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Tra guerra in Ucraina e clima ci faranno mangiare grano alle micotossine e prodotti OGM. Mulini senza farina a fine Marzo?/ MATTINALE 593

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  • Già con la guerra in corso si profila una riduzione di un terzo del grano presente nel mercato internazionale. Se quest’anno si ripresenteranno gli effetti dei cambiamenti climatici in tante aree del mondo ci sarà carenza di grano di e di altri prodotti agricoli (una volta le chiamavano carestie)
  • Il video sul grano di Giuseppe Li Rosi di Simenza
  • A Marzo mulini senza farina. Foraggi OGM per gli animali 
  • Putin, dati alla mano, ha spiegato che le sanzioni che la Ue ha appioppato alla Russia faranno crescere fino all’inverosimile il prezzo dei fertilizzanti a base di azoto e fosforo 
  • Dopo venti anni di stupido liberismo economico che ha smantellato la sovranità alimentare, l’Unione europea scopre che se il clima, nei prossimi mesi, farà i capricci gli europei potrebbero avere problemi per mancanza di cereali e ortofrutta 

Già con la guerra in corso si profila una riduzione di un terzo del grano presente nel mercato internazionale. Se quest’anno si ripresenteranno gli effetti dei cambiamenti climatici in tante aree del mondo ci sarà carenza di grano di e di altri prodotti agricoli (una volta le chiamavano carestie)

Nel Nord Italia non piove da quattro mesi. La Sicilia è passata dalle piogge senza fine dello scorso Autunno, quando non si riusciva a raccogliere le olive (che in alcuni casi non sono state raccolte), alla carenza di piogge delle ultime settimane. L’Italia non è l’unico caso di siccità. Ci sono problemi nel Nord degli Stati Uniti e in alcune aree del Sudamerica. Certo, a Marzo è ancora presto per le previsioni. Ma qualche segnale sul fatto che i cambiamenti climatici in corso del mondo potrebbero tirare ancora brutti scherzi c’è, eccome se c’è! Lo scorso anno il Canada, a causa del clima, ha perso il 50% della produzione di grano. Seguito a ruota dagli Stati Uniti, che ci ha rimesso il 40% della produzione. Anche la Russia, primo produttore di grano nel mondo, ha accusato una flessione produttiva, comunque non paragonabile a quanto accaduto in Canada e negli Stati Uniti. E’ andata bene in Ucraina, dove la siccità, nel 2021, non ha creato problemi. Comunque andranno le cose sotto il profilo agronomico, dubitiamo che il grano prodotto in Ucraina – che è il terzo Paese al mondo per esportazione di grano – arriverà in Occidente. E’ andata bene – sempre con riferimento al 2021 – per le produzioni di grano di India e in Australia (anche se in quest’ultimo Paese le piogge durante la raccolta hanno creato qualche problema). Questa premessa ci sembra necessaria per sottolineare che la produzione di grano nel mondo, quest’anno, sconterà due problemi. Il primo problema sarà, con molta probabilità, la riduzione, se non il blocco verso l’Occidente, del grano russo e ucraino, visto che l’Unione europea ha deciso unilateralmente di dichiarare guerra alla Russia, con Putin che, per fortuna, da uomo politico intelligente e paziente, considera la Ue per quella che è in termini politici e geopolitici: cioè nulla, tant’è vero che non ha nemmeno bloccato l’export del gas verso l’Europa. Ma sul grano russo e ucraino potrebbe essere diverso, soprattutto, com’è probabile, se ci saranno problemi con il clima: e per l’Europa potrebbe essere una ‘botta’ pesante, perché se mettiamo insieme Russia e Ucraina, beh, parliamo di un terzo del grano esportato nel mondo. Il secondo problema è l’incognita dei cambiamenti climatici sempre in agguato, tra siccità e inondazioni (non dimentichiamo le piogge torrenziali che hanno colpito nel Luglio dello scorso anno il Nord Europa, segnatamente Francia e Germania, con danni non soltanto a persone e cose, ma anche alle grandi distese di grano tenero, che comunque è stato commercializzato lo stesso, perché quando c’è penuria tutto fa brodo…).

