“Ucraina: petrolio, prezzo del Brent sfiora i 140 dollari”: così titola l’ANSA. E aggiunge: “Vicino al record di 147 dollari del 2008”. Insomma ieri il prezzo di un barile di Brent (il petrolio grezzo di riferimento a livello mondiale: il suo prezzo determina il prezzo del 60% del petrolio estratto nel mondo), Domenica 6 Marzo, ha sfiorato i 140 dollari, vicino al record assoluto di 147,50 dollari raggiunto durante la crisi economica e finanziaria del 2008. Il prezzo del petrolio schizzato all’insù ci ricorda che è in corso una guerra in Ucraina con effetti disastrosi sull’economia e sulla finanza mondiale. Proprio ieri sera abbiamo dato la notizia che, da oggi fino al 13 Marzo, si fermeranno le marinerie italiane. I motopescherecci vanno a gasolio. E il costo del gasolio, per chi esercita l’attività di pesca, è diventato insostenibile. Qualche settimana fa abbiamo assistito allo sciopero degli autotrasportatori. Il prezzo di questo blocco dei trasporti su gomma, alla fine, l0 hanno pagato gli agricoltori, soprattutto gli agricoltori di Sud e Sicilia, se è vero che in questo periodo molta ortofrutta prodotta nel Mezzogiorno d’Italia prende la via del Nord. Solo dopo questo sciopero il Governo nazionale di Mario Draghi è intervenuto mettendo nel piatto un’ottantina di milioni di euro e la protesta degli autotrasportatori si è placata. Ma non sappiamo quanto durerà la calma, perché nel frattempo il prezzo del petrolio è continuato a salire. Prima del rialzo del prezzo del Brent di ieri, in Italia il gasolio ha superato i 2 euro al litro, mentre il pezzo della benzina, ovviamente, è ancora più su. Bisognerà capire cosa succederà a partire da oggi, se è vero che – per quel che riguarda benzina e gasolio – l’Italia ricorda un po’ la Repubblica di Weimar, quando i prezzi di tutti i prodotti crescevano di ora in ora. Per fortuna non è così per gli altri prodotti, anche se in Italia il costo dell’energia è in crescita, come dimostrano le bollette alle stelle di luce e gas.
Siamo proprio curiosi di capire cosa farà, rispetto allo scenario che si sta prospettando, l’Unione europea. E siccome siamo in l’Italia, vogliamo capire cosa farà l’attuale Governo. Schierata in posizione ancillare con USA, Nato e multinazionali, l’Unione europea viene trascinata in un crescendo rossiniano di tensioni con la Russia, facendo fina di non sapere che dietro la Russia c’è la Cina, che non è certo indifferente rispetto alle grandi distese di cereali dell’Ucraina. Va da sé che in un momento storico di grandi cambiamenti climatici il controllo dell’agricoltura (l’Ucraina è il terzo esportatore al mondo di grano e il primo Paese al mondo per la produzione di olio di girasole) diventa un fattore strategico. Se il primo paese al mondo per la produzione di olio di girasole è l’Ucraina, il secondo Paese al mondo è la Russia. Con il blocco dei trasporti nel Mar Nero provocato dalla guerra l’Europa dovrà dire addio, entro qualche settimana, all’olio di girasole (il tempo di finire le scorte). Se poi – ed è il caso dell’Ucraina – ci sono di mezzo grandi giacimenti minerari – ecco che un Paese diventa ancora più strategico. Quali interessi abbia l’Unione europea in questa guerra – per ora solo economica – contro la Russia (con un inevitabile ‘raffreddamento’ dei rapporti con la Cina, oggi alleata della Russia) non si riesce a capire. La questione morale sbandierata da USA e Unione europea fa sorridere. Non ci sono dubbi sul fatto che Russia e Cina non siano Paesi ultra-democratici. Ma che l’America che ha eletto un presidente ‘postale’ con elezioni palesemente ‘taroccate’ e che l’Unione europea che è la negazione della Democrazia rimproverino alla Russia di non essere democratica in Ucraina, beh, è come il bue che dice cornuto all’asino…
