A che punto sono i cambiamenti climatici? La politica – dall’Unione europea agli Stati – li sta considerando o li sta ignorando. La notizia è che solo quando producono danni se ne parla, altrimenti l’argomento non esiste. In questa settimana nel Regno Unito e nel Nord Europa sono stati costretti a misurarsi on i capricci del clima. Ha aperto le danze, chiamiamole così, tempesta Dudley, così battezzata dal Met Office, l’ente meteorologico ufficiale britannico: venti impetuosi e mari molto mossi che hanno colpito il Regno Unito, il Mare del Nord e alcune zone settentrionali della Francia, della Germania, del Belgio, dei Paesi Bassi, della Danimarca, fino ad arrivare a toccare la Polonia e le Repubbliche Baltiche. Qualcuno ha fatto notare che nell’occhio di questo ciclone è finito il Nord Europa che, nell’Estate dello scorso anno, a Luglio, è stata colpita pesantemente da un’alluvione. La particolarità – che è stata riscontrata in Scozia – sono stato i venti violentissimi e, in mare, onde alte anche 10 metri! “Non è una cosa normale”, hanno detto spaventati gli abitanti di questi luoghi. Lì sono abituati ai venti impetuosi e al mare in tempesta: ma questa volta lo scenario faceva veramente paura. “Oltre ai venti di burrasca – leggiamo su il Meteo – Dudley ha già provocato intense precipitazioni con locali allagamenti, specie nelle zone sud-occidentali dell’Inghilterra. Grazie al calo delle temperature è tornata dopo tanto tempo pure la neve sulle colline inglesi e scozzesi sotto forma di vere e proprie bufere a causa del vento forte”.
Fine del maltempo? Non esattamente. Perché in queste ore è arrivato Eunice. E’ un ciclone che ieri ha colpito pesantemente le zone centrali del Regno Unito e che dovrebbe fare compagnia agli inglesi oggi e domani. La particolarità del maltempo che in queste ore imperversa in Inghilterra la descrive sempre il Meteo: “Fonti locali riferiscono che nel pomeriggio di Venerdì (cioè ieri ndr) è stata raggiunta una raffica a 196 km/h (come un uragano di categoria 3 sulla scala Saffir-Simpson) sull’Isola di Wight, la più forte mai registrata in Inghilterra”. Attenzione alle parole: “… la più forte mai registrata in Inghilterra…”. Le previsioni per questo fine settimana non sono serene. si attendono violenti venti di burrasca della velocità di 150 km/ora. ai venti si accompagneranno le piogge e le nevicate. Non sarà il solo Regno Unito a fronteggiare il ciclone Eunice. Sono molto preoccupati in Germania e nei Paesi Bassi, dove le previsioni raccontano di forti venti che potrebbero sfiorare i 120 km/ora. E l’Italia? Su il Meteo leggiamo che ci troveremo “ai margini di queste imponenti tempeste in discesa dal Nord Atlantico; sul bacino del Mediterraneo è presente infatti una vasta area di alta pressione che di fatto ci fa da scudo (almeno per ora) contro cicloni e incursioni fredde. Ma qualche conseguenza ci sarà comunque nel weekend, anche sul nostro Paese, dove il tempo non sarà del tutto tranquillo”. Cosa ci dice quanto sta avvenendo nel Nord Europa? Che i cambiamenti climatici sono sempre in corso e che bisogna cercare non tanto di prevenire gli eventi, quanto di metterli nel conto. Ad ognuno le proprie pene. Se nel Nord Europa registrano una tempesta come “… la più forte mai registrata in Inghilterra…”, da noi ci potrebbe essere un problema con le alte temperature. Con i fondi del Pnrr i nostri amici del Nord Italia – sempre pronti ad acciuffare denaro pubblico – hanno già messo nel conto investimento mega per la “rigenerazione del Po”. Ma, forse, oltre a pensare al denaro pubblico da intercettare, si dovrebbero anche occupare del perché, a Gennaio e a Febbraio il Po sia, di fatto, finito in secca. Insomma, oltre a prendersi i soldi per “rigenerarlo” forse dovrebbero cominciare a chiedersi il perché nel più grande fiume italiano ci sia poca acqua! Lo stanno facendo? Vedremo.
