- Il morbo ultra-liberista-europeista ha colpito anche le associazioni ambientaliste?
- La grandissima minchiata
Il morbo ultra-liberista-europeista ha colpito anche le associazioni ambientaliste?
Il meritorio e importante “NO” della Commissione Ambiente dell’Assemblea regionale siciliana al parco eolico al largo delle isole Egadi ha scatenato le proteste scomposte degli ambientalisti siciliani – Legambiente e WWF – due associazioni note alle cronache anche perché gestiscono alcune delle Riserve naturali della nostra Isola con il denaro della Regione siciliana che, per inciso, è la stessa Regione controllata dagli stessi ambientalisti, almeno per ciò che riguarda le tematiche ambientali. Così assistiamo a qualcosa di incredibile: la politica siciliana che difende il territorio da gruppi privati che vorrebbero impossessarsi di 18 milioni di metri quadrati di mare a 30 Km di distanza dalle isole Egadi, mentre gli ambientalisti – i citati Legambiente e WWF, ma anche Greenpaece – sono favorevoli ai progetti privati. il parco eolico che piace tanto agli ‘ambientalisti’ dovrebbe realizzarlo lo Stato italiano per mettere a disposizione l’energia ai cittadini a prezzi bassi. Invece lo dovrebbero realizzare i privati che venderanno l’energia ai cittadini (progetto Medwind Italia – mediterranean wind – presentato lo scorso novembre da Renexia, società della Toto Holding). Sono gli scherzi del destino in tempo di liberismo economico sfrenato e di globalizzazione dell’economia. Il primo a denunciare questo possibile scempio è stato l’eurodeputato eletto in Sicilia e in Sardegna, Ignazio Corrao: “Il progetto di eolico off-shore a tra Sicilia e Tunisia è quanto di più pericoloso possa esserci per la nostra pesca in quell’area del Mediterraneo. Un progetto che – nonostante l’obiettivo green di produzione di energia rinnovabile – non ho paura di definire folle. Non solo potrebbe avere un impatto ambientale enorme, ma soprattutto potrebbe decretare la fine della pesca in quel tratto di oltre 18 milioni di metri quadrati di mare”. Importante anche il ruolo della parlamentare regionale Verde, Valentina Palmeri. Non abbiamo notizie dei grillini, del PD, della Lega, di Forza Italia, di Italia Viva e della ‘Sinistra’ che governa con Mario Draghi. Non citiamo a caso queste formazioni politiche, perché il parco eolico a 30 Km dalle isole Egadi è un’operazione coloniale che, per fortuna, sta trovando opposizione in Sicilia, anche nel mondo politico. Proviamo a illustrare quello che sta succedendo.
La grandissima minchiata
Cominciamo con lo sfatare una grandissima minchiata messa in giro in queste ore: e cioè che il progetto del parco eolico a 30 Km dalle Egadi servirà a fronteggiare l’attuale emergenza energetica che si sostanzia nelle super-bollette di luce e di gas che stanno arrivando a famiglie e imprese italiane. L’emergenza è ora e non tra sette anni quando – ammesso che questa follia veda la luce – il parco eolico al largo delle Egadi dovrebbe diventare operativo. Peraltro, per l’attuale emergenza il Governo Draghi ha adottato provvedimenti insignificanti: uno stanziamento di 10 miliardi di euro (che peraltro si debbono ancora materializzare), a fronte di un aumento del costo delle bollette che, per quest’anno, ammonterà a circa 90 miliardi di euro (dato Cgia di Mestre). Non a caso stanno già cominciando le proteste in tutta l’Italia contro il caro-bollette. Al contrario di quello che raccontano, il Governo Draghi vorrebbe approfittare della crisi energetica per rilanciare tutti i progetti legati alla produzione di energia dannosi per l’ambiente, dalle trivelle dei petrolieri in mare e in terra ai parchi eolici. Nel caso del parco eolico al largo delle Egadi si tratta di un mega-progetto – il più grande in Europa – che, come già accennato, bloccherebbe 18 milioni di metri quadrati di mare che verrebbero interdetti alle attività di pesca e al passaggio delle navi, impedendo eventuali attività di ricerca di reperti archeologici, come sottolineato da Domenico ‘Mimmo’ Macaluso, uno dei maggiori conoscitori dei fondali del Mediterraneo. In pratica, per dare modo a questi privati di guadagnare una barca di soldi appropriandosi di un bene pubblico per produrre e vendere energia ai cittadini, dovrebbero essere installate 190 pale eoliche galleggianti su piattaforme ancorate sul fondale. Un disastro ecologico in piena regola! A chi andrebbe questa energia? Ovviamente, al resto d’Italia, perché in Sicilia, come spiega Marco Trapanese, professore universitario di Ingegneria dell’energia elettrica, in Sicilia “la rete è concepita più per trasmettere l’energia in Continente che per distribuirla ai nostri territori”. Ribadiamo: una volgare operazione coloniale. C’è un altro tema: il più grande parco eolico d’Europa gestito da un privato è un progetto ultra-liberista: ed è singolare che venga appoggiato dagli ambientalisti. Ribadiamo: se fosse un’operazione dello Stato per aiutare i cittadini in un momento storico difficilissimo sotto il profilo energetico potrebbe anche avere un senso, sarebbe sempre discutibile, ma avrebbe un senso; ma avallare un’operazione dei privati è semplicemente incredibile. A meno che gli ambientalisti non siano diventati esponenti dell’ultra liberismo economico ‘europeista’. Negli ultimi anni Legambiente e WWF non ci hanno più convinto. Non ci sbagliavamo. Anzi.
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