La rivolta indipendentista in Corsica, i porti bloccati in Sardegna e i giovani contro l’ascaro Crispi in Sicilia: viva la libertà contro gli oppressori

19 marzo 2022
  • Piano piano si va materializzando una nuova stagione di speranza per i popoli che lottano contro gli oppressori del nostro tempo
  • Grandissima rivolta popolare in Corsica contro i colonialisti francesi 
  • Sicilia e Sardegna debbono trovare il modo per protestare senza penalizzare i propri agricoltori. Basterebbero il Km zero e il Compra Sud. La grande importanza dei diciottenni siciliani che sanno che Crispi era un politico ascaro che ha massacrato i protagonisti dei Fasci Siciliani dei lavoratori  

Piano piano si va materializzando una nuova stagione di speranza per i popoli che lottano contro gli oppressori del nostro tempo

Dopo giorni di protesta finalmente qualcosa nei rapporti tra la Francia e la Corsica si muove. Per la cronaca, in Corsica ci sono cittadini che si sentono francesi, ci sono cittadini che vogliono l’indipendenza della loro isola e ci sono anche corsi che, sapendo poco dell’Italia di oggi, vorrebbero addirittura una Corsica italiana. Questi ultimi non sanno come l’Italia tratta il Sud Italia e la Sicilia, cioè da colonie da sfruttare. Ciò posto, a noi, delle tre categorie di corsi, fanno simpatia i corsi che lottano per una Corsica indipendente. Questi ultimi sono di nuovo in agitazione dopo che un personaggio storico dell’indipendentismo corso, Yvan Colonna, è stato aggredito in un carcere francese dove si trova recluso. Di questa storia noi abbiamo scritto in un articolo dello scorso 9 Marzo (che potete leggere qui). Oggi torniamo sull’argomento perché in Corsica tira aria di rivolta contro i colonialisti francesi. Infatti, così come la Sicilia e il Sud sono colonie dell’Italia, la Corsica è una colonia francese. Però, a differenza di Sud e Sicilia, dove i cittadini non si ribellano mai – nemmeno con la benzina e il gasolio a due euro al litro e nemmeno con le super-bollette di luce e gas, e votano i partiti politici nazionali che li ‘incaprettano’ – i corsi hanno le ‘palle quadrate’ e ogni tanto si ribellano. Gente seria.

Grandissima rivolta popolare in Corsica contro i colonialisti francesi 

Per ora, in Corsica, c’è una fase di ribellione. A ribellarsi sono gli indipendentisti. Superfluo aggiungere che lottano per la libertà. Sono quattro le richieste degli indipendentisti corsi che si battono per la libertà della loro Isola. In primo luogo chiedono una commissione d’inchiesta sul tentato assassinio di Yvan Colonna. Anche se in stile ‘servizi’ italiani, il Governo francese tenta di far passare la tesi – alla quale in Corsica non crede nessuno – di una lite tra Yvan Colonna e un altro detenuto per motivi religiosi, gli indipendentisti sono invece convinti che ‘qualcuno’ ha tentato di accoppare una figura storica dell’Indipendentismo della Corsica. In secondo luogo gli indipendentisti chiedono la liberazione immediata di tutti i prigionieri politici. In terzo luogo chiedono il riconoscimento del popolo corso. In quarto luogo chiedono uno Statuto autonomistico. Accetterà il Governo delle banche di Macron queste richieste? Ci sembra molto improbabile. Non sappiamo se la protesta continuerà. Quello che sappiamo è che, ormai d giorni, la Corsica è una polveriera. Le cronache raccontano di grandi manifestazione alle quali partecipano gli studenti. Questo è un fatto culturale importante, perché significa che nella mente dei giovani è già germogliata la voglia di libertà e la forza e lo spirito per battersi per l’indipendenza della loro terra. La popolazione, in Corsica, non supera i 340 mila abitanti. Ebbene, 10 mila persone che scendono in piazza in lotta per la libertà – com’è avvenuto nei giorni scorsi in Corsica – è un risultato importantissimo, considerato che erano in massima parte giovani. Ci sono stati scontri con la polizia con lancio di molotov. Ad Ajaccio, addirittura, c’è stato un tentato assalto alla ‘gendarmerie’.

Sicilia e Sardegna debbono trovare il modo per protestare senza penalizzare i propri agricoltori. Basterebbero il Km zero e il Compra Sud. La grande importanza dei diciottenni siciliani che sanno che Crispi era un politico ascaro che ha massacrato i protagonisti dei Fasci Siciliani dei lavoratori  

Insomma, la Corsica dà battaglia. Quello che non fanno Sud Italia e Sicilia. Qualche protesta si sta vedendo in questi giorni in Sardegna. Ma non è una protesta indipendentista, ma contro il caro carburante. In realtà, in Sardegna la protesta degli autotrasportatori non è solo per segnalare al Governo centrale l’alto costo di benzina e gasolio, ma anche l’alto costo del trasporto sulle navi: tant’è vero che gli autotrasportatori hanno bloccato anche i porti. Il limite di questa protesta – come delle proteste degli autotrasportatori siciliani – è che invece di colpire l’Italia colpiscono l’economia della propria terra: gli autotrasportatori sardi penalizzano gli agricoltori sardi, così come le proteste degli autotrasportatori siciliani colpiscono gli agricoltori siciliani. Ovviamente, trattandosi di autotrasporto non è facile non penalizzare chi deve esportare i propri prodotti dalla Sardegna e dalla Sicilia nel resto d’Italia. Ci sarebbe il modo per gli agricoltori di Sardegna e Sicilia di non subire penalizzazioni? Sì: puntare su un’agricoltura a km zero. Non esportare più un solo prodotto di Sicilia, Sardegna e Sud Italia nel Nord Italia. E, di conseguenza, invitare i cittadini del Sud, della Sardegna e della Sicilia non consumare più prodotti alimentari del Nord Italia. In parte già l’iniziativa è partita: si chiama Compra Sud e bisogna solo farla crescere. Detto questo, torniamo a segnalare un fatto importante: i giovani siciliani che hanno dipinto di rosso la statua di Francesco Crispi a Palermo. Un atto dimostrativo importante che segnala che tra i giovani siciliani comincia a maturare la consapevolezza della propria storia: della vera storia della nostra terra, non delle bugie scritte ancora oggi nei libri di storia ufficiali. Crispi era un rinnegato ascaro – per la precisione, il primo degli ascari – legato ai mafiosi sin dai tempi delle sceneggiata dei Mille in in Sicilia e legato alla massoneria che in Sicilia ha sempre avuto legami con i mafiosi. Crispi ha svenduto la Sicilia all’Italia per volgari interessi personali. Ascoltare le parole di diciottenni che raccontano gli eccidi perpetrati dall’ascaro Crispi contro i protagonisti della grande rivolta popolare dei Fasci Siciliani è motivo di grande speranza. Insomma, se mettiamo assieme la rivolta dei corsi per l’indipendenza, la rivolta degli autotrasportatori sardi e i primi vagiti del sicilianismo genuino che si comincia a intravedere nei giovani siciliani possiamo cominciare a guardare al futuro con una certa speranza. Verrà un giorno in cui ci libereremo dagli oppressori.

 

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