Elezioni per il sindaco di Palermo: Franco Miceli sta sbagliando a candidarsi senza discontinuità da Orlando e dai suoi seguaci

21 marzo 2022
  • Quella di Franco Miceli è una bella candidatura. Ma deve presentarsi rompendo in modo netto con l’esperienza di Leoluca Orlando e dei suoi sostenitori 
  • PD e Rifondazione comunista di Palermo non sono partiti politici di sinistra
  • Presentarsi in alternativa ad Orlando significa anche staccarsi in modo netto dalle inchieste giudiziarie sulla Commissione Urbanistica, sul Bilancio del Comune e sul Piano di riequilibrio che penalizza i cittadini

Quella di Franco Miceli è una bella candidatura. Ma deve presentarsi rompendo in modo netto con l’esperienza di Leoluca Orlando e dei suoi sostenitori 

L’abbiamo scritto e lo ribadiamo: la candidatura di Franco Miceli alla guida di Palermo non è sbagliata, anzi. L’errore sta nel fatto che Miceli si sta presentando al cospetto degli elettori della città non in discontinuità con la disastrosa esperienza di Leoluca Orlando, della sua amministrazione e delle forze politiche che l’hanno sostenuto. Al contrario, si sta presentando come la continuità di Orlando e di chi l’ha appoggiato. Questo è un errore di prospettiva politica. Miceli avrebbe dovuto segnare la discontinuità rispetto al passato, invece dietro di lui ci sono i responsabili politici di una città ridotta ai minimi termini. Sta mettendo insieme tutti i protagonisti della stagione orlandiana, compresi gli apri scatolette di tonno mancati dei grillini, i Giusti Catania, quelli del Tram in via Libertà, il PD e via continuando. Siamo pronti a scommetterci che si accoderanno anche i renziani di Davide Faraone (e ci sarà da sorridere nel vedere i renziani di Palermo che hanno criticato l’attuale amministrazione sullo scandalo delle bare accatastate nel cimitero dei Rotoli e sulla gestione della piscina comunale votare quelli che alla fine si apprestano ad essere gli eredi di Orlando). E, se proprio la dobbiamo dire tutta, non escludiamo che, alla fine, anche Gianfranco Miccichè e i disperati di Forza Italia che lo seguono cercheranno di ‘imbarcarsi’. Insomma, a Palermo – con riflessi sulla Regione, con riferimento ai berlusconiani che proveranno a ‘inciuciarsi’ con il centrosinistra – la candidatura di Franco Miceli rischia di trasformarsi in una sorta di ‘Zattera della Medusa’ della politica cittadina e siciliana. Lo anticipiamo ora: conoscendo la finta sinistra di Palermo proveranno a mettere insieme tutto quello che troveranno sulla strada.

PD e Rifondazione comunista di Palermo non sono partiti politici di sinistra

A nostro modesto avviso, Miceli avrebbe dovuto presentarsi come candidato sindaco di sinistra. Il PD non è un partito di sinistra, è il partito della destra economica e finanziaria europea. Il PD è un partito liberista. Lo ha dimostrato il Ministro del Lavoro Andrea Orlando che si trovava proprio a Palermo quando gli studenti manifestavano contro l’alternanza scuola-lavoro, dopo due ragazzi deceduti durante il lavoro che erano costretti a svolgere da una legge infame. Che ha detto il Ministro del PD Orlando che passa per uno di ‘sinistra’? Ha difeso la legge renziana sull’alternanza scuola-lavoro: e abbiamo detto tutto. Nemmeno Rifondazione comunista di Palermo è un partito di sinistra. E’ un partito che ha privilegiato le poltrone della Giunta rispetto alle ragioni della sinistra. Di fatto, tutta la ‘sinistra’ di Rifondazione comunista di Palermo si è materializzata nel fallimentare progetto del Tram. Troppo poco. Orlando e i suoi non hanno fatto assolutamente nulla per le 2 mila e 500 famiglie di senza casa: erano troppo impegnati con il Tram con ‘annessi e connessi’…

Presentarsi in alternativa ad Orlando significa anche staccarsi in modo netto dalle inchieste giudiziarie sulla Commissione Urbanistica, sul Bilancio del Comune e sul Piano di riequilibrio che penalizza i cittadini

Miceli avrebbe dovuto presentarsi in alternativa ad Orlando anche per le vicende giudiziarie in corso: l’inchiesta sulla Commissione Urbanistica del Comune e l’inchiesta sul Bilancio comunale. E avrebbe dovuto prendere le distanze da un Piano di riequilibrio dei conti sballati del Comune che l’amministrazione Orlando sta portando avanti in contrapposizione agli uffici comunali che, su questi aspetti, la pensano in modo diverso dal sindaco. Non contestare un Piano di riequilibrio che punta a penalizzare i cittadini con aumenti dell’Irpef è un autogol. Presentandosi in alternativa all’orlandismo, Miceli, da vecchio militante del Pci, avrebbe innanzitutto ripristinato un po’ di credibilità in una sinistra post comunista cittadina che è stata massacrata dalle esperienze orlandiane. E soprattutto non avrebbe perso voti, perché i vari Orlando, Catania e compagnia bella non hanno chi votare in alternativa e l’avrebbero votato lo stesso. Sbagliatissimo, anche, presentarsi assieme ai grillini che, alle elezioni comunali di Palermo, non hanno mai brillato e che oggi sono un esempio di fallimento di un progetto politico. Può sembrare paradossale, ma noi siamo convinti che, tenendo lontani i grillini dalla sua candidatura, Miceli avrebbe intercettato una parte dell’elettorato grillino: intruppandoli avrà solo da perdere. Non sappiamo quale sarà la posizione di Miceli sul Tram: ma è troppo intelligente per non sapere che il Tram è ormai superato dalla storia e, soprattutto, che i 15 km di Tram funzionanti hanno terremotato i conti del Comune e delle società comunali, Amat in testa. 15 Km di Tram che sono stati tenuti in piedi solo perché debbono giustificare gli appalti futuri. Così facendo non si cambia niente.

Foto tratta da lasiciliaweb

 

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