- Qualche segnala dalla politica siciliana rispetto all’aumento stratosferico del prezzo dei carburanti
- Figuccia: senza le accise la benzina costerebbe 0,555 euro a fronte degli attuali due euro
- Tancredi: un disegno di legge regionale per stanziare 10 milioni di euro come contributo carburante per le marinerie siciliane
Qualche segnala dalla politica siciliana rispetto all’aumento stratosferico del prezzo dei carburanti
Di fatto per l’Italia la guerra economica è già scoppiata. Prezzi della benzina e del gasolio in crescita, prezzi dei derivati del grano in crescita e via continuando con l’aumento del costo della vita. Per la Sicilia lo scenario è ancora più pesante, perché la situazione economica era già difficile prima della guerra in Ucraina. Ora va diventando di giorno in giorno sempre più insostenibile. E la politica siciliana che fa? Segnaliamo ai nostri lettori due prese di posizione interessanti che, se messe in atto, potrebbero dare un sostegno concreto alle famiglie e alle imprese della nostra Isola. La prima proposta è generale e riguarda tutti i cittadini siciliani. La seconda proposta riguarda i pescatori siciliani che, come tutti i pescatori italiani che esercitano la pesca con i motopescherecci, sono da ieri in sciopero.
Figuccia: senza le accise la benzina costerebbe 0,555 euro a fronte degli attuali due euro
La prima proposta la lancia il parlamentare regionale della Lega, Vincenzo Figuccia: “È notizia di queste ore che il rincaro dei carburanti costerà alle famiglie siciliane circa due mila euro annui. Un vero e proprio salasso da scongiurare non con un miracolo ma con un intervento del governo volto alla abrogazione delle accise. Se venissero aboliti i costi odiosi e datati delle accise – osserva il deputato – un litro di benzina costerebbe 0,555 euro a fronte degli attuali due euro. A parte le accise, che da sole costituiscono più della metà del prezzo finale, c’è da tenere in considerazione anche l’aumento del costo delle materie prime. L’aumento non ha conseguenze solo per fare il pieno, ma si ripercuote anche sulle utenze e i consumi. Così frutta, verdura, pane e pesce sono già prezzati dalla guerra che sta colpendo l’Europa. Dobbiamo scongiurare questa escalation che rischia di gettare sul lastrico migliaia di famiglie siciliane che vivono sulla soglia della linea di povertà. Per queste ragioni, in questi giorni presenterò una mozione che impegna il governo regionale ad adottare con il governo nazionale misure destinate a garantire l’abrogazione delle inutili accise sul carburante”. Bisognerà vedere cosa ne penserà il Governo nazionale di Mario Draghi, bravissimo a trovare i soldi per mandare le armi in Ucraina contro la Russia; vedremo se sarà altrettanto bravo nel trovare i soldi per aiutare i cittadini alle prese con il caro-carburante.
Tancredi: un disegno di legge regionale per stanziare 10 milioni di euro come contributo carburante per le marinerie siciliane
Sergio Tancredi, parlamentare regionale di Attiva Sicilia, propone un auto concreto per le marinerie siciliane, senza bisogno di ricorrere al Governo nazionale. Tancredi propone un contributo alle imprese siciliane del settore ittico per mitigare gli effetti dell’aumento del gasolio e della crisi per la pandemia. E lo fa con la presentazione di un disegno di legge presentato in Assemblea regionale siciliana. Il provvedimento individua una dotazione finanziaria di 10 milioni euro per gli anni 2021 e 2022 per il contributo carburante. Inoltre, prevede un incremento di 20 milioni euro per il Fondo di solidarietà della pesca. Tra le proposte del disegno di legge – leggiamo nel comunicato di Tancredi – anche un’indennità ai marittimi imbarcati sulle unità che hanno sospeso l’attività di pesca pari a 30 euro per ogni giornata di inattività, fino ad un massimo di 60 giorni. “Già la pandemia – spiega il parlamentare – ha provocato nel 2021 considerevoli aumenti del costo del gasolio che, insieme al calo dei consumi, ha messo in ginocchio il settore della pesca in Sicilia. Gli ulteriori aumenti del 2022, con il prezzo del carburante schizzato in alto del 60%, sta rendendo le attività ittiche non economiche. Per la maggior parte delle imbarcazioni da pesca è diventato improduttivo andare in mare, con inevitabili ricadute sull’occupazione e sull’approvvigionamento di prodotti ittici per il nostro Paese. La norma che ho proposto – conclude Tancredi – mira ad introdurre misure in grado di mitigare gli impatti di questa crisi e tutelare redditi e occupazione di centinaia di imprese e lavoratori”.