Siamo arrivati alla Sicilia. Dove va in scena un lungo comunicato stampa della Regione siciliana. “Entrano in servizio altri 42 nuovi agenti del Corpo forestale della Regione siciliana. Le nuove guardie forestali, reclutate fra i dipendenti regionali precedentemente impiegati in altri settori, hanno prestato giuramento nella sede dell’assessorato al Territorio e all’Ambiente, alla presenza del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, dell’assessore Toto Cordaro e del dirigente generale Giovanni Salerno. Dopo avere superato le prove di idoneità fisica, avere svolto tre mesi di formazione e dieci giorni di affiancamento, i nuovi agenti si aggiungono adesso ai 58 uomini e donne che erano già stati immessi in ruolo la scorsa Estate”. E ancora: “Avviamo così una seconda fase – ha sottolineato il presidente Musumeci – del percorso che abbiamo intrapreso sin dall’inizio della legislatura con un chiaro proposito: rinvigorire e fare rifiorire il Corpo forestale regionale, che era stato condannato ad esaurirsi. E creare così i presupposti per fargli riconquistare il protagonismo che ha avuto nel passato. Una forza di polizia amministrativa che deve tutelare il territorio e che, grazie ai nuovi innesti, permetterà ad alcuni distaccamenti a corto di personale di tornare ad essere ancora più efficienti presidi di legalità. Sappiamo che c’è ancora da fare, abbiamo avviato la gara per acquistare nuovi mezzi e accelereremo con i nuovi concorsi per selezionare, all’esterno dell’Amministrazione, altre decine di guardie forestali. Rispondendo alla procedura di mobilità interna – ha infine detto il governatore rivolgendosi ai neo agenti – molti di voi hanno reso più forte l’orgoglio di essere dipendenti regionali e questo è l’aspetto più importante: la motivazione è essenziale per servire la nostra Regione in una trincea difficile qual è la nostra terra”. aggiunge l’assessore Cordaro. “Con questi nuovi ingressi portiamo a compimento un primo rafforzamento dell’organico del Corpo forestale in modo da potere schierare più forze nelle attività di controllo e nella cura del territorio, nelle azioni di prevenzione e di intervento nell’antincendio boschivo. È un ulteriore successo del governo Musumeci che ha voluto con forza il potenziamento di questa struttura. Ringrazio quanti hanno contribuito alla formazione delle nuove unità, che saranno destinate a distaccamenti dislocati su tutto il territorio dell’Isola”.
Con tutto il rispetto per l’esecutivo regionale, abbiamo la sensazione che lo stesso Governo siciliano continui a sottovalutare i possibili effetti dei cambiamenti climatici. Ben vengano, per carità, 42 nuovi agenti del Corpo forestale, ma alla Sicilia, oggi – se guardiamo a quanto avvenuto la scorsa Estate e lo scorso Autunno – servono non meno di 30 mila operai forestali per tutelare il territorio siciliano in modo ‘militare’ 24 ore al giorno da metà Aprile fino a Novembre. Ci limitiamo soltanto a ricordare che, anche quest’anno, Febbraio – che dovrebbe essere il mese della ‘Merla’ – sta volando via con temperature primaverili. A Palermo, ad esempio, non è impossibile incontrare persone in maniche corte. Esagerazioni, certo, perché poi, quando scompare il Sole fa un po’ di freddo. Ma al pari di quanto sta avvenendo nel Regno Unito, queste temperature non sono normali. Anche lo scorso anno abbiamo avuto un Febbraio mite: e abbiamo visto cos’è avvenuto a Luglio ed Agosto con il caldo torrido e in Autunno con le alluvioni di Catania e Siracusa (e i dintorni di Catania e Siracusa). Lo scorso anno le fiamme hanno ‘inghiottito’ quasi 80 mila ettari di boschi e le temperature, in alcune zone della Sicilia, hanno sfiorato i 50 gradi centigradi. A buon intenditor poche parole, si diceva una volta.
Foto tratta da 3B Meteo