Gianfranco Miccichè che si auto-candida alla presidenza della Regione siciliana in accordo con il PD e, forse, con gli Autonomisti di Raffaele Lombardo, forse fatto tornare in pista per portare a buon fine questi inciuci. Al Comune di Palermo la disperazione del centrosinistra che, dopo aver distrutto una città, sarebbero disposti anche a votare l’assessore regionale, Roberto Lagalla, che si dovrebbe dimettere da assessore e da deputato regionale: considerato che a Novembre si vota per le elezioni regionali, ci potrebbe anche stare. Ma che interesse avrebbe Lagalla a diventare il protagonista di un’operazione trasformista da fine della politica? Alla Regione Miccichè ci prova perché è la sua ultima occasione: a quasi 70 anni vorrebbe essere rieletto per la terza volta presidente dell’Assemblea regionale siciliana e siccome, se le elezioni regionali di Novembre prossimo le vincerà il centrodestra non verrà mai rieletto al vertice del Parlamento siciliano, ecco che si ‘butta’ con il centrosinistra, con alcuni parlamentari disposti a cambiare casacca per seguirlo e, con molta probabilità, con gli autonomisti di Lombardo e di Roberto Di Mauro. Queste alleanze trasformiste le chiamano “Campo largo”. Visto dalla parte del PD siciliano e degli Autonomisti di Lombardo, il “Campo largo” si traduce così: “Basta ca nn’assittamu“.
Per gli autonomisti di Lombardo si tratterebbe di una scelta di campo: nel 2009 hanno effettuato il ribaltone e hanno governato per tre anni circa con il PD, esattamente fino al 2012. In quello stesso anno si celebrarono le elezioni regionali siciliane e Lombardo e Miccichè sfasciarono l’alleanza di centrodestra per fare vincere il candidato del centrosinistra, Rosario Crocetta. La candidatura di Miccichè alla presidenza della Regione siciliana, nel Novembre del 2012, è servita proprio per fare perdere il candidato di centrodestra, che era Nello Musumeci: con il 15% circa preso da Miccichè, Musumeci avrebbe vinto senza problemi. Ma se per Lombardo e i suoi il 2Campo largo” è una scelta di campo, per il PD siciliano è l’unico mezzo per andare al Governo senza avere i voti. In Sicilia il PD, cinque anni fa, ha preso l’11% circa con tutto il Governo della Regione nelle mani. Oggi non sappiamo come finirà, specie se ci sarà una lista di sinistra. Insomma, se il PD vuole non perdere il Comune di Palermo e vuole rientrate nella ‘Stanza dei bottoni’ della Regione deve cercarsi gli alleati al di fuori del centrosinistra, che in Sicilia e a Palermo è minoritario. Volendo è quello che stanno provando a fare anche in Italia dove hanno distrutto il Movimento 5 Stelle per fare governare il PD. Riuscirà tale operazione a Palermo e alla Regione?
A Palermo ci sembra improbabile. L’attuale amministrazione comunale ha ridotto a pezzi una città. Riproporsi con il “Campo largo” ci sembra un’operazione inutile. L’operazione non riuscirebbe nemmeno con lo spoglio delle schede ‘rococò’, come cinque anni fa. Alla Regione è diverso. Bisognerà capire, in primo luogo, se il centrodestra siciliano accetterà di ‘suicidarsi’ per regalare la Regione al PD e la presidenza dell’Ars a Miccichè. Le variabili sono tante. La più importante è la partecipazione al voto. Meno siciliani andranno a votare, più il “Campo largo” di PD, Miccichè e Lombardo avrà la possibilità di riuscire. Il principio è sempre lo stesso: più schifo fa la politica, più gli elettori siciliani di ‘schifiano’ e non vanno a votare. I cittadini siciliani sono così: quando sono nauseati della politica disertano le urne. Se, però, si riuscirà a invertire queste tendenza, il “Campo largo” andrà a farsi benedire. Questa, ovviamente, è una variabile. Ci sono altre varabili. Gli ex democristiani, per esempio. Che farà, ad esempio, l’UDC? In questo momento, nella Giunta Musumeci controlla da due assessorato e mezzo a tre assessorati. Per cambiare casacca , PD, Miccich e Lombardo gliene dovrebbero offrire altrettanti. Non crediamo che sarebbe facile trovare la ‘quadra’. poi ci sono gli altri ex democristiani: per esempio, Saverio Romano e Totò Cuffaro con la Dc nuova. A noi sembra improbabile che Cuffaro possa fare ancora pane con Lombardo e Miccichè. Poi, si sa, in politica tutto è possibile. E la Lega? I leghisti siciliani non impazziscono di gioia per un’eventuale ricandidatura di Musumeci: ma l’alternativa quale sarebbe? Alla fine Musumeci si ripresenterà. Dovrebbe avere i voti di Fratelli d’Italia, Lega, una parte di Forza Italia e, forse, l’UDC. Non chiedeteci cosa faranno i grillini. Intanto non ci sembrano particolarmente forti in termini di consenso. Ci sembrano un po’ in caduta libera. In questo momento sono contrari al “Campo largo”, ma i grillini, si sa, le idee le cambiano spesso… E i renziani? In termini elettorali si riassumono in due domande. Prima domanda: “Cu su?“. Seconda domanda: “Unni su?“.