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Putin Premio Nobel per la Medicina? Sì, ha sconfitto il Covid…/ MATTINALE 603

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  • Scusate, se vogliono dare il Premio Nobel per la Pace all’attore-statista Zelensky che in queste ore torna a chiedere la terza guerra mondiale, ebbene, perché non insignire il leader russo con il Premio Nobel per la Medicina, visto che ci sta liberando dal Covid? O dobbiamo negare che, da quando è esplosa la guerra in Ucraina, del Covid e dei vaccini anti-Covid non si parla più? 
  • La guerra in Ucraina sta accendendo la miccia di milioni di profughi ucraini sotto il culo della Germania: e con Putin il ricatto dello spread non funziona…
  • Il grande fiume di profughi che si sta riversando in Europa trova la stessa Europa in deficit di grano e fertilizzanti, grazie alla dabbenaggine politica di chi ha governato l’Unione europea. E non sappiamo come finirà quest’anno con i cambiamenti climatici…  

Scusate, se vogliono dare il Premio Nobel per la Pace all’attore-statista Zelensky che in queste ore torna a chiedere la terza guerra mondiale, ebbene, perché non insignire il leader russo con il Premio Nobel per la Medicina, visto che ci sta liberando dal Covid? O dobbiamo negare che, da quando è esplosa la guerra in Ucraina, del Covid e dei vaccini anti-Covid non si parla più? 

Avanti, tra di noi lo possiamo dire: da quando è scoppiata la guerra in Ucraina il Covid non c’è più. Certo, è rimasto il ‘contrappello’ giornaliero: 75 mila positivi un paio di giorni fa, malati, guariti, ospedalizzati e bla bla bla: ma non gliene frega più niente a nessuno. Ormai in Italia i cristiani sinni futtunu ru Covivvi. E che dire dei vaccini anti-Covid? Le belle file davanti agli hub vaccinali, con gli impiegati – il più scarso con lo stipendio di 2 mila euro al mese ‘mansi’, tutti convinti di essersi sistemati per la vita tra quarta, quinta, sesta… decima dose – a regimare il traffico umano e… gli azzicca-siringhe pronti per la distribuzione dell’Elisir di lunga vita, quasi un ritorno al mitico mondo degli alchimisti… Mannaggia, tutto finito! ‘Sta cazzo di guerra in Ucraina s’agghiuttiu tutti ‘i cosi. Un c’è chiù ‘nnienti ‘nna casa vacanti… Eh sì, la pandemia, senza la pressione mediatica, non esiste. Tutto svanito. Il virus e le sue varianti sembrano in Cassa integrazione in deroga… In questo momento il Deep State ha altro a cui pensare. Donald Trump – che, lo ricordiamo, ha vinto le ultime elezioni presidenziali americane – se lo sono giocati con l’imbroglio dei ‘voti postali’ per Joe Biden. Ma giocarsi Putin è un po’ più complicato. Certo, c’è la disinformazione, quella funziona sempre: minchiate di qua e minchiate di là. Ma appena svanisce l’effetto-minchiata, ecco che la verità appare per quella che è: e la verità è che la guerra in Ucraina non è finita e non sta finendo: la verità è che, all’orizzonte, non c’è alcuna pace: la verità è che i russi combattono città per città contro gli ucraini dell’attore-statista Zelensky armati fino ai denti dagli occidentali che si ritirano facendosi scudo con la popolazione civile: la verità è che i russi parranu picca e ‘mpiccicanu ruru, nel senso che piano piano, senza fretta proseguono città per città, piazza per piazza, via per via, palazzo per palazzo, cacciando i militari ucraini dell’attore-statista Zelensky. L’ultima trovata mediatica – non si capisce se occidentale o solo svedese – è la candidatura dell’attore-statista Zelensky a premio Nobel per la Pace. E lui, l’attore-statista Zelensky, in queste ore dimostra che il Premio Nobel per la Pace lo merita veramente tutto: “O parliamo con Putin o è guerra mondiale”, dice con il piglio del bambino viziato proprietario del pallone che prende lo stesso pallone tra le mani e dice agli altri bambini: “Qui gioca solo chi dico io…”. Insomma, meglio di Obama, va…

La guerra in Ucraina sta accendendo la miccia di milioni di profughi ucraini sotto il culo della Germania: e con Putin il ricatto dello spread non funziona…

