Mattinale

Formazione professionale, si sblocca la riqualificazione per i disoccupati con il Formez (dopo 5 anni e a pochi mesi dal voto…)/ MATTINALE 574

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  • Cinque anni per fare una cosa che avrebbe dovuto essere fatta nei gennaio del 2018. La politica siciliana è veramente pessima
  • Non è solo una questione del Governo regionale: è tutta la politica siciliana che va cambiata
  • Il Governo delle faide. Il raffronto tra disoccupati della Formazione e disoccupati dell’ex Fiat di Termini Imerese: due pesi e due misure 
  • L’unica forma di Giustizia che prevarrà in questa brutta storia sarà quella non terrena: ma arriverà, è solo questione di tempo 

Cinque anni per fare una cosa che avrebbe dovuto essere fatta nei gennaio del 2018. La politica siciliana è veramente pessima

Ci giunge voce che Martedì prossimo la Giunta regionale siciliana darà il via libera alla riqualificazione dei disoccupati della Formazione professionale della nostra sempre più sbrindellata Isola. Della riqualificazione di questo personale si occuperà il Formez, uno dei più noti centri di assistenza tecnica italiani che opera a supporto delle pubbliche amministrazioni. Sembra una notizia normale, visto che i rapporti tra Regione siciliana e Formez non sono certo una novità. Sarebbe stato normale raccontare e scrivere questa notizia nel Gennaio del 2018. Chi ha un po’ di memoria ricorderà gli impegni assunti dall’allora candidato alla presidenza della Regione siciliana, Nello Musumeci, con i disoccupati della Formazione professionale e, in generale, per il rilancio di questo settore, durante la campagna elettorale del 2017 in una video-intervista al quotidiano Live Sicilia. Sarebbe stato normale, ribadiamo, venire a conoscenza di questa notizia nel Gennaio del 2018: dopo gli impegni assunti in campagna elettorale, una volta insediato, il Governo nel solco della collaborazione con il Formez – collaborazione che, ribadiamo, esiste da anni – dà il via alla riqualificazione del personale della Formazione professionale siciliana rimasto senza lavoro. Invece, per cinque anni, su tale materia, abbiamo visto, da parte del Governo Musumeci, il nulla mescolato con il niente. Poi, improvvisamente, a pochi mesi dalle elezioni – ovvero dopo quasi cinque anni – ecco che spunta il provvedimento amministrativo che dovrebbe dare il via alla riqualificazione di questo personale! E’ uno scherzo? No, purtroppo è la realtà.

Non è solo una questione del Governo regionale: è tutta la politica siciliana che va cambiata

Dire che si tratta di vecchia, vecchissima politica è poco. E sarebbe un grave, gravissimo errore pensare che responsabile di quanto di brutto sta avvenendo sia solo il Governo regionale con in testa il presidente Musumeci e l’assessore alla Formazione professionale, Roberto Lagalla. La responsabilità di questa vicenda è di tutta la politica siciliana che, dai tempi del Governo regionale di Raffaele Lombardo, ha iniziato un’opera di smantellamento di questo settore. In realtà, la privatizzazione della Formazione professionale siciliana era iniziata nella seconda metà degli anni ’90 con il Governo di centrodestra di Giuseppe Provenzano. la privatizzazione di questo settore si è parzialmente interrotta durante i Governi di Totò Cuffaro che non ha mai fatto ‘macelleria sociale’. Le danze si aprono dopo l’ultimo Prof (Piano regionale dell’offerta formativa) del 2010, che alla fine è l’ultimo, in verità molto confuso (e non soltanto confuso…) intervento della Regione in questo settore. La Regione comincia ad non avere più soldi e tutta la Formazione professionale siciliana finisce a carico dei fondi europei, per la precisione del Fondo Sociale Europeo (FSE). L’Unione europea è liberista: significa che non vuole tra i piedi lo Stato e lo Stato sociale, ma solo privati che assicurano il “benessere generale” (minchiate orbe, direbbero a Sciacca, degna in tutto e per tutto dei massoni & predoni che governano l’Unione europea). Niente più Enti formativi storici, niente più legge regionale numero 24 del 1976. Così comincia la distruzione sistematica degli Enti formativi storici della Formazione che, ad uno ad uno, verranno svuotati e smantellati (durante le operazioni di ‘svuotamento’ verranno calpestati i diritti dei lavoratori di questo settore con la connivenza dei sindacati tradizionali: ma questo è un ‘dettaglio’). In questo scenario, nel 2011, vede la luce l’Avviso 20, un tentativo di mediare tra vecchio (la Formazione professionale classica, di fatto pubblica) e la Formazione targata Fse, fatta di bandi e, sulla carta, aperta ai privati nel nome della formula ‘Vinca il migliore’: una favoletta da raccontare agli scemi.

