- Mentre la guerra in Ucraina prosegue con quasi 3 milioni di profughi che si sono già riversati in Europa (e potrebbero diventare molti di più) è arrivata la sesta ondata di Covid. E il professore Andrea Crisanti ci dice che il virus funziona meglio dei vaccini anti-Covid
- Noi riprendiamo spesso il professore Crisanti, perché parla di scienza e pandemia citando i dati reali e non i numeri al condizionale come fanno altri ‘luminari’ tipo: “Se non ci fosse stato il vaccino”: considerazione non scientifica perché priva di riscontri oggettivi
- Tra i primi a dire che in Italia, oggi, i decessi per Covid riguardano in maggioranza i vaccinati
- L’intervista di queste ore all’Adnkronos: “… la maggior parte dei decessi sono rappresentati da persone vulnerabili seppur vaccinate”
Mentre la guerra in Ucraina prosegue con quasi 3 milioni di profughi che si sono già riversati in Europa (e potrebbero diventare molti di più) è arrivata la sesta ondata di Covid. E il professore Andrea Crisanti ci dice che il virus funziona meglio dei vaccini anti-Covid
La guerra in Ucraina ha messo in secondo piano il Covid. Almeno mediaticamente è così. Ma il Covid non si è dimenticato di noi e sta tornando a colpire. Basta andare sulla rete per rendersi conto che i casi sono in aumento in tutto il mondo. Eh sì, in piena guerra, con mezzo mondo (occidentale) che manda armi in Ucraina, mentre russi (e cinesi) cominciano a mettere nel conto l’ipotesi di allargare il raggio di azione della guerra per colpire i mezzi che portano armi in Ucraina (ormai le bombe russe sono a pochi km dal confine con l’Europa e non ci sarebbe da restare stupiti se verrà colpito qualche carico di armi in transito da qualche Paese dell’Est europeo), la pandemia si va piano piano riprendendo il ruolo che la guerra gli ha tolto per qualche settimana. Google ci informa impietosamente sullo stato del Covid in ogni Paese. Basta scrivere due parole: Covid e il Paese del quale volete conoscere lo scenario Covid. In Europa, ad esempio, tranne qualche caso particolare come la Svezia – che in verità è sempre andata in controtendenza – la pandemia è in risalita un po’ dovunque. E’ in crescita in Francia, in Danimarca, in Italia, in Belgio, per non parlare della Germania dove si ‘viaggia’ intorno ai 300 mila casi al giorno. Almeno fino ad ora non ci sono numeri importanti nei ricoveri, ma la risalita c’è. E in verità questa sesta ondata di Covid è un po’ strana, perché fino ad oggi il virus SARS-COV-2 ha seguito, bene o male, la stagionalità. Nella stagione calda non è scomparso, ma le risalite le ha manifestate sempre con l’arrivo della stagione fredda. Oggi, invece, con la variante Omicron 2 la risalita sta arrivando con la Primavera.
Noi riprendiamo spesso il professore Crisanti, perché parla di scienza e pandemia citando i dati reali e non i numeri al condizionale come fanno altri ‘luminari’ tipo: “Se non ci fosse stato il vaccino”: considerazione non scientifica perché priva di riscontri oggettivi
Le notizie non sono molte. Si sa che questa nuova variante è molto contagiosa, più del Morbillo. e c’è addirittura che dice che sia il virus più contagioso comparso sulla Terra. Qua e là si legge che chi è stato contagiato da Omicron è protetto da Omicron 2. Sulle cause della nuova ondata ci sono varie ipotesi. Si pensa che possa essere il frutto di una riduzione delle restrizioni: l’abolizione dell’obbligo della mascherina al chiuso potrebbe avere fatto aumentare i casi (anche se c’è chi sostiene che la mascherina serva fino a un certo punto). Come già accennato, Omicron 2 è più trasmissibile: e questo potrebbe aver fatto aumentare i casi. E poi ci sono i vaccini, o meglio, la riduzione della protezione degli vaccini che, lo ricordiamo, non proteggono dall’infezione – perché non bloccano la circolazione del virus – ma riducono i ricoveri. ma questa protezione contro i ricoveri dura, sì e no, sei mesi e poi e punto e a capo. Noi segnaliamo un’intervista dell’Adnkronos al professore Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova. Noi riprendiamo sempre che ci sembra il più libero tra gli scienziati italiani. lo abbiamo fatto quando nel Luglio dello scorso anno, dai microfoni di Radio Cusano Campus, ha spiegato come le varianti del virus aggirano i vaccini. Lo scorso anno Crisanti ha ricordato che la strada da seguire per cercare di fermare il virus con le sue varianti è il blocco della libera circolazione delle persone. Ma questo, oggi, con l’arrivo di milioni di ucraini in Europa – per ora circa 3 milioni di profughi, ma i numeri potrebbero crescere – questa ipotesi di contenimento del virus va scartata. E la vaccinazione con gli attuali vaccini c’entra poco o nulla, perché anche i vaccinati possono infettare e infettarsi.
