Crisi Ucraina: la debolezza dell’Unione europea e la miopia politica di Boris Johnson

7 marzo 2022
  • Una guerra scellerata
  • Arriva Boris Johnson per esacerbare gli animi 
  • Nel buio della caverna di Platone

di Daniele Quarta
RAE – Rete Attivisti Equità

Una guerra scellerata

La guerra scellerata innescata da Putin ai danni dell’Ucraina continua. Scellerata perché quella russa è un’aggressione ad uno Stato sovrano, effettuata con una potenza di fuoco esorbitante e cruenta, generando quel “fiume di sangue e di dolore” come nelle parole di Papa Bergoglio. Scellerata perché alla popolazione ucraina, prima e assoluta vittima di una tragedia intollerabile, vengono offerti corridoi umanitari tragici e falsi dove le bombe continuano ad esplodere su di essi.
Scellerata per quell’orgoglio colpito a morte di una popolazione che vede lo strazio dei corpi dilaniati, anche di vecchi e di bambini e che ha negli occhi una sola scelta: armarsi ed affrontare l’invasore anche a mani nude per procurarsi una morte eroica e sicura. Scellerata perché è una guerra all’Europa e contro l’Europa, che ha scelto di allinearsi al blocco atlantico e che tradendo l’accordo sul rispetto della cosiddetta “linea rossa”, definita all’indomani del II° guerra mondiale, continua a spingersi fino ai confini della Russia, armando i suoi territori con i missili della Nato puntati su Mosca. Scellerata perché l’EU accordando le sanzioni economiche contro la Russia, non interviene militarmente per paura di una escalation incontrollabile, ma invia armi e munizioni all’Ucraina per aggiungere fuoco al fuoco.

Arriva Boris Johnson per esacerbare gli animi

L’Europa, grande responsabile di questa tragedia, non si muove con l’unico strumento che le viene chiesto (anche da Putin stesso, negli ultimi confronti con Emmanuel Macron e Olaf Scholz) ossia quello della diplomazia, del sedersi al tavolo delle trattative con Russa e Ucraina, per negoziare l’immediato cessate il fuoco e offrire un nuova direzione geopolitica, che indichi la via per il progressivo annullamento della contrapposizione dei due blocchi figli della “guerra fredda”. Un negoziato “storico”, che metta la parola fine a quell’anacronistica disposizione a vedere ancora nemici tra le nazioni sovrane del Continente europeo, ricordandosi invece che l’antica tradizione cristiana ha definito Mosca come la “terza Roma”. Ecco che a peggiorare questo tragico stallo, spunta un editoriale di Boris Johnson sul New York Times, che brillando in miopia politica, intorbida le acque di una già colpevole titubanza europea. Il nostro eroe sintetizza in sei punti come secondo lui si dovrebbe uscire da questa crisi. In sintesi, oltre a confermare sanzioni sempre più dure ed l’invio di armi all’Ucraina, egli rincara la dose, paventando un immediato sostegno militare alle altre nazioni cuscinetto della Russia (Moldavia, Georgia e Balcani ) rafforzando al massimo il patto atlantico e dopo, solo dopo, sedersi al tavolo delle trattative con la Russia poggiando sul tavolo una pistola e dettando noi le condizioni. Un genio!

Nel buio della caverna di Platone

Ecco il sentimento più intimo europeo, che Putin stesso vuole avversare, una direzione miope e guerrafondaia, che riesce ad esacerbare la parte contraente armando di potenza la propria. È quello che fanno i bambini per difendere i propri giocattoli, quando invece il genitore gli insegna che condividendoli quel giocattoli acquistano un maggior valore del possesso: l’amicizia, la cooperazione, lo scambio, che tramuta ogni giocattolo in mille giocattoli. Quello che l’uomo-bambino non riesce a comprendere è che riconoscendo negli altri i propri nemici, accresce solo la propria paura che lo guida alle scelte più irresponsabili! Sembra proprio che quell’uomo venuto 2000 anni fa non abbia insegnato nulla all’umanità e che essa rimanga ancora smarrita nel buio della caverna di Platone.

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