Dalle parti dell’Agrigentino, quando qualcuno si va a cercare i guai, si usa dire: “Ma tu picchì isti a tuccari ‘u culu ‘a cicala?“. Ci sembra un’espressione calzante per indicare quello che sta succedendo in queste ore nell’Unione europea con il gas. Senza gas si ferma mezza economia europea (e forse un po’ più). E il gas che arriva in Europa, piaccia o no, è in buona parte russo. Fino ad oggi la Russia ha continuato a fornire gas all’Europa, a parte qualche piccola riduzione, che ha scatenato una speculazione. Ora invece le cose si mettono male. Lo scrive scenarieconomici.it: “Giovedì i flussi di gas naturale dalla Russia alla Germania attraverso il gasdotto Yamal si sono fermati in direzione ovest, secondo i dati dell’operatore del gasdotto Gascade citati da Reuters. I flussi di gas naturale dalla Russia sul gasdotto Yamal-Europa attraverso la Bielorussia verso la Polonia e la Germania sono stati variabili e dalla fine di Dicembre si dirigono principalmente verso est dalla Germania alla Polonia”. Il giornale ricorda che negli ultimi tre mesi dello scorso anno una riduzione della fornitura di gas dalla Russia ha creato problemi in Europa, “che all’inizio dell’Inverno ha registrato i livelli di stoccaggio del gas ai più bassi degli ultimi dieci anni”. Da qui l’aumento del prezzo del gas e dell’elettricità in tutta l’Europa. Basti pensare a quello che sta succedendo in Italia che l’aumento delle bollette che stanno creando grandi problemi. Ma adesso la situazione – come era prevedibile – si sta ulteriormente complicando.
Oggi – in piena guerra – lo scenario peggiora di giorno in giorno. Giovedì scorso è stata registrata un’impennata del prezzo del gas che, scrive scenarieconomici.it, è stato “scambiato all’equivalente di $ 360 al barile di petrolio”. E ancora: “Il prezzo del gas presso l’hub olandese TTF – il prezzo del gas di riferimento per l’Europa – è balzato presto Giovedì ad Amsterdam per scambiare a $ 221 (199,99 euro) per MWh, un nuovo massimo storico. Questo ha battuto il record di mercoledì di $ 215 (194 euro) per megawattora”. A questo punto che succederà? Si teme una riduzione, se non l’interruzione della fornitura di gas russo all’Unione europea. Del resto, se la Ue invia armi in Ucraina e interviene con le sanzioni contro la Russia, per quale motivo la stessa Russia non dovrebbe reagire? E, a quanto pare, sta cominciando a reagire. Il giornale riporta una dichiarazione di Fatih Birol, direttore esecutivo dell’AIE, sigla che sta per Agenzia Internazionale dell’Energia: “Nessuno si fa più illusioni. L’uso da parte della Russia delle sue risorse di gas naturale come arma economica e politica mostra che l’Europa deve agire rapidamente per essere pronta ad affrontare una notevole incertezza sulle forniture di gas russe il prossimo Inverno”.
Il protagonista di questa dichiarazione è molto ottimista. Perché se la Russia taglierà il gas all’Unione europea, ebbene, il ‘bordello’ economico e sociale comincerà tra qualche settimana. Torniamo al culo e alla cicala: ma a che titolo l’Unione europea si è ‘infilata’ in un conflitto che vede contrapposti la Russia (con dietro la Cina) da una parte e USA, Nato e multinazionali dall’altra parte? La Ue paga lo ‘scendilettismo’ verso le multinazionali che hanno trasformato l’Europa dei popoli in un incubo ultra-liberista e globalista. Tra l’altro, la cultura europea è storicamente e fortemente legata alla cultura russa non certo ai criminali globalisti. Invece siamo finiti in una guerra nella quale – per ora – la Russia, a giudicare da quello che abbiamo letto su scenarieconomici.it, si starebbe limitando a una risposta economica. ‘Complimenti vivissimi’ alla Commissione europea e ai governi dei vari Stati europei. Se veramente la Russia bloccherà il flusso di gas all’Unione europea saranno augelli senza zucchero… Nel senso che gli aumenti dei prezzi dell’energia visti fino ad oggi appariranno nulla rispetto a quello che potrebbe succedere. Non vogliamo pensare che i vari Ursula von der Leyen, Mario Draghi e via proseguendo con gli europeisti non abbiano già le contromisure pronte.
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