C’è chi dice che Russia e Cina hanno pianificato l’operazione militare in Ucraina. In effetti, qualche segnale si coglieva negli ultimi mesi dello scorso anno. Ecco un nostro articolo di Ottobre 2021: “La FAO avverte che i prezzi dei generi alimentari – a cominciare dai derivati del grano – aumentano in tutto il mondo. Che sta succedendo?” (qui per esteso il nostro articolo). “La notizia arriva dalla FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura: i prezzi dei generi alimentari nel mondo sono tornati ai massimi del decennio. E’ in corso un picco di inflazione alimentare. L’indice dei prezzi alimentari è cresciuto di 1,5 punti a 130,0 ed è superiore del 32% rispetto allo stesso mese di un anno fa. Insomma, non è solo il prezzo del grano che aumenta in tutto il Pianeta: sono in aumento i prezzi di tanti generi alimentari. Che sta succedendo? Teniamo conto che, all’inflazione alimentare, si v a sommare l’aumento del costo dell’energia (in Italia la bolletta elettrica registra lo spaventoso aumento del 30% mai visto nella storia della Repubblica italiana!), l’aumento del costo del gas, l’aumento dei prezzi delle materia prime. Gli agricoltori ci fanno anche notare che il prossimo anno i costi dei prodotti agricoli aumenteranno ancora per effetto dell’aumento del prezzo dei fertilizzanti e dell’energia. Noi, come facciamo da qualche tempo a questa parte, attingiamo le notizie da varie fonti, a cominciare da SWB che troviamo sulla pagina Facebook degli amici del “Grano duro di Sicilia”. Ecco una carrellata degli indici dei prezzi: “L’indice dei prezzi dei cereali è salito di 2,6 punti a 132,5, ovvero il 27,3% in più dello scorso anno, e l’indice dei prezzi del petrolio vegetale è salito di 2,9 punti a 168,6, ovvero il 60% in più dello scorso anno. L’indice dei prodotti lattiero-caseari è superiore del 15,2% rispetto allo scorso anno, l’indice dei prezzi della carne è aumentato del 26,3% e l’indice dei prezzi dello zucchero è aumentato di un enorme 53,5%”. Il grande aumento dell’indice del prezzo dello zucchero non ci giunge nuovo: ne abbiamo parlato lo scorso 16 Settembre con l’imprenditore Annibale Chiriaco. Una domanda è d’obbligo: visti gli aumenti, i produttori di grano, i produttori latte e formaggi e carne stanno guadagnando? Giriamo questa domanda agli agricoltori”.
Siamo tornati sull’argomento il 19 gennaio scorso: “Perché la Cina continua ad acquistare grano e cereali a tempesta nel mondo? I cinesi sanno qualcosa che noi non sappiamo?” (qui il nostro articolo). Evidentemente qualcosa sapevano. E mentre il prezzo del grano continua ad aumentare in tutto il mondo (tranne che in Sicilia: chissà perché…) e cominciano a scarseggiare i foraggi (non si annuncia una bella Estate per la nostra zootecnia), la Cina è ancora uno degli acquirenti più attivi di prodotti agricoli in tutto il mondo. E che fa la Ue? ‘Gioca’ a fare la guerra economica alla Russia, pur dipendendo, per oltre il 40%, dal gas russo. Ora è arrivato il nuovo aumento del petrolio. E l’Italia? Si dà la zappa sui piedi colpendo i turisti russi che vengono nel nostro Paese e, con molta probabilità, tornerà a tormentare Sud e Sicilia in mare e in terra alla ricerca di petrolio e gas che si troveranno chissà tra quanti anni. La realtà è che il Governo Draghi è un disastro totale che ha già prodotto danni enormi e continuerà a produrre altri danni: vedi la ‘riforma’ del Catasto che, tra qualche anno, avrà effetti pesantissimi sulle tasche dei cittadini. Tranquilli: gli italiani sono intelligentissimi e continueranno a votare PD, grillini, Lega, Forza Italia, Italia Viva e la ‘Sinistra’ di Liberi e Uguali. E anzi battono le mani a Draghi…
Foto tratta da Investire Oggi