Gli studenti chiedono le dimissioni dei Ministri Patrizio Bianchi e Luciana Lamorgese
Oggi gli studenti dei licei e, in generale, delle scuole superiori sono scesi ancora una volta in piazza per protestare contro l’alternanza scuola-lavoro. Sono due, fino ad oggi, gli studenti morti. Ma ormai, in Italia, morire – nel nome della sanità o nella scuola – è una cosa ordinaria. Ricordiamo che la legge sulla scuola-lavoro è stata voluta dal PD nel 2015, quando segretario nazionale di questo partito era Matteo Renzi. Quest’ultimo è andato via per dare vita a un nuovo partito, Italia Viva. Da allora il PD di oggi, che critica Renzi, non ha fatto nulla per eliminare i ‘regali’ del Governo Renzi. E tra questi ‘regali’ c’è anche l’alternanza scuola-lavoro. In questo momento Ministro del Lavoro del Governo Draghi è Andrea Orlando, esponente del PD, considerato un politico di sinistra. Di quale sinistra questo signore sia espressione non è facile capirlo. Nei giorni scorsi, nel corso di una manifestazione che si è svolta a Palermo, proposito della legge sulla cosiddetta Alternanza scuola-lavoro – contro la quale anche oggi gli studenti di tutta l’Italia sono scesi in piazza – il Ministro ha detto: “Noi dobbiamo assicurare sicurezza in generale e in particolare nei luoghi in cui si realizza la formazione dei giovani. La vicenda dello studente morto in azienda aveva delle peculiarità che non consentono di trarne un giudizio generale sul tema dell’alternanza scuola-lavoro” (dichiarazione tratta dal Giornale di Sicilia). Lo studente morto in azienda nelle scorse settimane mentre veniva costretto a lavorare in un’azienda secondo quanto prevede la legge sull’Alternanza scuola-lavoro è Lorenzo Parrelli. Ora è arrivato un altro incidente sul ‘lavoro’ con la morte di un altro studente. Le morti sul lavoro nell’Italia dei finti sindacati stanno diventando una cosa normale: succede e basta. E adesso ‘succede’ anche con gli studenti costretti da una legge infame a lavorare – gratis – per le aziende.
Ricordiamo ancora una volta che questa legge balorda è stata introdotta in Italia come ‘rimedio’ al cosiddetto dumping in materia di costo del lavoro voluto e mantenuto dall’Unione europea (anche all’interno della stessa Eurozona) per ridurre i diritti dei lavoratori. Siccome il costo del lavoro in Italia è più alto altri Paesi, il Governo Renzi e la maggioranza in Parlamento di centrosinistra che lo sosteneva ha introdotto la legge sul Jobs Act su indicazione della Ue. Il Jobs Act non è altro che la precarizzazione del lavoro. Ma questo non è bastato. Siccome non possono abbassare ulteriormente le retribuzioni e le aziende italiane, per competere con i Paesi dove i lavoratori vengono trattati come schiavi, hanno bisogno di lavoratori da non pagare, ecco che il Governo di centrosinistra di Matteo Renzi – con il voto del Parlamento italiano a maggioranza di centrosinistra – ha trovato la ‘quadra’ con la legge sull’Alternanza scuola-lavoro: ovvero mandare obbligatoriamente i giovani a lavorare nelle aziende senza alcuna retribuzione. E siccome – sempre per risparmiare ed essere competitivi con i Paesi dove i lavoratori vengono trattati come schiavi – con la connivenza dei sindacati tradizionali, che fingono di opporsi ma che di fatto non fanno una mazza, le aziende italiane hanno ridotto al minimo le garanzie di sicurezza nei luoghi di lavoro, tant’è vero che, negli ultimi anni, i morti sul lavoro, in Italia, non si contano più. E adesso si cominciano a contare anche i morti tra gli studenti. Il dato politico è che il Governo Draghi – con in testa il citato Ministro del Lavoro, Orlando, e il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, non ne vogliono sapere di eliminare la legge sull’alternanza scuola-lavoro. Né si vedono sindacati scendere in piazza contro la schiavizzazione degli studenti che possono anche morire. Questo è la dimostrazione – l’ennesima dimostrazione – che il PD non è un partito di sinistra e che i sindacati tradizionali – ma anche altre organizzazioni sindacali, a cominciare dai sindacati della scuola – non si oppongono a questa legge sbagliata.