Dal Premio Nobel per la Pace all’attore-statista Zelensky al Premio Nobel per la Medicina a Putin il passo è breve. Dobbiamo ammetterlo: se il Premio Nobel per la Pace all’attore-statista ucraino è metafisico, simbolico, creativo, banalmente simpatetico, il Premio Nobel per la Medicina a Putin è galileano, induttivo, eruttivo (nel senso vulcanologico e non medico). Ricordate quello che c’era prima della guerra? Sanzioni di qua, tu non vai di là, tamponi e vaccini, vaccini, vaccini prodotti rigorosamente dalle multinazionali farmaceutiche: accatta e binni e fatti ‘u vaccinu e futtutinni. Invece, alla quarta settimana di guerra in Ucraina le prescrizioni-vaccinazioni titaniche sembrano magicamente scomparse. Certo, tra un bombardamento e l’altro, la televisione cerca disperatamente di rilanciare gli schemi del regime terapeutico: e sono arrivate le varianti, e sono più infettive, e state attenti, e forse sono meno pericolose ma sono pericolose lo stesso, e di qua e di là: ma ormai i cristiani sinni futtunu. La guerra – che l’Unione europea vive con spirito anti-Putin, come guerra a Putin assassino del mondo, come la guerra anelata e celebrata dai Futuristi nei primi del ‘900 – fagocita tutto. Anche perché, nella parte orientale dell’Europa – quella che interessa i tedeschi, i padroni dell’Unione europea, quelli che nella Ue fanno il cazzo che vogliono e tutti zitti e non parlate sennò, dicono, vi facciamo aumentare lo spread e vi facciamo fare la fine della Grecia – sta cominciando a scoppiare un gran bordello. Illustriamolo per grandi linee.

Il grande fiume di profughi che si sta riversando in Europa trova la stessa Europa in deficit di grano e fertilizzanti, grazie alla dabbenaggine politica di chi ha governato l’Unione europea. E non sappiamo come finirà quest’anno con i cambiamenti climatici…  

Fino ad ora l’informazione ufficiale parla di 6 milioni di profughi. In realtà, il numero è destinato a crescere. Per l’Europa è un problema. Ricordiamo che l’Unione europea paga la Turchia una barca di soldi ogni anno per tenere bloccato sul confine orientale da 4 a 5 milioni di profughi siriani e di altre nazionalità. Di fatto, con il conflitto in corso in Ucraina i profughi che si stanno dirigendo verso l’Europa sono molti di più. Quanti saranno? Difficile fare previsioni. Anche perché non sa conoscono le intenzioni dei russi. Quello che si sa è che la popolazione ucraina conta poco più di 44 milioni di persone. Di queste, il 54-56% sono russofoni. Il resto sono varie etnie. In questa fase non è facile capire quello che potrebbe succedere. Il fatto che in meno di un mese ci sono già 6 milioni di profughi ucraini in costante aumento non lascia presagire nulla di buono. Insomma con il proseguire della guerra i profughi potrebbero diventare 10 milioni, 12 milioni, 15 milioni e forse anche di più. Tutto è possibile. In queste ore i tedeschi stanno impazzendo di paura. Sono stati loro a organizzare il blocco dei migranti siriani e di altre etnie sul confine orientale per ‘gentile’ intercessione (a pagamento) della Turchia di Erdogan. Per dirla con il Governo Draghi-pensiero, dubitiamo che il fiume di profughi che si sta riversando in Europa sia fatto di gente con il Green pass… Insomma, si prospetta non soltanto il caos logistico, ma anche una bella rimescolata di virus. Il tutto in un’Europa gestita da soggetti che, in materia di agricoltura e sovranità alimentare hanno dimostrato di essere solo dei dilettanti allo sbaraglio. Infatti l’Europa si ritrova oggi con poco grano, con pochi mangimi (mais e soia) e con pochi fertilizzanti: grano e fertilizzanti che dovrebbero arrivare proprio dal Paese – la Russia – contro il quale l’Unione europea ha adottato sanzioni e contro il quale continua ad adottare sanzioni (per la cronaca, la Russia è il primo Paese al mondo nella produzione di grano e tra i primi Paesi al mondo nella produzione di fertilizzanti, mentre l’Unione europea non è autonoma in materia di grano, non è autonoma in materia di fertilizzanti, non è autonoma in materia di foraggi, non è autonoma in materia di gas e via continuando). In tutto questo c’è il punto interrogativo dei cambiamenti climatici che, lo scorso anno, hanno ridotto drasticamente la produzione di grano nel mondo. Proprio ieri sera abbiamo letto che in alcune aree cerealicole degli Stati Uniti d’America ci sono problemi di siccità. Idem per alcune aree del Sudamerica. Speriamo bene e – noi la pensiamo così – ringraziamo Putin che almeno ci sta liberando dagli azzicca-siringhe al servizio permanente ed effettivo delle multinazionali farmaceutiche vendi-vaccini anti-Covid: almeno questo glielo dobbiamo riconoscere.

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