Anche la Coldiretti si schiera – ti pareva! – con il coro di chi oggi accusa la Russia di Putin per la guerra in Ucraina, dimenticando il colpo di Stato voluto dagli americani – sempre in Ucraina – per defenestrare un governo legittimamente eletto sostituito da un Governo filo occidentale. Nel corso della manifestazione di parte, nel nome della pace, la Coldiretti ne ha approfittato per parlare dell’aumento del prezzo dei fertilizzanti, che viene motivato con l’esplosione della guerra in Ucraina. queste notizie le leggiamo in un articolo pubblicato da ITALIAFRUIT NEWS. “Gli effetti dell’invasione russa – leggiamo nell’articolo – si riflettono infatti direttamente sulla produzione alimentare, soprattutto a causa dei rincari dei fertilizzanti, legati agli aumenti del gas ma anche alle mosse di Putin che ha deciso di imporre il divieto all’esportazione di nitrato di ammonio, prodotto fondamentale per la concimazione del grano, di cui rappresenta da solo circa un quarto dei costi complessivi di coltivazione. Una decisione assunta per mettere in difficoltà la produzione europea di cereali, fortemente dipendente dalle materie prime estere”. In realtà, la Russia non ha deciso oggi di limitare l’esportazione di concimi azotati: lo ha deciso lo scorso Autunno per questioni economiche dopo un’annata agraria caratterizzata da cambiamenti climatici che hanno ridotto la produzione di grano in varie zone del mondo: Canada, Stati Unti e anche in Russia. La Russia ha ridotto l’export di concimi azotati per tutelare i propri agricoltori.
Ecco cosa scrivevamo noi il 4 Novembre dello scorso anno: “I controlli russi sulle esportazioni di fertilizzanti sono ora ufficiali – leggiamo in un articolo di SWB -. Infatti, secondo una dichiarazione del primo ministro Mikhail Mishustin durante un incontro televisivo di governo…, la Russia imporrà una quota di sei mesi su alcune esportazioni di fertilizzanti per salvaguardare le forniture locali e limitare i costi per gli agricoltori. La decisione della Russia è arrivata dopo che il presidente Vladimir Putin ha sollecitato misure per garantire le forniture agli agricoltori locali. Ciò, tuttavia, rischia di frenare i raccolti nell’anno a venire e di accelerare l’inflazione alimentare nel resto del mondo. In particolare, il governo limiterà le esportazioni di fertilizzanti azotati a 5,9 milioni di tonnellate e le spedizioni di fertilizzanti complessi contenenti azoto a 5,35 milioni di tonnellate. Le misure entreranno in vigore all’inizio di Dicembre. Secondo alcuni analisti, le quote impatteranno principalmente sulle esportazioni di fertilizzanti azotati, riducendo le spedizioni di circa il 40%. Nel frattempo, altri pensano che le misure non influenzeranno molto le vendite di fertilizzanti complessi perché la quota è più o meno in linea con quanto esporta la Russia. La riduzione dell’export russo dovrebbe riguardare l’ammonio, che viene utilizzato per la semina primaverile, e l’urea, che è il fertilizzante azotato più utilizzato in Europa. Morale: dovrebbe crescere in tutta l’Europa il prezzo dell’urea” (qui potete leggere per esteso i nostro articolo dello scorso Autunno). Come potete notare, la riduzione dell’export di concimi azotati da parte della Russia non ha nulla che vedere con guerra in Ucraina.
