“Sifus Confali rivendica, nell’interesse esclusivo dell’Italia, il diritto del Sud a ricevere l’assegnazione degli investimenti stabiliti dai Recovery fund anziché quelli previsti dal Governo Draghi”. Finalmente c’è un’organizzazione sindacale che scrive la verità sui 193 miliardi di euro che l’Unione europea ha stanziato per consentire all’Italia fronteggiare la crisi economica provocata dalla pandemia. Nella foto che vedete sopra – che accompagna il post del Sifus Confali – si racconta una grande verità: e cioè che il 67% delle risorse del Recovery fund – che oggi viene definito Pnrr – dovrebbe andare a Sud e Sicilia e solo il 33% al Nord Italia. Questo perché i 193 miliardi di euro – in assoluto la somma più alta tra i fondi stanziati per i Paesi della Ue in difficoltà – sono stati assegnati all’Italia perché nel nostro Paese ci sono Regioni arretrate sotto il profilo economico e infrastrutturale: e queste aree arretrate sono il Sud e la Sicilia. La dotazione di 193 miliardi di euro è stata assegnata all’Italia proprio per iniziare a colmare il divario economico e infrastrutturale tra Nord da una parte e Sud e Sicilia dall’altra parte.
Che sta succedendo, invece? Quello che scriviamo dalla Primavera dello scorso anno: ovvero che i fondi stanno finendo per la maggior parte al Nord e in minore misura a Sud e Sicilia. Il Governo di Mario Draghi – e qui torniamo al post del Sifus Confali – ha stabilito, sulla carta, che al Nord andrà il 60% e a Sud e Sicilia il 40%. Ma è una minchiata, perché se al Sud arriverà, sì e no, il 20% di queste risorse sarà assai. Il 20% equivale a circa 40 miliardi di euro. Questo perché tali fondi sono stati messi a bando e Sud e Sicilia, con qualche eccezione, non hanno le pubbliche amministrazioni in grado di redigere i progetti. E’ già successo in Sicilia che ha già perso 400 milioni di euro di fondi per il miglioramento delle reti irrigue. E sarà così anche in altri settori: i nostri amici del Nord si inventeranno di tutto per fare in modo che al Sud e in Sicilia non arrivino più del 20% dei fondi, cioè 40 miliardi di euro.