Un servizio del TG 1 delle13 e30 di oggi ha puntato i riflettori sulla crisi del comparto delle ceramica di Sassuolo, Emilia Romagna, il più importante d’Italia. Una crisi provocata dall’aumento delle bollette del gas. un imprenditore del settore ha mostrato da differenza tra penultima e ultima bolletta del gas: nella penultima il pagamento ammontava a poco più di 50 mila euro, nell’ultima a poco più di 250 mila euro. In patica, la bolletta del gas è quintuplicata. E’ chiaro che, con questi costi l’azienda è destinata ad entrare in crisi. Ci sono però due notizie sulle quali l’imprenditore – anzi, tutti gli imprenditori della ceramica di Sassuolo – dovrebbero riflettere.
Notizia numero uno. qualche settimana fa, nel corso di un question time alla Camera dei Deputati, numeri alla mano, è stato dimostrato che l’aumento del prezzo del gas in Italia non ha alcunché a che vedere con la guerra in Ucraina. E non può che essere così, perché la Russia non ha smesso di inviare il gas all’Unione europea. Almeno fino ad oggi è così, domani non sappiamo, soprattutto se l’Italia dovesse continuare ad inviare armi in Ucraina. L’aumento del prezzo del gas si è verificato e continua a verificarsi perché c’è stata e c’è ancora una mega speculazione. in pratica, mentre famiglie e imprese hanno pagato il gas a prezzi maggiorati – per la precisione, fortemente maggiorati – c’è chi ha guadagnato una barca di soldi. In un Paese normale il Governo avrebbe dovuto impedire questa speculazione. Ma non è stato così. Gli imprenditori del distretto della ceramica di Sassuolo si dovrebbero chiedere il perché.
Notizia numero 2. La crisi del gas, in Italia, è voluta dal Governo. In questo momento, in Italia, su mille e 298 pozzi di estrazione di gas, 752 pozzi non sono attivi. Si tratta di pozzi dislocati per lo più nell’Adriatico che potrebbero mettere a disposizione dell’Italia 140 miliardi di metri cubi di gas. Non lo diciamo noi: lo dice Domenico ‘Mimmo’ Macaluso, uno dei più grandi conoscitori dei fondali marini del Mediterraneo. Medico, dotato di brevetto di sommozzatore FIPSAS-CMAS e PADI International, con la qualifica di Rescue Diver (sommozzatore rianimatore), dal 1999 Macaluso ha coordinato per la sezione agrigentina e saccense della Lega Navale Italiana e l’Ordine dei Geologi della Sicilia una serie di immersioni sottomarine sui resti dell’edificio vulcanico sommerso che giace sul Banco di Graham, nel Canale di Sicilia, il vulcano che per soli cinque mesi, nel 1831, diede vita all’isola Ferdinandea. Nel 2007, nominato “Ricercatore Subacqueo” nel progetto dell’Unione Europea “Discovering Magna Grecia”, ha effettuato la mappatura dei siti d’interesse archeologico-subacquei della Sicilia sud-occidentale. Nel Luglio del 2009 ha partecipato, assieme ad i ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Bologna, ad alcune missioni subacquee di recupero di gas, dalle fumarole della caldera di Panarea; nel maggio 2017 ha curato per il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università di Napoli la taratura di rilievi geofisici per il GEAC (Gruppo Geologia Ambienti Costieri). Macaluso cita dati ufficiali. “Nel 2000, dall’Adriatico – dice Macaluso – si estraevano 17 miliardi di metri cubi di gas. Oggi le estrazioni si attestano in torno a 800 milioni di metri cubi di gas. Grosso modo, il 95 per cento circa in meno” (qui trovate l’intervista a Domenico Macaluso). Gli imprenditori del distretto della ceramica di Sassuolo dovrebbero chiedere al Governo di Mario Draghi perché sta succedendo tutto questo.