Torniamo a leggere l’articolo di ITALIA FRUITI NEWS: “La conseguenza è una riduzione generale della disponibilità sui mercati che, oltre a far schizzare in alto i prezzi con rincari di oltre il 170% (da 250 euro/tonnellata a 670 euro/tonnellate), mette di fatto a rischio la produzione europea di grano, a partire da quella italiana. Il nitrato di ammonio viene, infatti, a mancare proprio nella fase decisiva per la crescita delle spighe, diminuendo inevitabilmente la produttività con il taglio dei raccolti. Una scelta che danneggia gravemente le aziende agricole già in difficoltà a causa dei rincari di tutti i fertilizzanti legati all’impennata del costo del gas scatenata dal conflitto. L’urea è balzata a 750-800 euro a tonnellata contro i 350 euro a tonnellata dello scorso anno, secondo il report di Cai – Consorzi Agrari d’Italia, mentre il perfosfato minerale è passato da 170 agli attuali 330 euro/tonnellata, mentre i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 450 a 850 euro/tonnellata”. In realtà, i rincari dei fertilizzanti sono scattati nei mesi scorsi; non è escluso che la guerra in Ucraina faccia aumentare ulteriormente i prezzi dei fertilizzanti, ma i rincari sono scattati nei mesi scorsi non soltanto in Europa, ma anche in altre parti del mondo. Oltre un mese addietro il giornale @ltroconsumo.net ha riportato una notizia incredibile: “In Thailandia il presidente della locale Associazione di agricoltori ha dichiarato che i prezzi dei concimi sono raddoppiati, fino a raggiungere il paradosso che una tonnellata di fertilizzante è più costosa di una tonnellata di riso…”. In Thailandia il pezzo dei fertilizzanti è cresciuto senza bisogno di una guerra! A conti fatti, quella della Coldiretti è solo propaganda.
Ci chiediamo e chiediamo: ma gli amici della Coldiretti parlano con gli agricoltori? Chi sono, insomma, gli iscritti alla Coldiretti? Se avessero parlato con gli agricoltori lo scorso Autunno, gli amici della Coldiretti avrebbe ‘scoperto’ che già allora i prezzi dei fertilizzanti erano alle stelle. Ecco cosa scrivevamo quasi due mesi fa: “L’urea – indispensabile nella coltivazione del grano in convenzionale – è passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata, con un aumento di oltre il 140%. Il prezzo del fosfato biammonico è aumentato del 100%, passando da 350 a 700 euro a tonnellata. All’insù anche il prezzo del perfosfato minerale, che registra un aumento di poco meno del 70%. E poi c’è il costo delle sementi, praticamente raddoppiato”. Noi l’abbiamo scritto il 5 Gennaio, ma lo scorso Autunno alcuni produttori di grano ci raccontavano degli aumenti del prezzo dei fertilizzanti. Che senso ha affermare oggi che il prezzo dei fertilizzanti sta lievitando a causa della guerra? Ribadiamo: può darsi che il prezzo cresca ulteriormente. Ma la realtà è che il prezzo dei fertilizzanti è cresciuto dopo la pessima annata cerealicola dello scorso anno. Il vero problema si riassume in una domanda: perché l’Unione europea, per i fertilizzanti, deve dipendere da Cina e Russia? Questa è una scelta stupida dell’Unione europea ultra-liberista. La verità è che l’Unione europea è solo una sommatoria informe di interessi bancari e finanziari. La verità è che chi comanda nella Ue – e cioè banchieri massoni e finanzieri massoni – è interessato solo a fare soldi non alla crescita dell’Europa. Non produrre fertilizzanti e acquistare i prodotti agricoli da Paesi dove tali prodotti agricoli costano meno è una scelta stupida, degna dell’attuale Unione europea. La Ue paga addirittura i produttori di grano con il Set-Aside per lasciare incolti i seminativi! Per poi importare il grano al glifosato dal Canada. E sapete perché? Perché le multinazionali, in cambio del mercato europeo che si apre al grano canadese – duro e tenero – vanno a fare affari in Canada nei settori dei servizi e dell’industria. Sono queste le scelte dissennate che riducono le nostre produzioni di grano per fare arrivare grano estero che spesso, fa letteralmente schifo! (come potete leggere qui). Con il grano avvelenato la gente si ammala (come potete leggere qui). E’ per questo che l’Unione europea va smantellata.