Il video sul grano di Giuseppe Li Rosi di Simenza

Lo scenario è pessimo. Lo descrive molto bene in un video Giuseppe Li Rosi, protagonista di Simenza. Che ricorda che, nell’Antica Roma, il grano era l’elemento strategico nelle guerre: senza il grano, senza la possibilità di potere sfamare gli eserciti le guerre erano impossibili. Li Rosi, che conosce molto bene il mondo del grano, ci dà alcune notizie. La prima l’abbiamo già accennato: la siccità. Abbiamo più volte scritto che cosa sta succedendo nel Nord Italia, dove non piove da Gennaio e dove il fiume Po è in secca. ma non c’è d scherzare nemmeno nel Sud e in Sicilia. Lo scorso anno le alte temperature in Sicilia – 40 gradi o giù di lì per due mesi, con punte di 47-48 gradi centigradi in alcune aree della nostra Isola – sono arrivate a metà Luglio, quando la maggior parte del grano era già nei magazzini. Quello che succederà quest’anno con le alte temperature non lo possiamo sapere. Anche se i 20 gradi centigradi di Febbraio e le escursioni termiche di questi primi giorni di Marzo qualche dubbio lo fanno sorgere. Nulla di scientifico, per carità, solo il frutto di nostre osservazioni: le calde Estati del 2020 e, soprattutto, del 2021 sono state precedute da temperature miti a Febbraio, che di solito dovrebbe essere un mese freddo. Il caldo estivo, se si dovesse presentare prima della mietitrebbiatura, potrebbe provocare problemi seri anche al grano, perché i delinquenti che ci ‘regalano’ gli incendi (che in buona parte sono infatti dolosi), specie nelle giornate di Scirocco, potrebbero dare fuoco pure ai campi di grano. Anche per questo, da mesi, invitiamo il Governo siciliano ad assumere, senza perdere altro tempo, almeno 30 mila operai forestali che a turno, giorno e notte, dovrebbero vigilare sulle aree verdi, regimare fiumi e corsi d’acqua (anche in Estate possono arrivare temporali, che sono sempre più violenti) e dovrebbero occuparsi di tutelare i campi di grano. Se non fosse ancora chiaro, quest’anno, tra la guerra americana in Ucraina e i possibili cambiamenti climatici, in alcune aree del mondo potrebbe mancare il grano: noi ci auguriamo che l’attuale Governo regionale faccia tutto il possibile per evitare gli incendi di campi di grano e, ovviamente, anche gli incendi nelle aree verdi.

A Marzo mulini senza farina. Foraggi OGM per gli animali 

La seconda notizia che ci dà Li Rosi è legata proprio alla carenza di grano: a fine Marzo, racconta il protagonista di Simenza, tanti mulini non avranno più grano, perché come tutti sappiamo, il prezzo del grano è in crescita proprio perché l’offerta langue (e anche perché la Cina, da qualche tempo, è piuttosto attiva nel mercato mondiale dei cereali: e questo fa inevitabilmente lievitare i prezzi). In più, in questi giorni, alcuni Paesi dell’Europa dell’Est – forse anche perché hanno la guerra a due passi – hanno deciso di interrompere le esportazioni di grano. Insomma, chi ha il grano se lo tiene. La carenza di grano alla fine di questo mese ci dà la misura che la situazione si sta mettendo veramente male. La terza notizia che ci dà Li Rosi è bruttissima: vista la carenza di grano è stato deciso di non effettuare più i controlli sulle navi cariche di grano che arriveranno. Il perché questa notizia è brutta assai lo illustra lo stesso protagonista di Simenza: in condizioni ordinarie ordinarie il grano che presenta problemi – per esempio un grano con le micotossine – viene messo da parte ma non eliminato (lo abbiamo visto con la nave carica di grano in pessime condizioni arrivata nel Luglio dello scorso anno nel porto di Ravenna: grano che non è stato distrutto). Non solo. Li Rosi ci dice che, vista la situazione di crisi, arriveranno anche cereali OGM (Organismi Geneticamente Modificati) che verranno utilizzati per l’alimentazione animale, visto che c’è già carenza di foraggi (e quindi  ci faranno mangiare latte, formaggi e carne di annali alimentati con OGM). E non va escluso che ci rifilino anche i derivati di grano e cereali OGM!

