di Marco Morana
I lavori per il totale rincoglionimento di questo Paese proseguono alacremente. E anzi il progetto è alle battute finali. Nel breve volgere di un paio di mesi, con il notevole contributo di stampa e media tutti, il massimo livello concettuale espresso, dai più raffinati intellettuali italici, dovrebbe attestarsi su: Bu, bu, gne’, gne’ puppù, puppù. Poi ci sarà il ritorno al banano (dal quale in tanti hanno fatto male a scendere). Basta guardare uno dei tanti talk show, di cui ne abbiamo ormai pieni gli zebedei. Fino ad un mese fa, l’argomento era il Covid e guai a dissentire dal pensiero unico e mostrare due etti e mezzo di cervello: al malcapitato disertore lanciavano noccioline e bucce di banana, emettendo strani suoni gutturali che sono ancora allo studio di etologi e, una volta decifrati, saranno oggetto di un’apposita puntata di Quark Speciale. Col conflitto russo-ucraino, lo schema non cambia: Putin merda, Zelensky pallone d’oro. E chi dice il contrario è un ignorante, lercio e leninista. E anche “figghiu i cacata“. Anche.
Frattanto, non si arrestano le ricerche del putribondo figuro Dostoevskij. Chissà dove ha riparato, col favore delle tenebre, supportato dalla temibile armata dei gatti russi. Pare che fra questi pericolosi felini ce ne sia uno, forse l’elemento di spicco del gruppo, particolarmente sanguinario: ha persino l’occhio bendato, come i pirati, e la cicatrice del malacarne. Per non parlare delle vibrisse a forma di falce. Un pezzo di merda, proprio. Tenuti, comunque, tutti opportunamente al di fuori dei confini italici. Sembra, però, non ci sono fonti certe, che il fetente terrorista russo sia passato a miglior vita nel 1881. Solo voci, per carità. Nulla che possa
interrompere le minuziose spedizioni notturne, alla scoperta del covo di questo figlio di Putin. Nella indefessa task force, pare abbiano intruppato uno dei tanti difensori della democrazia che conducono i talk show, opportunamente equipaggiato da giubotto antiproiettili, boraccia, coperta termica, chitarra, fionde, cerbottane e lampada alla fronte, come quella dei dentisti. Ora, rimane da capire dove si annidino gli altri amici di Putin. Salvini, ormai è spacciato. Lo hanno beccato col sorcio in bocca. E’ culo e camicia col dittatore russo. Ci sono due reperti assunti come elementi di prova: una foto, ritraente il capo della Lega in una lunga stretta di mano con Putin, e una felpa inneggiante all’ ex capo del Kgb. Bisogna però capire quando fucilano Salvini. Nel frattempo, siccome le voci corrono, c’è il sospetto di un altro fetente amico della merda russa. E numerosi indizi: basso, calvo, con vari processi e una condanna a carico, noto donnaiolo, addirittura si dice abbia ricoperto cariche importanti nel governo italiano. Però, è meglio non parlarne, signora mia.