Con la guerra in Ucraina la Russia blocca l’export di fertilizzanti azotati per mettere in crisi il grano in Occidente fino all’industria della pasta / MATTINALE 586

5 marzo 2022
  • Per la cronaca, Cina e Russia sono i più grandi produttori di fertilizzanti del mondo
  • La mossa della Russia (con molta probabilità concordata con la Cina) farà schizzare all’insù il prezzo dei fertilizzanti azotati in tutto il mondo
  • Perché la mossa della Russia sui fertilizzanti azotati è legata al gas
  • La mossa russa sui fertilizzanti azotati farà aumentare l’inflazione negli Stati Uniti d’America 
  • La riduzione dell’offerta di fertilizzanti azotati e l’aumento del prezzo degli stessi fertilizzanti potrebbe provocare effetti negativi sulla filiera della pasta   

La mossa della Russia (con molta probabilità concordata con la Cina) farà schizzare all’insù il prezzo dei fertilizzanti azotati in tutto il mondo

La propaganda sulla guerra in Ucraina racconta di una Russia in grande difficoltà. In realtà, lo scenario è un po’ diverso. E lo dimostra la mossa operata dal Governo russo in queste ore: lo stop all’esportazione di nitrato di ammonio fino al 2 Aprile. Questo è il secondo stop. Il primo è stato deciso lo scorso Autunno. Anzi, per essere precisi, tra la fine dell’Estate e l’inizio dell’Autunno, il blocco all’export di fertilizzanti azotati (e anche fosfati) è stato deciso prima dalla Cina e poi dalla Russia. Mossa che, già lo scorso Autunno, ha fatto schizzare all’insù il prezzo dei fertilizzanti. In Sicilia il problema, in un certo senso, è stato avvertito relativamente perché le incessanti piogge dello scorso Autunno hanno ritardato le semine del grano, che sono state effettuate tra Dicembre e Gennaio. Ma già il prezzo dei concimi azotati era elevato e molti agricoltori non hanno effettuato la concimazione in pre-semina. Ora arriva il blocco fino al 2 Aprile dell’esportazione di nitrato di ammonio. La mossa della Russia – che con molta probabilità è concordata con la Cina – punta a raggiungere due obiettivi. Il primo – imminente – è quello di mettere in difficoltà quasi tutte le agricolture dei Paesi occidentali. Questo è il periodo in cui si cominciano a programmare ed ad effettuare le semine primaverili (per esempio il mais, ma non solo il mais). Ebbene, in un contesto in cui il prezzo dei fertilizzanti è già elevato la riduzione dell’export di nitrato di ammonio creerà enormi problemi alle agricolture di tutto il mondo. L’allarme lo ha già lanciato la CIA, la Confederazione Italiana Agricoltori, che ricorda che il costo del nitrato di ammonio è passato da 200 euro a tonnellata a 700 euro a tonnellata; non va meglio per un altro fertilizzante azotato – l‘urea – che è passato da circa 350 euro a tonnellata e quasi 1000 euro a tonnellata. Questi aumenti erano legati alla prima riduzione dell’export di fertilizzanti, quella decisa da Cina e Russia nell’Autunno dello scorso anno. Ora arriva il blocco russo fino al 2 Aprile: cosa, questa, che ridurrà l’offerta di nitrato di ammonio nel mercato mondiale.

Perché la mossa della Russia sui fertilizzanti azotati è legata al gas

In economia, si sa, alla riduzione dell’offerta si accompagna un’aumento del prezzo la cui entità dipende dalla ‘rigidità’. Difficile, in questa fase, capire quello che succederà. Però è chiaro che quella cinese e russa è una strategia, in risposta a un’azione operata dall’Occidente, oggi rappresentato da USA, Nato e multinazionali. Russi e cinesi stanno rispondendo all’Occidente con il ‘linguaggio’ utilizzato dagli ultra-liberisti e dai globalisti: l’economia. Ma, questa volta, non operando nell’economia volatile della finanza – come stanno facendo americani e multinazionali colpendo il mercato azionario russo – ma nell’economia reale, quell’economia che l’Occidente spesso ignora. La riduzione dell’export di nitrato di ammonio da parte della Russia non punta soltanto a mettere in difficoltà le agricoltura dei Paesi occidentali nel breve periodo, ma anche a scatenare il panico nei mercati dei fertilizzanti e, soprattutto, a sconvolgere i piani economici dell’Occidente. La mossa sui fertilizzanti azotati (e in parte anche sui fertilizzanti a base di fosforo) va vista in uno con l’aumento del prezzo del gas e, soprattutto, con la possibilità che la Russia tagli il gas che oggi fornisce all’Unione europea, un’Unione europea che oggi, per oltre il 40%, dipende dal gas russo. Senza gas non si possono produrre i fertilizzanti e, di conseguenza, per l’Europa si apre anche un problema serio per il futuro.

