a Settembre e ad Ottobre con le possibili alluvioni. Come si usa dire in Sicilia, megghiu diri chi sacciu chi diri chi sapia…
Foto tratta da Evaneos
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