Agricoltura

La guerra in Ucraina vista dalla parte dei mercati agricoli mondiali (e dell’agricoltura russa e ucraina in particolare)

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  • Un dato certo è che le esportazioni di grano russo sono diminuite di poco più del 45%. E questo è un dato che deve fare riflettere, perché la Russia è il più grande produttore di grano del mondo 
  • Un altro dato importante è che, anche nel pieno della guerra, l’agricoltura ucraina non viene messa in discussione 

Un dato certo è che le esportazioni di grano russo sono diminuite di poco più del 45%. E questo è un dato che deve fare riflettere, perché la Russia è il più grande produttore di grano del mondo 

La guerra in Ucraina vista dalla parte dei mercati agricoli del mondo. La notizia di due giorni fa – 14 Marzo – è che la Russia sta piano piano riprendendo le esportazioni di grano dai suoi porti del Mar Nero. La navigazione nel Mare Azov rimane è molto limitata, ma un segnale importante è arrivato. Nel suo report di due giorni fa Sandro Puglisi, analista dei mercati agricoli internazionali, ricorda che “le esportazioni di grano russo sono diminuite del 45,4% dall’inizio della stagione di commercializzazione 2021/22 il 1 Luglio“. La guerra in Ucraina è arrivata dopo la decisione della Russia di ridurre l’export di grano. Una decisione strategica, per il rimo Paese al mondo nella produzione di grano, maturata alla luce dei cambiamenti climatici che lo scorso anno hanno provocato una drastica riduzione della produzione di grano in tante aree del Pianeta. Non sappiamo come finirà e, soprattutto, se finirà la guerra in Ucraina. Noi, ovviamente, ci auguriamo che la guerra finisca presto con una soluzione soddisfacente per tutti i contendenti. Le guerre sono sempre errori. E in un momento storico come l’attuale, caratterizzato da cambiamenti climatici che non annunciano nulla di buono, la guerra è pura follia. Le cronache degli ultimi giorni raccontano di trattative positive tra le parti, ma i risultasti non si vedono e nel frattempo i russi vanno avanti come rulli compressori. Puglisi scrive della “recente decisione della Russia di sospendere le esportazioni di grano verso alcuni Paesi ex sovietici” che “deve ancora essere approvata, sebbene gli operatori del mercato segnalino già restrizioni non ufficiali per le forniture ferroviarie di grano dalla Siberia al Kazakistan, Sovecon sa ID”. Insomma, la Russia – anche rispetto al commercio internazionale di prodotti agricoli – persegue una propria strategia che non è semplice capire. L’unico dato certo, incontrovertibile, è che ha ormai un rapporto molto stretto con la Cina dove verrà esportata buona parte della produzione di grano, di altri cereali e di gas.

Un altro dato importante è che, anche nel pieno della guerra, l’agricoltura ucraina non viene messa in discussione 

Sempre Puglisi – ma la notizia è di qualche giorno fa – riporta una dichiarazione del vicepresidente del Consiglio agricolo ucraino, Denys Marchuk, secondo il quale “la campagna di semina nel 2022 si concentrerà sui raccolti primaverili che possono essere raccolti in Estate. Non sappiamo come si svilupperà la situazione. Quindi, il focus sarà sul grano saraceno, i piselli per coprire i bisogni della popolazione”. Ribadiamo: non è facile capire che evoluzione prenderà la guerra in Ucraina. Ma il fatto che i russi non stiano creando problemi agri agricoltori ucraini è già di per sé un messaggio di distensione. Poi, si sa, tutto è possibile: magari la guerra si fermerà con il Governo ucraino che annuncerà di non avere alcuna intenzione di entrare nella Nato; o magari la guerra continuerà con un fiume di milioni di profughi ucraini che si riverserà in Europa scatenando il caos, con la Russia che si riprenderà l’Ucraina. Tutto è possibile, ma alcune tendenze, viste dalla parte dell’agricoltura – e l’Ucraina è un grande Paese agricolo: terzo esportatore al modo di grano, primo produttore al mondo di girasole, grande produttore ed esportatore di mais – raccontano che l’agricoltura non viene messa in discussione e che la Russia non ha intenzione di distruggere l’agricoltura ucraina per penalizzare la popolazione di questo Paese. Precisazione ulteriore: questo è quello che si vede per ora, il futuro, anche di breve e medio termine, resta un punto interrogativo.

Foto tratta da Il Post

 

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