La mossa russa sui fertilizzanti azotati farà aumentare l’inflazione negli Stati Uniti d’America 

Gli osservatori fanno notare che la riduzione dell’export di fertilizzanti azotati decisa da Cina e Russia non colpirà soltanto l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America. Negli USA non ci dovrebbero essere problemi di produzione di fertilizzanti: gli americani sono sì liberisti, ma non sono così stupidi da dipendere da Russia e Cina per i fertilizzanti. Però la riduzione dell’offerta mondiale di fertilizzanti azotati farà lievitare i prezzi anche in America e questo è un bel problema per l’Amministrazione di Joe Biden alle prese con un’inflazione che sta cominciando a minare i redditi delle famiglie statunitensi. Insomma, russi e cinesi stanno muovendo bene le pedine: sanno come e dove debbono colpire. L’aumento del prezzo del fertilizzanti è mondiale e, inevitabilmente, colpirà anche il Sudamerica che ha già enormi problemi legati alla siccità. Ci sono giornali economici che, in queste ore, notano una contraddizione, se è vero che la mossa sui fertilizzanti azotati colpirà anche il Brasile di Bolsonaro, uomo politico che ha sempre rifiutato la logica criminale delle multinazionali: non a caso è stato criminalizzato, con la solita disinformazione, e fatto passare per ‘cattivo’ dai media occidentali al servizio permanente ed effettivo delle multinazionali. Il rilievo non è campato in aria perché in Brasile, nelle prossime settimane, dovrebbe iniziare la semina del mais dopo il raccolto della soia. E va da sé che l’aumento del prezzo dei fertilizzanti non aiuta questo Paese. Ma noi non conosciamo gli accordi che intercorrono tra Cina, Russia, Brasile e altri Paesi del mondo.

La riduzione dell’offerta di fertilizzanti azotati e l’aumento del prezzo degli stessi fertilizzanti potrebbe provocare effetti negativi sulla filiera della pasta   

Quello che noi vediamo – ribadiamo, al di là delle stucchevole propaganda contro la Russia, tipo marce per la pace o le chiacchiere della Chiesa di Papa Francesco, personaggio che non sembra affatto schierato contro la grande finanza mondiale e con gli ultra-liberisti e globalisti, tra rapporti con i Rothschild e con Fondazione Rockefeller – è una strategia di Russia e Cina che hanno deciso di liberare l’Ucraina da USA, Nato e multinazionali. La strategia russa sta mettendo in luce la dabbenaggine politica dell’Unione europea, che blatera di sanzioni alla stessa Russia ma non può fare a meno del gas russo. Non solo. Russia e Cina dimostrano di annettere grande importanza all’agricoltura: infatti la riduzione dell’export di fertilizzanti, da parte di questi due Paesi, punta anche a mettere a disposizione dei propri agricoltori – cioè degli agricoltori russi e cinesi – i fertilizzanti a basso prezzo (lo stop dell’export del nitrato di ammonio fino al 2 Aprile non è causale: in quella data dovrebbero essere state completate le semine primaverili con annesse concimazioni in pre-semina). Questo a fronte di un’Unione europea che utilizza l’agricoltura come merce di scambio per consentire alle multinazionali di farsi i cavoli propri: vedere il CETA, l’accordo sul commercio internazionale con il Canada che sacrifica l’agricoltura dell’Europa mediterranea per consentire alle multinazionali dei servizi, industriali e farmaceutiche di andare a fare affari in Canada; o l’olio d’oliva tunisino che invade da anni l’Europa distruggendo il mercato europeo di questo prodotto, senza che nessuna autorità accerti che fine faccia tutto l’olio tunisino che arriva in Europa; per non parlare della nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC) commisurata agli interessi della grande industria che avvelena l’agricoltura (e i consumatori) con la chimica (pesticidi, erbicidi). Di più: i concimi azotati sono necessari al grano per consentire alle piante di grano di sintetizzare le proteine. Questo significa che una riduzione dell’offerta mondiale di fertilizzanti azotati si ripercuoterà sulla qualità del grano in generale e sulla qualità del grano duro in particolare: infatti, un grano duro povero di proteine (leggere glutine) mette in difficoltà l’industria della pasta. Concludendo, la mossa dei russi sui fertilizzanti azotati colpisce tutta la filiera del grano, mettendo a nudo tutti i limiti di un’Unione europea sempre più ridicola.

Foto tratta da www.ilbollettino.eu

 

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