Le manifestazioni nelle città italiane. A Palermo riuscito il blitz di Antudo in Provveditorato
La cronaca di oggi. Le stime raccontano di 200 mila studenti in piazza in circa 40 città italiane. Ma potrebbero essere anche di più. A Roma on sono mancati i momenti di tensione con lancio di e bottiglie verso la polizia. Gli studenti si sono radunati in Piazza vittorio per poi dirigersi verso Piazza Venezia gridando “Non si può morire di scuola e di lavoro”. Una parte del corteo ha provato a dirigersi verso la sede del Provveditorato, ma la Polizia glielo ha impedito. A Napoli alcuni studenti hanno capito che tutto parte da una legge voluta e mantenuta dal PD così si sono versati addosso della vernice rossa davanti alla sede di questo partito. Anche a Bologna qualche momento di tensione con spintoni tra agenti e manifestanti nei pressi dell’Ufficio scolastico regionale. C’è stato un tentativo di forzare il blocco della Polizia che poi è rientrato. A Milano gli studenti hanno preso di mire le banche e le multinazionali imbrattando di vernice rossa. A Torino alcuni studenti hanno preso di mira la sede dell’Unione industriale, sono riusciti ad entrare e si sono scontrati con la Polizia. Sette i feriti, tutti poliziotti. A Palermo il corteo è partito da Piazza Verdi e, dopo avere attraversato via Maqueda e corso Vittorio Emanuele, si è diretto in piazza Indipendenza, davanti del Governo della Sicilia. Riuscito il blitz di un gruppo di studenti che, sotto la bandiera di Antudo, è entrato nei locali del Provveditorato degli Studi, esponendo uno striscione con l scritta: “Le nostre vite valgono più del vostro profitto. Basta alternanza scuola-lavoro”.
Gli studenti chiedono le dimissioni dei Ministri Patrizio Bianchi e Luciana Lamorgese
Quella di oggi è stata la terza giornata di mobilitazione nazionale. La prima è andate in scena il 28 Gennaio indetta per la morte di Lorenzo Parelli, lo studente di 18 anni schiacciato da una trave d’acciaio durante uno stage in un’azienda in provincia di Udine; la seconda giornata di lotta si è materializzata il 4 Febbraio contro le nuove modalità del prossimo esame di maturità e, naturalmente, contro la legge sull’alternanza scuola-lavoro. Su questa seconda manifestazione non sono mancate le speculazioni e la disinformazione tea a far passare i ragazzi che si battono per una scuola migliore come vagabondi che non vogliono studiare: le solite vergogne italiane. Gli studenti chiedono le dimissioni del Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese; quest’ultima ritenuta responsabile degli scontri a Torino nel corteo del 28 Gennaio. Tra i promotori della giornata di protesta, il Fronte della Gioventù Comunista e l’Unione degli Studenti, ma anche vari comitati e collettivi locali, come La Lupa e Opposizione studentesca alternativa a Roma, il Kollettivo Studenti Autorganizzati a Torino, il Coordinamento dei Collettivi Studenteschi a Milano. intanto oggi a Roma iniziano gli Stati generali della Scuola pubblica, tre giorni di dibattiti organizzati dall’UdS “con il fine di scrivere una riforma della scuola pubblica a partire da chi la vive tutti i giorni”. La prossima settimana una delegazione degli studenti sarà in Parlamento in audizione presso la Commissione Cultura alla Camera.
Foto tratta da skuola.net