Tutti annunciano sanzioni contro la Russia di Putin. Lo fa quello che resta dell’America del presidente ‘postale’ Joe Biden (poco, in verità, perché da quando i Democratici, grazie alle elezioni presidenziali ‘taroccate del Dicembre 2020, come si usa dire a Palermo “nessuno se li caca più”). Le sanzioni sono annunciate dall’Inghilterra di Boris Johnson. E persino la tragicomica Unione europea senza gas annuncia sanzioni. In queste ore siamo immersi nella disinformazione di regime. Ci debbono fare credere che la Russia, riconoscendo le Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, le sta praticamente invadendo togliendole all’Ucraina. Ma le Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, in quanto tali, non fanno più parte dell’Ucraina. Putin si è limitato a riconoscerle. Ora che le ha riconosciute, con il consenso delle due Repubbliche, i militari russi possono entrare in questi territori che, da otto anni, subiscono gli assalti dei mercenari al servizio delle multinazionali occidentali. Mossa geniale che ha tagliato le gambe all’ONU e alle possibili ‘risoluzioni’… Come stanno le cose le ha illustrate ieri Mario Di Mauro: “Dopo otto anni di guerra etnica, xenofoba e perfino neonazista, con tanto di imprimatur dell’Unione europea e dei media della disinformazione italiani, i popoli delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk subiscono l’ennesima pesante aggressione da parte di un esercito costituito, in sostanza, da bande armate neonaziste, non solo ucraine ma anche da teppaglia di provenienza straniera, composta da mercenari e militanti neonazisti baltici, polacchi e occidentali, tutti armati finora con armi, munizioni e armamenti col logo della NATO sopra”. Putin, opportunamente, ha riconosciuto le due Repubbliche che adesso, per fronteggiare “le bande armate neonaziste”, potranno contare sui militari russi. Non solo. Putin fa un passo avanti togliendo spazio di manovra alla Nato e alle multinazionali. Con molta probabilità, le uniche multinazionali che guadagneranno da quanto sta avvenendo sono quelle che producono armi. Di fatto, in questo momento, Russia e Cina stanno dimostrando al mondo di essere più forti e più intelligenti di un Occidente industrializzato con molta probabilità rincretinito dai vaccini anti-Covid delle multinazionali.
Per capire le ragioni degli sconfitti – che in questa fase sono, nell’ordine, USA, Inghilterra e Unione europea – bisogna provare a capire come stanno reagendo quel povero disgraziato di Biden, il capellone di Londra e i massoni falliti dell’Unione europea. Il primo annuncia sanzioni. Ha dato odine agli sgherri della Finanza mondale di fare precipitare la Borsa russa. Ma i soldi – o meglio, le monete, oggi – non valgono in ragione delle fluttuazioni dei cambi, così come le Borse valori contano fino a un certo punto: perché quando ci sono di mezzo le guerre, si sa, contano le armi, gli eserciti, i cereali (la Russia è il primo produttore di grano nel mondo e ha ridotto le esportazioni di grano verso l’Occidente, dirottandole verso la Cina; la stessa cosa ha fatto con il gas), le alleanze. Accanto alla Russia c’è la Cina. Accanto agli Stati Uniti sempre più divisi (mezza America considera le elezioni presidenziali del 2020 truccate e Biden un presidente ‘postale’ e abusivo) c’è un’Unione europea con il culo a terra perché dipende dal gas russo). Tutto questo mentre Germania e Francia che hanno iniziato lo smantellamento delle proprie centrali nucleari senza aver prima calcolato da dove trovare il gas alternativo a quello russo. Geniali, no, la Merkel e Macron…
Interessante in questa fase leggere i giornali inglesi. Noi seguiamo METRO, il più diffuso quotidiano cartaceo del Regno Unito, ovviamente schierato con USA e Inghilterra. Il giornale annuncia che “il presidente Joe Biden prevede di emettere sanzioni dopo che il presidente russo Vladimir Putin lunedì ha riconosciuto due regioni separatiste in Ucraina come entità indipendenti”. Ieri pomeriggio ha parlato il segretario stampa della Casa Bianca Jen Psaki: “Ci aspettavamo una mossa come questa dalla Russia e siamo pronti a rispondere immediatamente”. Quali sarebbero le risposte americane? “Il presidente Biden emetterà presto un ordine esecutivo che vieterà nuovi investimenti, scambi e finanziamenti da parte di soggetti statunitensi da, verso o nelle cosiddette regioni DNR e LNR dell’Ucraina”. L’ordine esecutivo di Biden “fornirà anche l’autorità per imporre sanzioni a qualsiasi persona determinata a operare in quelle aree dell’Ucraina”, ha affermato Psaki. “Per essere chiari: queste misure sono separate e sarebbero in aggiunta alle misure economiche rapide e severe che abbiamo preparato in coordinamento con alleati e partner se la Russia dovesse invadere ulteriormente l’Ucraina”. Come potete notare, è tutta ‘aria fritta’. Non a caso lo stesso Dipartimento di Stato e Tesoro americano annuncia che, a breve, fornirà “maggiori dettagli”. Insomma, fino ad ora, come si direbbe a Sciacca, “minchiate cu ‘u giummo”, ovvero le minchiate piene d’aria che, se messa in mare, galleggiano…
La realtà è che in Ucraina stanno bene solo quelli che prendono gli aiuti di Stati Uniti e Unione europea. Nel complesso, da quando l’Ucrana si è staccata dalla Russia, il Paese è più povero. Poiché l’auto-citazione non è plagio, riprendiamo quanto abbiamo scritto qualche giorno fa: “Ricordiamo che l’Ucraina ha grandi riserve di minerali di uranio, di titanio, di manganese, di ferro e minerali ferrosi e anche di mercurio. E siccome mai come in questo momento, nel mondo, si parla di gas, in Ucraina non mancano le riserve di gas di scisto. Come scriviamo spesso, l’Ucraina è il terzo Paese al mondo per la produzione di grano: e questo in tempi di cambiamenti climatici non è un elemento secondario, anzi. Oltre al grano, in Ucraina si coltivano orzo, mais, patate, segale. Per non parlare della produzione di miele. Per gli Stati Uniti e per le multinazionali perdere una parte dell’Ucraina potrebbe essere uno smacco: e probabilmente, perderebbero la parte più importante di questo Paese. L’alternativa sarebbe una guerra che coinvolgerebbe tutto il mondo, come ha previsto il giornalista Giulietto Chiesa già nel 2015″. Giulietto Chiesa ha previsto bene, perché la guerra – per ora economica – sta coinvolgendo alcune aree del mondo. Con gli Stati Uniti che si ritrovano divisi in casa: mezza America non si riconosce in Biden. In Canada – Paese alleato degli USA – stanno usando mezzi militari per placare la rivolta contro le multinazionali farmaceutiche americane e contro un Governo sempre più in difficoltà. In Europa la Germania si ritrova senza gas, nelle mani dei russi. In Italia il banchiere-statista Mario Draghi sta finendo di affossare l’Italia alle prese con un aumento delle bollette di luce e gas da 90 miliardi di euro (per ora, perché se la Russia ridurrà ulteriormente le fornitura la situazione potrebbe peggiorare). E ancora non si sa cosa farà la Turchia che tiene prigionieri – di questo alla fine si tratta – oltre 4 milioni di profughi ai confini con l’Europa orientale. In questo momento – anche se nessuno lo dice – l’Unione europea esiste perché paga una barca di soldi alla Turchia per tenere prigionieri e alla fame oltre 4 milioni di persone che pressano per entrare in Europa.