Un tempo l’Italia, a livello internazionale, era rappresentata da Bettino Craxi e Giulio Andreotti. Oggi è rappresentata da Mario Draghi e Luigi Di Maio. Ciò premesso e considerato, quanto conta oggi l’Italia nella crisi politica internazionale che si è aperta con la guerra in Ucraina? Sono i fatti che parlano. E i fatti, per ora, sono anche le parole. Politica e diplomazia. Che ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi? Si è accodato agli USA e alla Nato: condanna dell’invasione dei russi in Ucraina e bla bla bla. Niente di originale. Nessuna ricostruzione storica degli eventi a partire dal 2014 quando, con un colpo di Stato, gli americani e la Nato liquidarono l’allora presidente dell’Ucraina eletto legittimamente, Viktor Janukovyc, colpevole di essere filorusso. L’unica cosa giusta detta da Draghi in queste ore – e non c’è bisogno di essere economisti keynesiani passati armi e bagagli con i liberisti per capirlo – è che le sanzioni alla Russia penalizzeranno l’Italia. In Sicilia, in questi casi, davanti a considerazioni così scontate, noi usiamo dire: “C’hai livatu ‘u marciu...”, della serie, non c’è bisogno di essere scienziati per arrivare a questo, forse bisogna provare a dire qualcosa di più interessante. Ma Draghi cos’ha di interessante come politico? Del resto, da un capo di un Governo che nomina Ministro degli Esteri Luigi Di Maio che cosa ci dobbiamo aspettare?
Già, il Ministro degli Esteri Di Maio. Che a nostro modesto avviso, poco prima dello scoppio della guerra, ha dato dell’attuale Governo italiano l’esatta misura ‘geopolitica’. Intervenendo poco prima dell’esplosione della guerra sulle tensioni tra Russia e Ucraina – in quei giorni già molto elevate – il nostro Ministro degli Esteri ha enunciato la sua teoria generale sulla diplomazia. Lungi dal mediare tra soggetti in dissidio, Di Maio ha sostanzialmente detto che l’Italia non avrebbe avuto contatti con la leadership russa fino a quando non ci sarebbero stati segnali di una riduzione della tensione intorno all’Ucraina. Non c’è nemmeno bisogno di aggiungere che la diplomazia serve soprattutto nei momenti di crisi proprio per provare a mediare tra Paesi che hanno smesso di comunicare tra loro e sono pronti a usare le armi. Da qui la risposta del Ministero degli Esteri della Russia indirizzata al Ministro Di Maio e, inevitabilmente, al nostro Paese che è rappresentato dall’attuale Governo: Di Maio ha “Una strana idea di diplomazia. La diplomazia è stata inventata solo per risolvere situazioni di conflitto e alleviare la tensione, e non per viaggi vuoti in giro per i Paesi ad assaggiare piatti esotici ai ricevimenti di gala”. E ancora: “I partner occidentali devono imparare a usare la diplomazia come professione”. Oltre alla ‘diplomazia degli schiticchi‘ da commedia all’italiana, anche l’ultima parte dell’affondo impietoso della diplomazia russa verso l’Italia è importante: il riferimento ai “partner occidentali”, infatti, sta a significare che, per i russi, il Ministro degli Esteri italiano li rappresenta perfettamente…
Foto tratta da Dagospia