Tra i primi a dire che in Italia, oggi, i decessi per Covid riguardano in maggioranza i vaccinati
Crisanti, lo scorso anno, è stato tra i primi a dire che nel Regno Unito il numero di deceduti vaccinati superava il numero dei deceduti non vaccinati. Le varianti del virus aggirano i vaccini e colpiscono vaccinati e non vaccinati, e siccome già allora nel Regno Unito i vaccinati erano la grande maggioranza, ecco spiegato perché il numero dei deceduti vaccinati superava il numero dei deceduti non vaccinati. Noi, lo scorso anno, abbiamo ripeso alcuni passi dell’intervista al professor Crisanti, dove spiegava che il vero problema è che non è facile andare dietro alle varianti del virus con i vaccini, perché per vaccinare milioni e milioni di persone ci vogliono almeno sei mesi (con l’organizzazione del Regno Unito e di Israele, che in sei mesi sono riusciti a vaccinare quasi per intero le rispettive popolazioni) e in sei mesi si producono altre varianti che vanificano i nuovi vaccini (qui il nostro articolo dello scorso anno). poco più di un mese fa il professor Crisanti ha rilasciato un’altra dichiarazione che noi abbiamo ripreso, spiegando a chiare lettere che che in Italia, oggi, i decessi per Covid riguardano in maggioranza i vaccinati (qui per esteso il nostro articolo del 2 Febbraio scorso).
L’intervista di queste ore all’Adnkronos: “… la maggior parte dei decessi sono rappresentati da persone vulnerabili seppur vaccinate”
Oggi Crisanti è tornato a illustrare il suo pensiero all’Adnkronos: “In questo momento – ha detto – le misure di protezione sono inutili, se non addirittura dannose. Perché, se ci pensiamo, noi abbiamo ora circa 10mila vaccinati al giorno contro 60mila infezioni: paradossalmente sta facendo meglio il virus che l’andamento della vaccinazione” nel mantenimento della protezione “in questo momento. Il problema, in una situazione come quella odierna in cui c’è trasmissione virale, è come proteggere i vulnerabili, perché la maggior parte dei decessi sono rappresentati da persone vulnerabili seppur vaccinate. Non sono no vax. Questa è la verità che noi ci dobbiamo dire. Purtroppo tutta questa polemica feroce con i no vax ha impedito di arrivare al punto e affrontare questo problema, ha spostato il focus della discussione. C’è stata un’autocensura sul fatto che la maggior parte dei decessi sono vaccinati fragili, non si voleva dare uno spunto ai no vax per dire che il vaccino non funziona. E non si è guardato al problema che è come proteggere questi fragili vaccinati”. Nell’intervista all’Adnkrons (che potete leggere qui per esteso) il professore Crisanti spiega come proteggere i più fragili. una stoccatala riserva anche agli anticorpi monoclonali: “gli anticorpi monoclonali contro Covid possono aiutare relativamente perché, se avessero avuto l’impatto sperato, non avremmo avuto tutti questi decessi. E’ il caso di dirci che i monoclonali a disposizione con i fragili tutto questo grande effetto non ce l’hanno, al momento. Diminuiscono la malattia di un giorno e mezzo, ma nella maggior parte dei casi a persone che avrebbero avuto in ogni caso un decorso favorevole, perché – ripeto – altrimenti tutti questi decessi non ce li avremmo”.
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