Il Governo delle faide. Il raffronto tra disoccupati della Formazione e disoccupati dell’ex Fiat di Termini Imerese: due pesi e due misure 

Dopo il Governo Lombardo arriverà il Governo di Rosario Crocetta. In materia di Formazione professionale è il Governo delle ‘faide’. Noi non siamo mai teneri con la Cisl, però non siamo scorretti e non possiamo non ricordare che la Cisl siciliana, durante i governi di Crocetta, non è stata certo agevolata. La Cisl, a propria volta, ne ha combinate di tutti i colori con i lavoratori, con riferimento alla Ial, Ente formativo storico di questa organizzazione sindacale. Crocetta, alla fine, non è stato il peggiore di tutti. Sulla Formazione non aveva molta voce in capitolo. E’ intervenuto per dare una boccata di ossigeno ai dipendenti degli Sportelli multifunzionali: ed è stato politicamente e praticamente massacrato, perché già allora c’erano già coloro i quali volevano prendere il posto degli ex sportellisti. Insomma miserie. Dopo il Governo Crocetta è arrivato il Governo Musumeci: e siamo ai giorni nostri. Grosso modo, dal 2011 ad oggi, con lo smantellamento sistematico degli Enti forativi storici hanno perso il lavoro circa 8 mila persone. La platea, oggi, è diversa da undici anni fa. C’è chi è riuscito a trovare lavoro in un altro settore, c’è chi è riuscito a trovare lavoro nello stesso settore, c’è chi è riuscito ad andare in pensione. Non sappiamo quanti siano oggi, rispetto ai circa 8 mila del 2011, i disoccupati. Ma ci sono e non sono pochi. E sono stati di fatto abbandonati dalla politica siciliana, forse perché considerati poco ‘malleabili’. Per un periodo questi disoccupati sono stati iscritti al Sifus Confali, un’organizzazione sindacale battagliera che noi stimiamo. Poi sono andati via. Ribadiamo: non sappiamo quanti siano oggi i disoccupati di questo settore che aspettano di essere riqualificati per tornare a lavorare. Nel frattempo non sono mancate le proteste di questi lavoratori. Alcuni di questi lavoratori – incredibilmente penalizzati dagli Enti presso i quali hanno lavorato per anni (mancata corresponsione degli ultimi stipendi, ‘scomparsa’ dei Trattamenti di fine rapporto e via continuando) – hanno anche manifestato con vigore e sono stati denunciati e condannati solo perché, magari con toni un po’ accesi, reclamavano i propri diritti e i legittimi pagamenti che non hanno mai visto. Ricordiamo che per questo personale non ci sono stati sostegni tipici dello Stato sociale. nulla di nulla. I dipendenti della Formazione professionale non sono come gli ex dipendenti della fiat di Termini Imerese, che dal 2012 sono in Cassa integrazione: in Sicilia si utilizzano due pesi e due misure anche per i disoccupati: non a caso, a parte pensionati e raccomandati, i sindacati tradizionali sono in fase calante.

L’unica forma di Giustizia che prevarrà in questa brutta storia sarà quella non terrena: ma arriverà, è solo questione di tempo 

Siamo ai giorni nostri. E qui torniamo al rapporto tra Regione siciliana e Formez. Dopo tre anni di perdite di tempo, nei primi mesi del 2021, si era deciso di procedere con la riqualificazione di questo personale. Se ne sarebbe occupato il Formez. Per i primi cinque-sei mesi dello scorso anno ci si chiedeva: partono o no i corsi di riqualificazione dei disoccupati della Formazione? Ricordiamo ancora che per il personale prossimo alla pensione si pensava a una utilizzazione nelle scuole. Poi, nel luglio dello scorso anno il nuovo stop. Il presidente della Regione, Musumeci, ‘stoppa’ tutto. Motivazione: vuole vederci chiaro nel rapporto tra Regione siciliana e Formez. Cosa ci dovrebbe essere di anomalo se questo rapporto va avanti da anni e se quasi tutte le branche dell’amministrazione regionale, per aggiornamento del personale e gestione dei fondi europei fa riferimento a questo soggetto? Mistero. Ora la vicenda si è sbloccata. Ma – come già ricordato – sono passati cinque anni. Il prossimo Novembre si voterà. Elezioni regionali. E, forse, si può ricominciare a parlare di “riqualificazione” dei disoccupati della Formazione professionale siciliana. Alla buon’ora, insomma. Quindi è normale lasciare queste persone per cinque anni senza nulla, senza sostegni, della serie arrangiatevi che noi abbiamo altro a cui pensare. Chissà cosa succederebbe se lasciassero non per cinque anni, ma per un paio di mesi i parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana senza i 15 mila euro al mese che si mettono in tasca. O lasciare senza stipendio i bravi dirigenti regionali, tipo quelli che hanno gestito ‘benissimo’ le pratiche dell’avviso 22. Succederebbe un casino! Diverso è il discorso per i disoccupati della Formazione: questi possono aspettare. E’ vero o no che per voi è così, signori governanti della Sicilia? Che dire di altro? Forse che la grande fregatura degli atei è che, un giorno, si troveranno anche loro davanti a un Tribunale non terreno dove gli chiederanno conto e ragione di quanto fatto in vita. Ci dicono che alcuni vengono persino perdonati. Ma chiddi tinti no, questi vanno da un’altra parte… La stessa cosa avverrà per i politici siciliani che non hanno fatto il proprio dovere. E’ questione di tempo, arriverà anche per voi che non ci credete il momento in cui dovrete rispondere di tutto ciò che avete fatto e di ciò che non avete fatto.

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