da Francesca Briganti, portavoce del Comitato Siciliano di Liberazione
L’Eretico
Organizzazione Mondiale per la vita
Associazione Partite IVA Federali
Le Partite IVA Italia
Avvocati per i diritti e le libertà (Comunità Siciliana di Rinascita)
Futuro Trasparenza Libertà
Arca dell’Alleanza Catania
riceviamo e pubblichiamo
Al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, si pone un grande dilemma: reggere il gioco di Roma o aiutare il Popolo siciliano e salvare l’economia siciliana? Prima il caos della pandemia e ora l’economia di guerra, con cittadini e autotrasportatori in ginocchio e ridotti alla fame per il costo del carburante e delle materie prime. Il Presidente Musumeci, alcune settimane fa, ha passato la palla al Governo romano. In realtà, secondo l’art 31 dello Statuto, è un Ministro in seno al Consiglio dei Ministri, per tutte le materie che riguardano la Regione siciliana. Si ricorda che, con la Delibera n. 123 del 26 Marzo 2020, il Presidente della Regione ha rivendicato l’assunzione dei pieni poteri con lo schema di norma di attuazione dell’art 31 dello Statuto siciliano. Alla fine non è servito per occuparsi della salute dei siciliani, bensì per esercitare un ulteriore “potere punitivo” sulle nostre libertà. Non esiste più, però, il problema dei decreti attuativi, avendo preso pieni poteri mediante uno schema di Delibera di Giunta.
Da sempre la Sicilia subisce l’inquinamento dalle raffinerie in cui raffiniamo il 50% di carburante per tutta l’Italia. Può utilizzarsi tale potere per il “caro benzina”? L’art 17 dello Statuto siciliano prevede che “entro i limiti dei principi ed interessi generali cui si informa la legislazione dello Stato, l’Assemblea regionale può, al fine di soddisfare alle condizioni particolari ed agli interessi propri della Regione, emanare leggi, anche relative all’organizzazione dei servizi, sopra le seguenti materie concernenti la Regione” e alla lettera i) indica tutte le materie che implicano servizi di prevalente interesse regionale. L’art 33 dello Statuto siciliano recita che “…Fanno parte del patrimonio indisponibile della Regione: le foreste, che a norma delle leggi in materia costituiscono oggi il demanio forestale dello Stato nella Regione; le miniere, le cave e torbiere….” Se l’erogazione del carburante fa parte, di certo, dei servizi di prevalente interesse e, così come per l’art 31, con una delibera di Giunta, si potrebbe riconoscere la proprietà del petrolio prodotto nel sottosuolo siciliano, allora è possibile riprenderci le accise. D’altra parta, secondo la relazione illustrativa dell’art 6 comma 3 della Delibera 197/2018 “Schema di nuove norme di attuazione dello Statuto in materia finanziaria”, alla Regione è attribuita la potestà di istituire misure di fiscalità di vantaggio, funzionale alle politiche di detassazione di lunga e breve durata. Quindi, soccorre anche la defiscalizzazione del prezzo del carburante.
E’ quindi evidente che, grazie al nostro Statuto, il nostro Presidente non deve temere di disturbare Roma, ma deve solo farlo valere in tutte le sedi istituzionali, avanzando delle pretese legittime di una piena attuazione dell’Autonomia della Sicilia, che si esplicitano nelle seguenti proposte:
a) riconoscere a mezzo di una legge regionale la proprietà materiale del petrolio estratto dal sottosuolo siciliano;
b) riconoscere a mezzo di una Delibera di Giunta il carburante derivato dall’estrazione e dalla raffinazione quale bene di interesse prevalente per la Regione, di cui art 17, lettera i dello Statuto; nonché ritenerlo quale materia prima da commercializzare a terzi per gli scopi macro economici della Regione siciliana;
c) ritenere il carburante una risorsa e definirla “riserva ” per il consumo “non esclusivo” all’interno della Regione, e a mezzo di legge regionale operare la defiscalizzazione delle accise sui carburanti, secondo criteri di maggior favore all’economia e allo sviluppo dell’Isola;
d) moratoria sulle bollette per imprenditori e famiglie;
e) defiscalizzazione delle accise sull’energia elettrica.
Foto tratta da RagusaNews.com
Nota de I Nuovi Vespri:
Come scrivono Francesca Briganti, portavoce del Comitato Siciliano di Liberazione e gli Avvocati per i Diritti e le Libertà – legal network, quello che non vuole fare il Governo nazionale di Mario Draghi lo può fare il Governo siciliano.
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