Putin, dati alla mano, ha spiegato che le sanzioni che la Ue ha appioppato alla Russia faranno crescere fino all’inverosimile il prezzo dei fertilizzanti a base di azoto e fosforo 

Un’altra brutta notizia per gli agricoltori europei arriva direttamente da Putin, che ha detto che le sanzioni contro la Russia potrebbero provocare un ulteriore aumento dei prezzi alimentari a livello mondiale. “La Russia e la Bielorussia – ha sottolineato Putin – sono tra i più grandi fornitori di fertilizzanti minerali nei mercati mondiali. Se continuano a creare problemi con i finanziamenti, le assicurazioni, la logistica, la consegna dei nostri prodotti, allora i prezzi, che sono già esorbitanti, cresceranno ancora”. Per chi non lo sapesse, Putin, prima che uomo politico, è un economista specializzato in econometria. Come potete notare, non è tanto la volontà della Russia e della Bielorussia di ridurre o bloccare l’export di fertilizzanti a creare problemi, quanto le demenziali sanzioni controlla Russia adottate dall’Unione europea che rischiano di penalizzare ulteriormente gli agricoltori europei. Scriviamo ulteriormente perché già l’aumento del prezzo del gas – indispensabile per produrre i fertilizzanti a base di azoto e fosforo – ha già fatto schizzare all’insù il prezzo degli stessi fertilizzanti. Le demenziali sanzioni contro la Russia adottate dall’Unione europea aprono il capitolo degli errori strategici commessi dai ‘geni’ che hanno governato la Ue da venti anni a questa parte. Oggi, infatti, l’Unione europea non è con il ‘culo a terra’ solo per la carenza di energia, ma anche rispetto alla cosiddetta sovranità alimentare. Convinti che il liberismo economico sia il rimedio di tutti i mali, questi ‘geni’ europeisti, dai primi anni del 2000 ad oggi, non hanno fatto altro che trattare l’agricoltura come merce di scambio. La stupidità economica allo stato puro di certi trattati internazionali voluti dalla Ue, che hanno sacrificato l’agricoltura – soprattutto l’agricoltura dell’Europa mediterranea – per consentire alle multinazionali di fare affari nell’industria e nei servizi ci sta presentando il conto. Tra cambiamenti climatici e e guerra americana in Ucraina, oggi in Europa rischiano di mancare non soltanto grano e cereali (anche da foraggio), ma anche gli oli vegetali, a cominciare dall’olio di girasole (l’Ucraina è il primo produttore al mondo di olio di girasole).

Dopo venti anni di stupido liberismo economico che ha smantellato la sovranità alimentare, l’Unione europea scopre che se il clima, nei prossimi mesi, farà i capricci gli europei potrebbero avere problemi per mancanza di cereali e ortofrutta  

Dopo venti anni di errori, gli ‘europeisti’ scoprono che – soprattutto se continueranno a imperversare i cambiamenti climatici – ogni Paese si terrà le proprie produzioni agricole. E l’Unione europea che ha penalizzato grano e cereali in generale, olio d’oliva, olio di semi e via continuando. L’ultima PAC – Politica Agricola Comune – di qualche mese fa, privilegia le industrie che vendono veleni agli agricoltori (pesticidi, erbicidi, ormoni) piuttosto che sostenere le produzioni. Dove si dimostra che la svolta ‘green’ dell’Unione europea è una grandissima minchiata buona solo per i creduloni! Non solo. Quando la Ue va a sostenere gli agricoltori, scopriamo che l’85% dei sussidi finiscono nelle mani di appena il 25% delle aziende agricole: e parliamo di oltre 40 miliardi di euro all’anno! Sapete cosa propongono adesso gli ‘europeisti’ in piena crisi? Di aumentare l’uso di pesticidi per aumentare le produzioni, proprio come si fa in certi Paesi poveri che, per aumentare le produzioni, usano pesticidi a più non posso (e magari questi ‘deliziosi’ prodotti agricoli arrivano da noi: vedi l’ortofrutta che arriva dall’universo mondo). Per non parlare della proposta della disperazione: sospendere subito l’obbligo di non coltivare almeno il 5% delle superfici arabili che dovrebbero essere destinate alla creazione di aree ad alto valore ambientale per puntare su colture che oggi la Ue importa. Da decenni l’Unione europea dà soldi agli agricoltori per non seminare grano ne terreni seminativi, oggi anche per agevolare gli impianti di energia eolica che sono la rovina dell’agricoltura. Adesso hanno capto di avere sbagliato e vorrebbero tornare indietro di corsa, perché con i cambiamenti climatici in corso i 500 milioni di europei rischiano di non avere cosa portare in tavola. Sono veramente ridicoli. La verità è che questa Unione europea è da dimenticare. Quasi quasi verrebbe da pensare che l’unico voto serio in Italia, oggi, è rappresentato da Italexit, la sola forza politica che vuole portare fuori l’Italia da un’Unione europea governata da finanzieri e banchieri che, in materia di politica – soprattutto in politica estera e politica agricola – stanno dimostrando di essere dei dilettanti allo sbaraglio…

Foto tratta da FO OD

 

 

 

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